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Il mondo cambia, ma noi guardiamo dall’altra parte

 

di  Paolo Di Mizio

Negli anni ’60 i giapponesi venivano in massa in Europa, fotografavano tutto e poi, a casa, imitavano le nostre auto e le ottiche di precisione. Noi ridevamo, ridevamo. Ma dopo pochi anni, sviluppando le loro tecnologie, divennero la seconda potenza economica mondiale.

 

Il flop di "Italia Plurale" non è un caso: quando la politica diventa strumento di divisione, le comunità rispondono con chiarezza

 

di  Monica Vendrame 

Le elezioni di Monfalcone hanno consegnato alla storia un messaggio netto, destinato a far discutere ben oltre i confini del Friuli Venezia Giulia. Mentre il centrodestra celebra un trionfo plebiscitario (70% dei voti), la lista “Italia Plurale”, prima formazione esplicitamente islamica a sfidare le urne in Italia, viene relegata ai margini con un risicato 2,9%. Un dato che non si limita a descrivere una sconfitta elettorale, ma suona come un monito: in Occidente, le candidature basate sull’identità religiosa — specie se legate a un Islam non sempre compatibile con i valori laici — rischiano di essere percepite non come atti di integrazione, ma come provocazioni.

 

di  Massimo Reina

Ma che bellezza! Finalmente anche l’Europa potrà dare il suo contributo allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Basta che tu, utente europeo, adulto e apparentemente consenziente, accetti che i tuoi post, commenti, foto e pensieri – pubblici, per carità – vengano risucchiati da Meta per addestrare modelli di IA che tra qualche anno ti faranno concorrenza persino nel pensare.

 

La Corte: "Pianificazione lucida, ma imperizia nel delitto". Perché l’ergastolo resta l’unico verdetto possibile

 

di  Monica Vendrame

 

Roma – “Crudeltànon è sinonimo di efferatezza. “Inesperienza” non equivale a inconsapevolezza. Sono queste le premesse – tecniche, controintuitive – alla base della sentenza di condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, i cui 300 capitoli di motivazioni, pubblicati mercoledì, hanno scatenato un uragano di polemiche.

 

di  Massimo Reina

E anche stavolta siamo qui. A piangere una donna uccisa, con la faccia spalmata sui social, le candeline, i minuti di silenzio, le panchine rosse ripitturate da qualche assessore in vena di selfie e buone intenzioni. Ci indigniamo — per uno, due giorni massimo — poi tutto torna come prima. Fino al prossimo femminicidio. E via con il replay.

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