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Ingredienti per 4 persone

4 fettine di vitello
8 carciofi
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
1 spicchio di aglio
Sale q.b.
Prezzemolo q.b.
1 limone 

Preparazione

Togliete le foglie più dure dei carciofi, tagliate le punte, divideteli a metà, eliminate la barbetta centrale e tagliateli a spicchi. Man mano che li pulite immergeteli in una ciotola di acqua con il succo di un limone. Fate cuocere i carciofi nell’acqua bollente salata per circa 10 minuti. Mettete l’olio in una padella e fate rosolare lo spicchio di aglio, aggiungete le fettine di carne, mettete il sale, coprite con un coperchio e lasciatele cuocere. A cottura ultimata togliete le fettine di carne dalla padella, adagiatele in un piatto e tenetele in caldo.
Sgocciolate i carciofi, metteteli nel fondo di cottura della carne e lasciateli insaporire per circa 5 minuti.
Disponete le fettine di vitello su un piatto da portata, adagiate sopra i carciofi, cospargete con il prezzemolo tritato e servite.

 

 

Quando gli uomini vivevano con la natura, nel tempo dell'anno che il Sole ritornava a salire nel cielo, sentivano di dover festeggiare il grande avvenimento adornando un abete nella foresta e, nella radura luminosa, con danze e canti si rallegravano nel cuore. Poi, dal Paese dove il mare non gelava mai, un giorno arrivarono alcuni uomini ad annunciare la Grande Novella: era nato Uno che portava la luce. La luce dentro di noi, non fuori di noi. Così per festeggiare quest'Uomo unirono la sua nascita alla festa del Sole.... Quindi gli alberi di Natale servono per ricordare il ritorno del Sole e la nascita di Cristo".

(Mario Rigoni Stern)

 

Molti di noi hanno cantato ogni anno da bambini "Tu scendi dalle stelle" e tornano a cantarla in questi giorni per le feste. Infatti sonoi versi diuna poesia che non è solamente una poesia, ma è anche una canzone, anzi una delle canzoni di Natale più amate e più commoventi.
Di canzoni natalizie ne esistono tante, tutte belle e ciascuno di noi ha la sua preferita. Ma "Tu scendi dalle stelle" merita un "elogio" particolare: è l'unica canzone di Natale composta da un Santo. A scriverne le parole e la musica fu infatti un grande Santo napoletano: Sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787), il più grande missionario della Chiesa italiana del Settecento, fondatore dei Padri Redentoristi, che fu un teologo così sapiente da essere proclamato "Dottore della Chiesa".

 

Il Natale, la festa più attesa dell'anno, è ormai alle porte e "La notte santa" di Guido Gozzano è una delle poesie di Natale più amate. Molti di noi, da bambini, l'hanno studiata a memoria e la poesia è perfetta in questi giorni di festività natalizie proprio per riassaporare l'atmosfera che respiravamo quando eravamo più piccoli e per farla rivivere ai figli e ai nipoti.

Babbo Natale sta arrivando…lo avvertiamo già dai primi giorni di dicembre, quando le strade si addobbano di luminarie ed i negozi sono colmi di confezioni luccicanti. Tra profumi deliziosi, atmosfere zuccherose e colori sfavillanti, l’Avvento somiglia sempre più ad una fiaba. Mai come quest’anno l’umanità intera  si augura che abbia un lieto fine  e che porti in dono tanta luce e serenità. Il periodo natalizio è anche il trionfo delle tradizioni e delle leggende, scopriamone alcune della nostra bella Italia.

