Pin It

 

di  Massimo Reina 

 

Non c'è limite alla fantasia di certi giornalisti italiani, sempre pronti a imbracciare la penna come fosse un mitra e a trasformare le pagine dei loro quotidiani in surrogati di trincee virtuali. Prendiamo per esempio due noti quoitidiani romani che ormai sembrano essersi iscritti al club degli strateghi da salotto, quelli che disegnano scenari apocalittici con la stessa leggerezza con cui si ordinerebbe un cappuccino al bar. L’ultima trovata? L’idea delirante che Vladimir Putin, novello Hitler con cappotto invernale, sia pronto a invadere l’Europa, carri armati in testa, come fossimo nel 1940.

La narrativa hollywoodiana del terrore

Secondo questi acuti pensatori, ci troveremmo a vivere i primi giorni di una nuova guerra mondiale, con la Russia pronta a marciare su Berlino, Parigi e chissà, forse pure su Civitavecchia. E allora via con le guide per sopravvivere ai primi giorni di guerra: scorte di cibo, rifugi antiaerei e consigli da manuale di sopravvivenza. Peccato che l’unico manuale che sembrano non aver letto sia quello di Storia contemporanea. Perché sì, cari strateghi del nulla, c’è una differenza sostanziale tra il 1940 e il 2024: si chiama era nucleare.

Nel loro mondo parallelo, le guerre si combattono ancora con baionette e trincee. Ignorano – o fingono di ignorare – che oggi basta un pulsante per mandare l’intero pianeta in fumo in meno di tre giorni. Parlano di invasione terrestre come se non avessimo alle spalle decenni di equilibrio basato sul terrore della distruzione reciproca. Un equilibrio fragile, certo, ma che rende il loro teatrino bellico tanto realistico quanto un film di serie B.

La paura e la propaganda vendono, il buon senso no

Questi giornalisti non sono solo disinformati o palesemente limitati a leggere e riportare i bollettini e le veline che gli passano i governi: sono anche irresponsabili. Perché alimentare il panico e spingere la narrazione di un’invasione imminente significa giocare con il fuoco. Non si parla più di informare il pubblico, ma di manipolarlo con un cocktail di paura e propaganda. E perché? Per vendere copie, fare clic, far felici chi gli dice cosa pubblicare e continuare a coltivare la propaganda che fa comodo a loro e a chi gli paga lo stipendio. Peccato che, al confronto, risultino più simili a sceneggiatori di soap opera.

E intanto, chi legge finisce per credere che l’Europa non sia davvero sull’orlo del baratro ma di una “guerretta”, che Putin voglia occupare Roma come se fosse un Risiko reale. Non una parola, però, sui veri rischi: il collasso diplomatico, l’escalation tecnologica, e soprattutto il rischio concreto che qualcuno, in un momento di follia o errore, prema quel pulsante fatidico.

La verità è che certi giornalisti hanno abdicato alla loro missione primaria: aiutare a capire, non spaventare. Si limitano a ripetere la propaganda di Washington o di Bruxelles, dipingendo un mondo a tinte fosche per giustificare spese militari sempre più astronomiche e un conflitto che, invece di cercare di fermare, sembrano voler alimentare. Parlano di invasione come se il vero pericolo non fosse un conflitto nucleare che non lascerebbe dietro di sé né vincitori né vinti, ma solo cenere.

E allora la domanda è: questi signori si rendono conto di quello che scrivono? O sono talmente accecati dal loro desiderio di fare audience che hanno perso ogni contatto con la realtà? Perché se davvero pensano che la guerra moderna si limiti a invasioni territoriali e combattimenti sul campo, allora farebbero meglio a tornare sui banchi di scuola. Magari iniziando con un ripasso di educazione civica e qualche nozione base di geopolitica.

Il giornalismo, quello vero, dovrebbe essere l’arte di illuminare le ombre, non di proiettare ombre più grandi di quelle che già ci circondano. Ma finché certi giornali continueranno a vendere paura confezionata in prima pagina, non ci resterà che affidarci alla speranza che, almeno una volta, la realtà sappia resistere alla loro fantasia. Anche se, visti i tempi, questa speranza sembra ormai solo un’utopia.

 

 

 

Pin It
Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
I Miei Articoli

Notizie