Pin It

 

La Santa Pasqua apre uno scenario di riti pregni di forte spiritualità e tradizioni in cui la Penisola Sorrentina si identifica.

Tradizioni che iniziano dalla Domenica delle Palme con i rami di ulivo affiancati dalle palme di confetti, che sia grandi che piccoli portano a benedire sul sagrado delle Chiese o nello spazio esterno antistante a seconda la volontà del Sacerdote.
Le palme di confetti, sono delle composizioni che vengono create manualmente formate da confetti inferrati tra di loro che danno vita a tralci di fiori, alberelli e soggetti vari dai molteplici colori.
Questa tradizione nasce da una leggenda che narra che i saraceni nel XVI secolo, tentarono un'invasione nella Penisola Sorrentina proprio nel giorno della domenica delle palme mentre la popolazione era in Chiesa pregando di essere risparmiati dal saccheggio.
Essi furono accontentati apprendendo la notizia da un pescatore che fa irruzione nella Chiesa accompagnato da una donna che annunciò il naufragio della flotta saracena in cui soltanto la donna, una schiava saracena, era riuscita a salvarsi e come ringraziamento di tale salvataggio, elargí a tutti dei confetti colorati che aveva portato dal suo paese.
Nella settimana Santa, invece, da Vico Equense a Massa Lubrense, abbiamo lo svolgimento per le strade delle storiche processioni, cortei di incappucciati che rappresentano la passione e morte di Gesù Cristo. Ognuna viene organizzata da una Confraternita che si distingue l'una dalle altre per il colore delle vesti e i cori che sono accompagnati da bande musicali.
Il Miserere, è il più antico, viene cantato solo da voci maschili ed è un inno con cui si implora il perdono di tutte le colpe.
Il Giovedì Santo tutti i figuranti che compongono le processioni, si apprestano ad uscire per le strade fermandosi a visitare i "sepolcri" delle varie Chiese, composizioni floreali realizzate con i germogli dei semi di grano corredate da scenografie allestite sugli Altari della reposizione.
Queste del Giovedì Santo sono chiamate processioni bianche, per il colore delle vesti che vengono indossate mentre il volto é nascosto sotto a un cappuccio. Esse rappresentano la ricerca della Madonna del figlio condannato alla morte in croce e sono molto suggestive perché si svolgono durante la notte dove si ode solo il rullo dei tamburi e il canto dei cori in un'atmosfera di silente raccoglimento. Il profumo dell'incenso regala una meravigliosa cornice a questo quadro religioso.
La processione nera, invece, si svolge al venerdì Santo alla sera dove gli incappucciati trasportano il simulacro del Cristo Morto seguito dalla Madonna Addolorata.
Ció che accomuna tutte le processioni, sia bianche che nere, sono i simboli che ogni figurante porta tra le mani che rappresentano i misteri : i chiodi emblema della crocifissione di Gesù, il sudario, la bacinella in cui Ponzio Pilato si lavó le mani, la borsa con i trenta denari di Giuda, il Gallo, la colonna e il flagello e poi ancora i lampioni, i turboli per spargere l'incenso, le statue raffiguranti Gesù e la Madonna.i tamburi che con il loro rullo annunciano l'incedere lento della processione.
Oltre le tradizioni religiose vi sono anche quelle culinarie che prevedono la classica Pastiera napoletana e il Casatiello, simboli della tavola pasquale non solo della penisola sorrentina, ma dell’intera Regione Campania.
La pastiera è una torta a base di ricotta preparata con il grano e aromatizzata con l’ essenza di fiori d’arancio mentre il casatiello è una torta rustica cotta al forno, con pasta di pane fatto con criscito a forma di ciambella arricchito con strutto, pepe, salumi e formaggi con “cestini” scavati sulla superficie dove vengono appoggiati uova sode.

 

Processione bianca

 

Pastiera 

 

Pin It
Info Autore
Imma Pontecorvo
Author: Imma Pontecorvo
Biografia:
Imma Pontecorvo nasce a Vico Equense e vive a Piano di Sorrento, sulla Costiera Sorrentina. Consegue il diploma magistrale, seguito da quello tecnico commerciale, quindi la Laurea in Scienze dell’Educazione, indirizzo Educatore Professionale, presso l’Università Suor Orsola Benincasa, di Napoli. Accanto alla sua professione come docente non ha mai smesso di coltivare quella che è la sua più grande passione: la scrittura. Ama scrivere fin dai tempi dell’adolescenza e partecipando a concorsi letterari, sia a livello nazionale che internazionale, si è aggiudicata diversi premi e riconoscimenti. Vincitrice -nella sezione favola- al 4° Concorso Artistico Letterario Nazionale "Perdersi nell'amore" " promosso dall'Associazione "Atlantide" - Centro studi per le arti e la letteratura - Cosenza/Genova, 2020 con l'opera “Nico e il fantastico mondo del mare “, ha al suo attivo varie pubblicazioni che abbracciano diversi generi, dalle sillogi di poesie, ai romanzi rosa fino ai racconti di formazione per ragazzi. @immalibri
I Miei Articoli


Notizie