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di Benedetto Maria Ladisa

In occasione del loro compleanno Sara e Aurora si mostravano felici Erano nate nello stesso giorno 26 anni fa e si volevano un gran bene. Sara aveva scritto alla gemella Aurora:
"Il nostro compleanno, il giorno che nacqui io, il giorno che nascesti tu. Anima mia, con te non ho bisogno di chiedere di far notare qualcosa per avere la tua attenzione perché, a prescindere, tu senti dentro quando non sto bene come io lo sento per te e nessuno può mai capirlo. Ci sei sempre come una mamma, una migliore amica, un padre, un ragazzo. Sei la mia gemella e sono così fiera di dirlo perché sono fiera di te. Auguri, spero per te che la vita ti regali ciò che meriti. Sei una donna e una mamma, per lo più, meravigliosa forte e bellissima. Se anche ci saranno altre battaglie, altri ostacoli li vivremo sempre mano nella mano fino all’ultimo".

 

di  Lorenzo Rossomandi

 

Amo viaggiare in treno, perché è un momento che mi permette di leggere, scrivere o pensare con calma. Per questo, seppur apprezzandone la comodità, in fondo detesto i treni ad alta velocità.
Quel giorno, i miei vicini di viaggio erano due ragazzine di circa 15 anni e un signore distinto. Aveva l’aspetto di quei professori di altri tempi. La scena era pressappoco questa. Io che leggevo beato sul mio tablet e le ragazzine che guardavano continuamente lo schermo del loro cellulare.
Ad un tratto il signore si rivolse a me con estrema educazione:
«Le chiedo scusa, lei conosce la lingua inglese?»
«Non perfettamente, ma me la cavo» risposi io.
«Glielo chiedo perché mia nipote mi ha detto una cosa al telefono stamattina. Ma io non conosco il significato di un termine».
«Posso provarci, qual è la parola?»
«Beh, mi ha detto… “Scialla, nonno!“».
Le due ragazzine alzarono entrambe la testa e, guardandosi, ridacchiarono tra loro.
Le guardai e poi, rivolgendo lo sguardo sul signore, stavo per rispondergli. Ma lui non guardava me, si era voltato verso le ragazzine e le osservava con il sorriso sulle labbra ed un’espressione divertita.
Una di loro se ne accorse e smise di ridacchiare seguita immediatamente dall’altra.
«Voi lo sapete?» chiese il signore «Cosa significa in italiano?»
La ragazzina seduta a mio fianco prese coraggio e rispose: «Non è inglese, è italiano» poi guardando l’altra, come a trovare il coraggio di continuare, proseguì «”Scialla” significa “stai sereno, tranquillo”»
Il signore annuì pensieroso, poi chiese: «Quindi mia nipote mi stava dicendo di stare tranquillo?»
«Sì!» disse la ragazzina al mio fianco.
«Ed io che temevo che mi avesse offeso…»
Rimase un po’ pensieroso. Poi, sorridendo chiese: «Perché non mi dite qualche altra espressione di voi giovani? Qualcosa che non conosco e con la quale potrei stupire mia nipote?»
Iniziò così un’accesa lezione di espressioni e luoghi comuni che, tra spiegazioni, commenti e grasse risate, ci fece passare le due ore di viaggio tra le più divertenti della mia vita.
Arrivammo alla stazione di Firenze e io e il signore scendemmo.
Camminando sul marciapiede dei binari, telefonai a mia moglie per avvertirla che ero arrivato. Riattaccai e mi accorsi che il signore era al mio fianco.
«Non è facile staccarvi da quei “cos
i”, eh?» disse sempre sorridendo.
«Lei ha fatto un vero e proprio miracolo oggi» commentai io.
Lui rallentò il passo:
«In tutta sincerità, sono più deluso dalle persone adulte come lei che da quelle ragazzine».
Rimasi colpito dalla schiettezza dell’uomo. Avrebbe potuto ferirmi.
«Spero di non averla offesa…» continuò vedendomi turbato.
«No» gli risposi fermandomi. Sorrisi vedendolo un po’ preoccupato di avermi colpito.
«Lei non ha nessuna colpa, anzi, ha un modo di porsi che a me piace tantissimo».
«Ma…?» Mi chiese lui invitandomi a proseguire.
«Schiettezza per schiettezza, penso che la sua poca conoscenza delle nuove tecnologie l’abbia indotta in errore»
Continuava a guardarmi pensieroso.
«Se mi avesse visto leggere un romanzo di Victor Hugo, mi avrebbe interrotto?»
«Certo che no!» disse lui senza tergiversare.
Aprii la borsa e accesi il tablet.
«Lo stavo facendo»
Il signore rimase visibilmente colpito.
«Lei mi deve scusare, ma io non…»
«Si figuri! Lei oggi mi ha dato una grossa lezione. Mi ha insegnato che i rapporti umani sono la cosa più bella che esista».
Rimase pensieroso.
«Beh!» continuò lui riprendendo a camminare lentamente «allora si può dire che l’abbiamo avuta entrambi una bella lezione».
Arrivammo all’uscita continuando a parlare un po’.
Poi ci stringemmo la mano consapevoli che certi incontri speciali non capitano tutti i giorni.
«Imparerò a usare quei “cosi"» mi disse lui sorridendo e indicando la mia borsa.
«Imparerò a comunicare con tutti, come fa lei!»
Risposi io.
Non lo rividi più.
E un po’ mi dispiace non avergli chiesto il suo nome per poterlo incontrare di nuovo…

 

 

 

La pellicola nata dalla penna di Jeff Davis approda su Rai4

 

di  Omar Falvo

E’ una delle serie televisive drammatiche di maggior successo trasmesse sul piccolo schermo. Ideata dalla penna raffinata dello sceneggiatore Jeff Davis, il format racconta le vicissitudini della squadra di profiler dell’FBI di Quantico, in Virginia: parliamo, ovviamente, di “Criminal Minds”.

 

Un parlamentare russo ha avvertito che il presidente uscente Joe Biden rischia di far scoppiare una terza guerra mondiale consentendo all'Ucraina di utilizzare armi di fabbricazione statunitense per colpire in profondità la Russia.
Secondo quanto riportato dal New York Times e dal Washington Post, Biden ha autorizzato l'Ucraina a schierare razzi ATACMS in grado di colpire obiettivi fino a 300 km di distanza.

 

di  Ilaria Solazzo 

 

AlterEgo at School è un progetto educativo ideato da Alessandro Piano, un artista italiano, noto a livello internazionale per la sua capacità di combinare creatività, didattica e tecnologia. Questa iniziativa si distingue per l'uso di tecniche narrative e di apprendimento interattivo, mirate a coinvolgere gli studenti in modo originale e stimolante.

 

di  Massimo Reina 

In un mondo in cui la libertà di stampa dovrebbe essere il faro della democrazia, assistiamo a una preoccupante escalation contro chi osa raccontare una verità scomoda. Andrea Lucidi e Vincenzo Lorusso sono giornalisti che hanno il coraggio di portare avanti un lavoro prezioso: raccontare un’altra versione dei fatti, una prospettiva che disturba il racconto atlantista dominante. Questo li ha trasformati in bersagli di una campagna orchestrata non solo dai poteri politici, ma anche dall’apparato mediatico europeo.

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