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di  Massimo Reina

 

Ma guarda un po’, ci volevano il Censis e il Sole 24 Ore – mica due testate sovversive dalla barba incolta – per confermare quello che ormai da mesi si mormora nel retrobottega del Belpaese. Sarà una coincidenza, ma quando certe verità filtrano perfino nelle sante scritture della borghesia occidentale – quella col mito della “democrazia liberale” sempre in tasca, manco fosse la tessera del supermercato – è segno che la frittata è fatta.

Dunque, che ci racconta il sondaggino? Più del 70% degli italiani avrebbe sgamato il gioco: l’Occidente non è quel club esclusivo di “liberi pensatori” dediti al progresso e alla fratellanza universale, bensì un circolo di spacconi che vorrebbero imporre il loro giochetto chiamato libero mercato come se fosse la Bibbia. Non bastava la routine del “si fa come diciamo noi, che siamo più evoluti” – no, adesso gli italiani sono pure stufi di sentirsi ripetere che il modello unico, quello giusto, è sempre e solo quello occidentale, con la sua “democrazia” a intermittenza, a seconda di dove girano gli interessi.

In effetti, “pretendere di imporre” è la frase chiave. L’Occidente non suggerisce, non propone, non dialoga: impone. E gli italiani, che non saranno certo dei fulmini di guerra in politica estera, ma due conti se li sanno ancora fare, hanno iniziato a dirsi: “Ehi, ma questi chi si credono di essere?” Non sorprende, quindi, che oltre il 70% veda imminente il tracollo della mitica Unione Europea, quel condominio litigioso e rigido che fa acqua da tutte le parti. Perché, dopotutto, se a Bruxelles ci si limita a starnazzare sulla burocrazia e a dettare regole da grigi contabili, mentre il mondo fuori si ribella a suon di conflitti e rivoluzioni geoeconomiche, è solo questione di tempo prima che la baracca crolli sotto il peso della propria presunzione.

E poi c’è il capitolo responsabilità. Più del 66% degli intervistati scarica sugli USA e sullo stesso Occidente la colpa per i casini in Ucraina e in Medio Oriente. Ohibò, blasfemia! Eppure, basta sfogliare le prime pagine di questi ultimi anni per notare certe insistenze, certi “interventi umanitari” mascherati da esportazione di valori, che di valore avevano soprattutto il bottino energetico e le aree d’influenza. La gente non è più disposta a mandare giù la pappetta: quel che si spaccia per “guerra per la libertà” puzza di interessi economici lontano un miglio.

E su tutto, la ciliegina: più della metà degli italiani crede nell’ascesa dei Paesi del Sud del mondo. Traduzione: l’ex “Terzo Mondo” non è più terzo, non è più “da civilizzare”, ma sta salendo sul palco, e non certo per ricevere lezioni di benessere occidentalista. E gli italiani lo sanno, annusano il cambiamento come un vino di annata: non perfetto, magari aspro, ma senz’altro diverso dalla solita bevanda annacquata che l’Occidente serve da decenni.

Insomma, questi risultati fotografano un popolo – il nostro – meno imbambolato di quanto molti editorialisti e spin doctor di sistema vorrebbero. Per troppo tempo si è creduto che bastasse un bel titolone, un talk show con i soliti noti, un po’ di retorica sulla “nostra superiorità morale” per convincere la platea. Ora si scopre che la platea non è così scema, e che anzi si permette pure di mettere in discussione lo schema consolidato. Un vero sacrilegio. Ma forse è la dimostrazione che, nonostante tutto, la gente comune non ha perso del tutto l’uso della ragione. E chissà, magari qualche testa d’uovo sulle rive del Potomac o nei corridoi di Bruxelles dovrebbe iniziare a farsene una ragione.

 

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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