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di  Massimo Reina

 

Nel grande circo della lotta al cambiamento climatico, c’è sempre meno spazio per le illusioni e sempre più per i retroscena. L’ultima notizia è di quelle che fanno scalpore: BlackRock, il colosso degli investimenti con oltre 9 trilioni di dollari in gestione, ha deciso di uscire dalla Net Zero Asset Managers Initiative, il club dei big della finanza che si erano impegnati a combattere la crisi climatica. Un abbandono rumoroso che segue quelli, altrettanto clamorosi, di JP Morgan, Citi e Bank of America. Insomma, sembra che il presunto slancio ambientalista di Wall Street stia sfiorendo più in fretta delle promesse elettorali di un politico qualsiasi.

 

di  Massimo Reina

 

Se ne vanno finalmente dai social con la coda tra le gambe, e non si può dire che mancheranno a qualcuno. I cosiddetti fact-checker, quegli autoeletti custodi della verità assoluta, hanno passato anni a censurare, oscurare e indirizzare il dibattito pubblico, spesso con un approccio più politico che scientifico. Ora, dopo che X (ex Twitter) ha detto addio alla loro presenza tossica, anche Facebook e Instagram si preparano a disfarsi di questi guardiani partigiani. E la notizia non può che essere accolta con un liberatorio sospiro di sollievo.

 

di  Lorenzo Rossomandi

 

Siamo ormai immersi in una spirale talmente divisiva che non esistono più confronti, ma solo scontri tra destra e sinistra, accompagnati da discussioni sui metodi con cui la sinistra dovrebbe “combattere” la destra e viceversa.

 

 

di  Massimo Reina 

 

Immaginate la scena: un giovane di 23 anni, armato di coltello, seminando il terrore in una cittadina della tranquilla provincia italiana. Quattro persone accoltellate, ferite, sotto shock. Un Capodanno che per loro non sarà mai più lo stesso, segnato per sempre dal sangue e dalla paura. Arriva un carabiniere, Luciano Masini, comandante della compagnia di Villa Verucchio. È il suo mestiere: proteggere e servire. Interviene, estrae l’arma e spara, uccidendo l’aggressore e mettendo fine alla furia omicida. Un intervento che ha probabilmente evitato altre vittime. Un’azione necessaria, dettata dalla legge e dal buon senso.

 

di Massimo Reina

 

Non è facile sfidare un sistema radicato, tanto meno quando le radici affondano nella propria storia personale e familiare. Eppure, Avi Steinberg, scrittore e fumettista ebreo americano, ha deciso di compiere un gesto che per molti è sacrilegio: rinunciare alla cittadinanza israeliana. Non per capriccio o polemica sterile, ma per denuncia. Per chiamare le cose con il loro nome e fare luce su una realtà che troppi si ostinano a ignorare o a giustificare.

 

di Massimo Reina

 

Da mesi ci raccontano che l’Europa è unita come non mai contro la Russia. Un coro unanime di solidarietà e fermezza, dicono i nostri media, amplificando senza sosta il mantra di Bruxelles e Washington. Ma la realtà, come spesso accade, è ben diversa. Sotto la patina di retorica bellicista e di propaganda a senso unico, l’Europa che conta — quella dei cittadini, non delle istituzioni asservite agli interessi d’oltreoceano — è stanca. Stanca di pagare il prezzo di una guerra che non ha scelto e di una politica economica suicida imposta dall’UE, con l’“illuminata” Ursula von der Leyen alla guida del naufragio.

L’ultima crepa nel muro della cosiddetta unità europea arriva dalla Polonia, patria di uno dei governi più ferocemente antirussi del continente. Eppure, persino lì, la gente comune comincia a dire basta. Gli agricoltori polacchi, capitanati dal sindacato guidato da Tomasz Obszansky, hanno annunciato una protesta su vasta scala a Varsavia contro le importazioni dall’Ucraina. “Tutte le organizzazioni agricole protesteranno contro le politiche dannose dell’UE, contro Ursula von der Leyen, che impone questa politica, che porterà alla chiusura delle nostre aziende agricole, ha dichiarato Obszansky. Una denuncia chiara, che svela il malcontento diffuso tra chi vive di terra e fatica.

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