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di Giovanni Macrì

La storia di Custonaci è molto simile a quella di molti paesi siciliani. Nel 1241 il borgo fu governato da Federico II di Svevia che decise di suddividere il territorio in più contee. Le contee furono affidate alle famiglie più facoltose di Erice per gestirle. La costa di marmo comprendeva sette contee con 36 terre da coltivare. Intorno al territorio si formarono i cosiddetti bagli, strutture destinate alla gestione delle attività agricole e del relativo contado. Intorno al Baglio, era un villaggio abitato. Uno dei bagli più importanti è il Baglio Cofano sul monte omonimo, abbandonato alla fine della seconda guerra mondiale. Un baglio era come un grande cortile che circondava un terreno agricolo. Oggi si possono vedere i bagli attaccati alle case della campagna siciliana. Nei primi anni del secolo scorso Custonaci fu compreso nel comune di Erice, precisamente il comune di Monte San Giuliano. Grazie all'estrazione del marmo dalle sue cave rupestri, Custonaci ottenne l'indipendenza da Erice nel 1950. Oggi è considerato il più importante produttore di marmo d'Italia e d'Europa dopo Massa Carrara. 

 

di Adelaide Baldi

Se il 14 agosto vi trovate nel paese di “Benvenuti al Sud”, o nelle vicinanze, recatevi presso la scogliera del Lungomare Perrotti, a Santa Maria di Castellabate (Salerno). Dalle ore 16:30 potrete assistere, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, a uno degli eventi più antichi del Cilento: il “Palio della Stuzza”, giunto alla 120esima edizione.

 

di Monica Vendrame

Albisola Superiore e Albissola Marina sono due comuni limitrofi della provincia di Savona. Insieme formano il territorio di Albisole, famoso per l’antica tradizione della lavorazione delle ceramiche. La ceramica di Albisola è infatti conosciuta a livello internazionale, per la sua storia antica, per la lavorazione raffinata e elegante e per l’alto numero di artisti che nel tempo sono rimasti così affascinati dalle produzioni di Albisola da soggiornare in questo territorio per scoprire tutti i segreti delle sue ceramiche. Non a caso, i due comuni sono tra i fondatori dell’AiCC (Associazione Italiana Città della Ceramica), che ha come obiettivo quello di tutelare e valorizzare la ceramica artistica e artigianale italiana.

Il mare, il sole, i caseggiati ben rifiniti, protetti da solide alture, sono ovviamente il primo biglietto da visita di queste località. Ma non appena ci si mette piede, gironzolando senza meta, ci si rende conto di trovarsi in un luogo diverso. La ceramica, qui, permea ogni aspetto della quotidianità e si insinua in ogni spazio. La maiolica compone le insegne dei negozi, occhieggia dalle fontane, riluce nei piatti e nei decori al ristorante. Sono di maiolica persino le targhette informative del percorso turistico. In un contesto del genere, le installazioni e i monumenti di artisti che hanno svolto un ruolo cardine nel secolo appena passato, spuntano in ogni dove. Anche senza entrare in uno dei tanti laboratori sparpagliati sulle due cittadine, la ceramica ti viene incontro e finisce con l’ammaliarti. Ne è un esempio la passeggiata Eugenio Montale di Albisola Superiore.

Ed anche se si continua la camminata per varcare “il confine” e giungere nella vicina Albissola Marina, l’incredulità non ci abbandona. Presto ci si trova a calpestare il Lungomare degli Artisti. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, infatti, l’amministrazione comunale dovette procedere al rifacimento del marciapiede lungo la strada costiera, e pensò di far disegnare dei mosaici pavimentali ad artisti che in quel periodo frequentavano assiduamente la città. L'intento era quello di realizzare il nuovo lungomare, concepito come un'opera d'arte pibblica calpestabile. E così avvenne. Ecco perché, oggi, sotto i piedi, si trovano composizioni di Capogrossi, Fontana, Luzzati e Sassu.

 

di Maria Cristina Sabella

Viene ricordato il 7 agosto di ogni anno, nel giorno di San Donato.

Intorno all'anno 836 compare per la prima volta il toponimo Musile - (diga, argine), corrispondeva ad un paesino sulle rive del Piave.

Si afferma che originariamente Musile venisse chiamata S. Donato.

 

di Rita Scelfo

Il 30 Luglio si ricorda a Palermo il processo e la condanna per veneficio e stregoneria di Giovanna Bonanno, conosciuta come La vecchia dell’aceto. Era il 30 Luglio del 1789 e i nobili cercavano di avere i primi posti a Piazza degli Ottangoli (oggi Quattro canti), dove si sistemavano le forche più alte della città e dove fu impiccata “La vecchia di l’acitu” (La vecchia dell’aceto). Studi sull’esoterismo affermano che l’anima della persona morta per cause innaturali vaghi di luogo in luogo per trovare la pace; il fantasma di questa donna, infatti, si racconta che giri per le strade della città nella notte del 30 Luglio.

 

di Giovanni Macrì

Ad “Alcara Li Fusi”, paese dei grifoni, antichissimo centro dei Nebrodi, in provincia di Messina, il 24 giugno di ogni anno, per la festività di San Giovanni, al rito cristiano si sovrappone quello pagano “dû muzzuni”. Un vaso di terracotta con dentro steli di grano arricchito con drappi e gioielli.

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