In molti centri del Sud Italia, dal giorno successivo al Carnevale e per tutto il periodo quaresimale, è ancora possibile imbattersi in delle rudimentali bamboline di stoffa, esposte alle finestre o sospese a un filo steso da una casa all’altra che una volta servivano a scandire il trascorrere del tempo che precede la Pasqua.
Con una ritualità che resiste ai cambiamenti della società, le bambole Quaresima sono riconducibili ad un unico oggetto tradizionale ma presentano peculiarità, caratteristiche e nomi diversi a seconda dei luoghi: in Abruzzo, Molise e Puglia il termine più comune è Quarantane; in Calabria è molto diffuso Corajisime o Quarajisime, in Campania vengono chiamate Quaravesime o Caraesime.
Tra le caratteristiche comuni di questi fantocci c’è quella di venire rappresentati vestiti di nero e nell’atto di filare: infatti recano nella mano sinistra la rocca e nella destra il fuso. Il filo rappresenta lo scorrere del tempo (come nelle figure ancestrali delle Moire). Nell’interpretazione cristiana, il periodo di esposizione e di quarantena è un tempo di privazioni, di penitenza, di astinenza dai cibi grassi e dai piaceri e la figura della pupattola quaresimale deve ricordare il comportamento da rispettare. Ma il simbolo comune più evidente è quello delle sette penne: in testa o ai piedi è posta una arancia, una patata o talvolta un limone con infisse sette penne di gallina, tante quante sono le domeniche che precedono la Pasqua. Ogni settimana si toglie una penna. L’ultima, sfilata un tempo nel giorno del Sabato Santo, determina la fine del lungo periodo di Quaresima e annuncia la gioia della Pasqua di Resurrezione.
In alcune località, come avviene a Montescaglioso in Basilicata, è possibile vedere penzolare appesi ad una corda tesa da una casa all’altra, sei pupazzi di stoffa vestiti di nero e uno piccolo e bianco, sono le “quaremme”, rappresentano le settimane della Quaresima e hanno ognuna un nome: “Anna, Susanna, Rebecca, Rebanna, Palma, Pasquaredda, e Pasquairanna”.
A conferma delle diversità che si possono riscontrare in luoghi anche vicini si noti come a San Costantino Albanese, sempre in Basilicata, presso la comunità arbëreshe della provincia di Potenza, la bambola prenda il nome di “kreshmza” e sia rappresentata con l’abito tradizionale dai colori sgargianti.
Ma in ogni caso si tratta di calendari rurali, dalle origini remote, carichi di significati e simboli della cui rivalutazione si sta occupando, ormai da alcuni anni, un sodalizio di appassionati e studiosi, antropologi e liberi ricercatori, rappresentanti di compagnie di tradizioni popolari e proloco che rispettivamente in Abruzzo e Molise, Campania e Puglia, Basilicata e Calabria, condividono una passione comune per tali oggetti tradizionali. Ciascuno dei referenti regionali porta avanti una ricerca documentale e proposte di rivitalizzazione della tradizione nel proprio territorio. Inoltre questo gruppo si ritrova a rotazione ogni anno in una delle regioni coinvolte e promuove tavole rotonde e convegni nazionali sul tema delle bambole Quaresima.
Tutto è cominciato nel 2015 a Santa Croce di Magliano nel Molise. L’incontro organizzato da Angela Cicora, libera ricercatrice, ha messo a confronto le Quarantane molisane con i fantocci rituali di altre due regioni: Abruzzo e Puglia.
Nell’anno successivo il convegno di studi sui riti quaresimali è stato ospitato in Abruzzo, a Torrevecchia Teatina, dalla Compagnia Tradizioni Teatine dove, tra canti e balli, il seme della collaborazione si è allargato ad altre regioni: Basilicata, Calabria e Campania.
Il III Convegno Nazionale è stato ospitato in Calabria dalla Città di Amaroni (CZ) ed è stato curato dall’Associazione Culturale Radici Calabre in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la direzione artistica del referente calabrese Andrea Bressi. In quest’occasione è stata presentata la pubblicazione degli atti del II convegno dal titolo: Quarantana – La Festa delle bambole volanti, un rito antico che rinasce. La tappa calabrese ha segnato anche la volontà comune delle associazioni e dei ricercatori del centro-sud d’Italia di sottoscrivere un’unione di intenti per la costituzione della Rete Nazionale delle Bambole Quaresima, siglata con un Protocollo d’intesa l’anno successivo (2018) durante il IV convegno tenutosi a Nola, in Campania e curato dalla Pro Loco di Nola.
Il 2019 è stata la volta della Puglia, il convegno è stato organizzato a Lucera (Fg) dall’ Associazione Centro Italiano Femminile (CIF). L’edizione pugliese del convegno è stata impreziosita dalla partecipazione del trentacinquenne russo Mikhail Kadatov di Rostov, che ha portato testimonianza del suo approfondito lavoro di ricerca sui calendari quaresimali in Russia e nelle località confinanti. Il VI convegno nazionale si sarebbe dovuto svolgere nel 2020 a San Costantino Albanese (PZ), ma l’evento è stato rinviato a causa dell’emergenza sanitaria. Nonostante l’assenza del convegno, la tradizione delle bambole Quaresima è stata portata avanti e ha dimostrato la propria attualità e necessità. Il lockdown messo in atto per l’emergenza sanitaria ha riguardato per gran parte il periodo di Quaresima e le bambole Quaresima sono state lì, sospese all’aperto, e hanno rappresentato uno stato di sospensione e quarantena vissuto nella realtà dalle persone all’interno delle proprie abitazioni. Anche per questo nuovo anno segnato dalla pandemia, molti riti e feste di comunità come il Carnevale sono stati limitati e penalizzati in tutto il territorio nazionale ma quello delle bambole Quaresima è un rito che non prevede uno scambio comunitario diretto e potrà continuare ad essere perpetuato arricchendosi di nuovi significati. L’invito della Rete nazionale delle bambole Quaresima è quello di mantenere viva questa tradizione riscoprendone il senso antico e ricercando le motivazioni che rendono questo rito attuale e sentito.
Questi i referenti della RETE NAZIONALE BAMBOLE QUARESIMA: Lucia Laterza, Proloco di Montescaglioso (Basilicata), Amedeo Carbone di San Costantino Albanese (Basilicata), Luigia Cirsone, vice presidente Associazione Centro Italiano Femminile, CIF di Lucera (Puglia), Antonio Del Piano e Giuseppe Trinchese, liberi ricercatori della Pro loco di Nola (Campania), Angela Cicora, Associazione Amast di Santa Croce di Magliano (Molise), Francesco Stoppa della Compagnia delle Tradizioni Teatine e direttore Centro Antropologico Università G. D’Annunzio, di Torrevecchia Teatina (Abruzzo), Andrea Bressi, libero ricercatore catanzarese, Associazione culturale Radici Calabre (Calabria).
Andrea Bressi, libero ricercatore
Referente regionale per la Calabria
della Rete Nazionale Bambole Quaresima