Il flop di "Italia Plurale" non è un caso: quando la politica diventa strumento di divisione, le comunità rispondono con chiarezza
di Monica Vendrame
Le elezioni di Monfalcone hanno consegnato alla storia un messaggio netto, destinato a far discutere ben oltre i confini del Friuli Venezia Giulia. Mentre il centrodestra celebra un trionfo plebiscitario (70% dei voti), la lista “Italia Plurale”, prima formazione esplicitamente islamica a sfidare le urne in Italia, viene relegata ai margini con un risicato 2,9%. Un dato che non si limita a descrivere una sconfitta elettorale, ma suona come un monito: in Occidente, le candidature basate sull’identità religiosa — specie se legate a un Islam non sempre compatibile con i valori laici — rischiano di essere percepite non come atti di integrazione, ma come provocazioni.