di Omar Falvo
Non è una fiaba creata dalla penna raffinata dei fratelli Grimm, e nemmeno un episodio natalizio della serie “La Signora del West”, nata dalla penna di Beth Sullivan. Quello che stiamo per raccontare è un vero e proprio miracolo, una goccia di speranza sbocciata a Polinago, borgo alle pendici del monte Cimone, in provincia di Modena.
In questi giorni, nel ridente Comune è stato presentato il primo panettone “di montagna”, creato dal talento di Fabrizio Sponza, dalla cura certosina dei dettagli dello Chef Enea Braglia e dal contributo del maestro pasticcere Alboni Mauro, “firma” - per utilizzare una metafora giornalistica - della pasticceria a livello mondiale. In questo scenario, paragonabile ai luoghi rievocati nella fiaba di Hansel e Gretel, prende vita un vero e proprio portento, pregno di uno spirito natalizio senza precedenti.
Nel cuore di questo borgo delle meraviglie, nel forno “Arte Bianca” è stata elaborata una ricetta sorprendete: un panettone emblema di una vera e propria speranza per tutti i villaggi di montagna. Dal forte valore simbolico, questo panettone artigianale racchiude i sacrifici, i sogni, il desiderio di una vita sull’Appennino tosco-emiliano. Prodotti a chilometro -1 renderanno questo dolce, tipico dei periodi natalizi, una vera chicca da gustare. Le amarene di Gaia Venturelli e tante altre prelibatezze saranno la ciliegina sulla torta di una “creatura” unica.
“E’ stato un grande onore poter assistere alla prima sfornata dei panettoni artigianali di Polinago, e soprattutto vedere all’opera un maestro mondiale della pasticceria, appositamente giunto a Polinago per instradare i nostri ragazzi in questo progetto. A Natale porteremo sulle tavole un nuovo prodotto made in Polinago”, ci racconta Simona Magnani, sindaco di Polinago. Questa storia, che abbiamo raccontato con “La Voce agli italiani” è un segnale tangibile della resistenza, di un amore viscerale per i propri luoghi, una sorta di fortezza per celebrare, e catapultare nel futuro 4.0, quelle tradizioni fortemente tangibili in luoghi dalla rara bellezza paesaggistica e caratterizzati da una storia incredibile. “Siamo veramente contenti, il primo panettone è per noi tutti un sogno, un percorso per far conoscere le nostre autenticità”, conclude Enea Braglia, Chef rinomato dell’Appennino.