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di  Paolo Di Mizio 

 

- Caro Di Mizio,
Il governo vuole aumentare l’indennità di ministri e sottosegretari non parlamentari dai 10.400 euro attuali a 17.600. No al Reddito di cittadinanza, no al salario minimo, 1,8 euro in più alle pensioni minime e poi ne regalano a sé stessi 7.200 al mese, 86.400 l’anno. Vergogna.

 

"Gentile lettrice, si calmi e rifletta sulle parole d’un grande filosofo: “Mi è stato chiesto, se vengo eletto, cosa intendo fare per i poveri. Una beata minchia intendo fare!” L’avrà riconosciuto, è Cetto La Qualunque, il più alto pensatore di questa compagine di governo. Il suo pilu-pensiero ha fatto scuola: ai suoi comizi si sono istruiti i ranghi di coloro che oggi siedono orgogliosamente e qualunquemente sugli scranni più alti della Repubblica.

Mille euro a tutti con un clic, blocco navale dell’Africa, le tasse sono un pizzo di Stato, via le accise sulla benzina, via le commissioni sui Pos, Europa è finita la pacchia, l’Abruzzo domina su tre mari, il liceo del Made in Italy, i migranti in Albania: sono alcune delle idee derivate dalla dottrina di Cetto. E la caccia agli evasori è un delitto. Il capo dell’Agenzia delle entrate, Ruffini, si è dimesso: “Non era mai capitato di vedere pubblici funzionari additati come estorsori di un pizzo di Stato o sentir dire che teniamo in ostaggio le famiglie come i sequestratori”. Ahi, non aveva studiato il pilu-pensiero: “Qui non serve il lavoro, perché se uno sa firmare due assegni a vuoto, di fame non muore”.

Cetto aveva previsto anche la familiar-meritocrazia: “E poi tra gli assessori ci sarà mio cugino Rocco. Come dice? È in galera? Sì, ma esce tra due settimane”.  

(Da la posta dei lettori del quotidiano La Notizia)

 

 

di Il Magnifico Press

 

Siamo alle porte del Natale e ho  sentito in TV una notizia straziante: una bambina di 11 anni è stata salvata in mezzo al mare, a 10 miglia da Lampedusa. La piccola, originaria della Sierra Leone, ha raccontato di essere sopravvissuta a una tempesta. Tra i tanti migranti con lei c'era anche suo fratello maggiore, di cui purtroppo non si hanno notizie. Lei è l'unica superstite di un naufragio che ha portato via 45 vite umane.

 

di  Massimo Reina

 

C’era una volta, in un tempo ormai lontano, una fiaba che raccontava di purezza, resilienza e la vittoria della bontà contro la malvagità. Questa fiaba, nota a tutti come Biancaneve, non aveva bisogno di prediche ideologiche, né di revisionismi culturali. Era una storia universale, capace di parlare a grandi e piccini, uomini e donne, senza bisogno di hashtag, schwa e presunti messaggi di “emancipazione” impacchettati dal marketing hollywoodiano.

 

di  Massimo Reina

 

Viviamo in un Paese che, tra leggi fatte male e applicate peggio, riesce a trasformare ogni dramma sociale in un groviglio di burocrazia e ambiguità. Prendiamo lo stalking, quel reato che il Codice Penale definisce con il pomposo termine di "atti persecutori" (articolo 612-bis), ma che, nella vita reale, si traduce in molestie costanti, violazioni della privacy e paura. Un incubo quotidiano per chi lo subisce. Ma ecco la domanda: perché, per configurare lo stalking, nel 90% dei casi viene chiesto alla vittima di  dimostrare che ha cambiato le proprie abitudini di vita?

 

di  Massimo Reina 

 

C’è qualcosa di profondamente ipocrita nell’atteggiamento dell’Occidente verso la Siria. E non parliamo solo di indifferenza, ma di complicità travestita da condanna morale. Per anni ci hanno raccontato che il conflitto siriano era una lotta per la libertà, una rivoluzione popolare contro il regime sanguinario di Bashar al-Assad. Ma la verità, oggi come ieri, è che i cosiddetti “ribelli” non sono altro che un’accozzaglia di jihadisti che nulla hanno a che vedere con la resistenza civile che animò le prime proteste nel 2011.

 

di  Massimo Reina

 

Ma guarda un po’, ci volevano il Censis e il Sole 24 Ore – mica due testate sovversive dalla barba incolta – per confermare quello che ormai da mesi si mormora nel retrobottega del Belpaese. Sarà una coincidenza, ma quando certe verità filtrano perfino nelle sante scritture della borghesia occidentale – quella col mito della “democrazia liberale” sempre in tasca, manco fosse la tessera del supermercato – è segno che la frittata è fatta.

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