di Lorenzo Rossomandi
Non è difficile prendere una posizione nella vicenda Mangione - Thomson. Perché non esiste solo un pro l’uno o un pro l’altro. Esiste anche una terza via: il “contro” entrambi.
Mi chiedo come si possa accettare, se non addirittura esultare, per l’assassinio di un uomo. Quale che sia la ragione.
Essere “civili” non significa riempirsi la bocca di belle parole e frasi ad effetto dette in momenti sereni. La nostra civiltà si misura quando davanti ad azioni disgustose, o situazioni estreme, riusciamo a tenere ferma e dritta la barra dei nostri princìpi. Non dovrebbe essere ammessa alcuna eccezione; il “ma” alla fine della frase “sono contro la pena di morte, ma…” significa semplicemente essere a favore della pena di morte. Questo dimostra di aver intrapreso una direzione che ci riporta indietro nel tempo.
Attenzione però, ad assurgere il Thomson della situazione a vittima innocente. Quest’uomo è un cinico che ha lavorato cinicamente sull’aspetto statistico.
“Perché alla fine è solo statistica” avrà pensato il giorno in cui ha avuto il grande colpo di genio per aumentare i profitti della United Healthcare e i dividendi destinati agli azionisti. Statisticamente sarebbe bastato negare il 30% circa delle spese mediche a chi doveva essere curato e l’obiettivo sarebbe raggiunto.
Ma era statistica anche il fatto che di quel 30% la quasi totalità, diciamo il 90%, fosse composta da persone che non concepiscono la violenza come forma di giustizia e che usano le vie legali per ottenerla; e questo per, almeno, lenire il dolore proprio o per un parente o amico portato via a causa di uno di quei rimborsi negati.
Così come è statistica anche che, di quel 10% rimanente, diciamo un 90%, faccia parte qualcuno che le vie legali non se le possa permettere e, quindi, seppur con grande dolore, debba rassegnarsi a non ottenere né il riconoscimento delle spese mediche, né giustizia per sé o per un parente o amico morto a causa di quei mancati pagamenti.
È, comunque, statistica anche pensare che tra quelle poche persone di quel 10% rimasto, che era il 10% del 30% a cui era stato negato il rimborso, ci possa essere qualcuno che, anziché vivere questa ingiustizia nel silenzio e nella frustrazione, come fanno le persone civili, decida di impugnare una pistola e pianti una pallottola nella nuca di colui che ha avuto quel colpo di genio di ridurre i pagamenti delle spese mediche del 30%…
Quindi viene da chiedersi: Brian Thompson è stato semplicemente ucciso da uno psicopatico o dalla sua amatissima statistica?
Che poi, del resto, anche sulla definizione di “psicopatico”, attribuita Mangione, avrei qualche perplessità. In particolare vorrei chiedere: tra un malato, disperato e che ha subito un’ingiustizia non essendo stato rimborsato, nonostante abbia pagato dei bei soldi alla compagnia di assicurazione, e colui che, senza essere disperato e senza aver subìto alcuna ingiustizia, si prenda la briga, solamente per ingordigia e per freddo calcolo economico di far soffrire, impedendo curarsi, e far morire milioni di persone, chi meriterebbe di più il ruolo di psicopatico?