Lombardia

 Il simbolo di Milano è sicuramente  il panettone e non può assolutamente mancare durante le feste natalizie. Nonostante la sua notorietà, non tutti conoscono bene la leggenda che circola rispetto alle sue origini.  La più famosa narra che il panettone sarebbe nato alla corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel lontano XV secolo. Era la Vigilia di Natale quando, in occasione del banchetto, il cuoco ufficiale della famiglia Sforza bruciò inavvertitamente un dolce. Per recuperare la situazione Toni, lo sguattero che lavorava in cucina, decise di utilizzare un panetto di lievito che aveva tenuto da parte per Natale. Lo lavorò aggiungendo farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, ottenendo un impasto particolarmente lievitato e soffice. Il dolce venne apprezzato così tanto che la famiglia Sforza decise di chiamarlo “pan di Toni”, da cui deriverà nei secoli a venire il termine “panettone”. 

 Veneto

Secondo la tradizione, i bimbi che vivono in questa splendida regione, soprattutto a Verona, non ricevono i doni da  Babbo Natale, bensì da Santa Lucia. La leggenda narra che nella città, durante le festività del 1200, si era diffusa una grave ed incurabile epidemia che colpiva in particolar modo gli occhi dei più piccoli. Le mamme allarmate, avevano  così deciso di chiedere la grazia a Santa Lucia, da sempre protettrice dei non vedenti, facendo compiere un pellegrinaggio, a piedi scalzi, ai loro figli. A causa del freddo, però, i bambini inizialmente si rifiutarono. I genitori, allora, promisero loro che se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, numerosissimi doni. I bambini accettarono felici e l’epidemia terminò subito.  Da allora  è rimasta l’usanza per tutti i bambini di coricarsi a letto consapevoli dell’arrivo di S. Lucia che porta regali e dolciumi a bordo di un “asinello volante“.

Trentino Alto Adige

Sulle Dolomiti, il Natale è associato ai caratteristici Mercatini del periodo: l’usanza popolare vuole che i doni da scambiarsi siano fatti a mano. Oltre ai tanti eventi organizzati, il Trentino Alto Adige è ricco di tradizioni che si tramandano, come quella della Corona dell’Avvento. In ogni casa ne troviamo una, dove ogni famiglia si prepara alla nascita del Salvatore. Essa  ha una struttura di forma circolare, intrecciata con rami di abete, all’interno della quale vengono disposte 4 candele che si accendono, mano mano,  ogni domenica dell’avvento, segnando così le quattro settimane che separano dal Natale. Alcune versioni prevedono la presenza di una quinta candela posta al centro del cerchio che viene accesa il giorno di Natale

Piemonte

 Il Natale del Piemonte più tradizionale è legato all’allestimento del presepe. La regione non vanta una scuola storica di presepisti, ma sul territorio sono attivi dei bravissimi artigiani, ma anche dei semplici appassionati, che realizzano e producono ottime statuine nei materiali più svariati. Secondo la consuetudine il protagonista indiscusso del Presepe è Gelindo, il pastore contadino con agnello sulle spalle, cappello in testa, giacca e calzoni sotto il ginocchio, “cavagna” (cesto) al braccio e cornamusa. Ogni anno si svolge in suo onore la Sfilata dei Pastori che rendono grazia a Gesù Bambino con dei canti in dialetto.

Liguria

Il Natale in Liguria è fatto di tradizioni semplici che rispecchiano una terra da sempre poco incline all’ostentazione. L’usanza più sentita è quella del  “Ceppo di Natale”. La cerimonia,  che si tiene ogni anno il sabato che precede il Natale, è molto sentita a Genova e a Savona.
La storia narra che l’Abate, rappresentante del popolo, regalasse al Doge, l’antico signore della città, un grosso ceppo di alloro, legato con nastri bianchi e rossi (i colori della bandiera genovese con la croce di San Giorgio) , che veniva pubblicamente bruciato in piazza come simbolo beneaugurante per l’anno venturo. Alla cerimonia partecipavano anche i popolani, che al termine cercavano di portare a casa un piccolo tizzone come amuleto portafortuna.            Oggi la tradizione viene rispettata e, dopo un corteo storico per le strade della città, il figurante dell’Abate dona al Sindaco il ceppo. Il falò in Piazza segna l’inizio delle festività natalizie liguri.

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