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Le pipe calabresi sono il fiore all’occhiello dell’artigianato locale, una tradizione che si tramanda da padre in figlio e porta a lavorare il legno con grande maestria. Si tratta di un lavoro delicato e passionale. La produzione delle pipe è legata soprattutto alla conformazione del territorio, ricco di risorse forestali ed agricole, che ha favorito la produzione di legname permettendo così ai pastori, nelle lunghe ore di sosta passate tra le montagne a guardia del gregge, di dedicarsi all’arte dell’intaglio per realizzare attrezzi e suppellettili di uso quotidiano; un'attività agro-pastorale che, nel corso degli anni, si è raffinata tanto da arrivare a generare una fiorente attività produttiva.
I meriti vanno sì alla naestria degli artigiani, ma anche alla materia prima, la radica calabrese, ovvero l’Erica Arborea che, dato il basso contenuto di tannini, è considerata la migliore al mondo per qualità. Le pipe, infatti, sprigionano un ottimo sapore quando le si fuma, meno aspro ed amaro rispetto alle altre.
Oggi la produzione più rappresentativa è insediata a Brognaturo, piccolo centro montano in provincia di Vibo Valentia. Il punto di riferimento è la famiglia Grenci, senza la cui arte la pipa non avrebbe avuto un successo così duraturo. Da oltre quarant’anni e da ben tre generazioni, realizza capolavori in radica di erica intagliata, seguendo ancora i vecchi metodi di lavorazione. Le opere sono apprezzate da una clientela d’elite, da veri e propri estimatori: dall’ex presidente della Repubblica e grande collezionista Sandro Pertini, Enzo Bearzot e lo storico sindacalista Luciano Lama
Ma c'è un altro luogo, in Calabria, che lega il proprio nome alle tradizionali pipe locali: si tratta di Scido, Reggio Calabria, un piccolo paese dell'Aspromonte che, per lungo tempo, ha ospitato numerosi artigiani dediti alla produzione di pipe di pregio.
Per celebrare questa lunga tradizione, qualche anno fa l'Amministrazione comunale, con l'acquisizione di Palazzo Ruffo, decise di allestire un museo dedicato alla tradizione contadina ed artigiana della zona. La pipa è protagonista di un'intera sala, che accoglie oltre duecento esemplari realizzati dal compianto Mastro Rocco De Giglio, abile artigiano locale. In una vetrina fanno bella mostra di sé pregiate pipe a forma di uccello, nelle altre, invece, sono custoditi esemplari a forma di mammiferi, di rettili e persino di animali preistorici e di personaggi storici e politici. Una collezione estremamente varia e particolare.

 Santa Lucia bella
dei bimbi sei la stella,
tu vieni a tarda sera
quando l’aria si fa nera.
Tu vieni con l’asinello
al suon del campanello,
e le stelline d’oro
che cantano tutte in coro:
“Bimbi, ora la Santa é qui
ditele così:
cara Santa Lucia
non smarrir la via
trova la mia porticina
quella é la mia casina!”
E giù tanti doni.


La mia terra, posta ai piedi della Alpi: la Bassa, la Val Padana. Terra di zanzare e di torride e afose estati, di nebbia e gelate invernali. Terra di papaveri, che danno colore al grano, e di rondini, che allegre nidificano sotto i tetti dei fienili. 

Terra di magia... e questa magia si chiama “Santa Lucia”

BRESCIA - Tutto inizia coi i primi timidi scampanellii all’inizio del mese di dicembre, per poi proseguire, sempre più allegri, fino ad arrivare alla notte magica del 12, e scatenarsi in gioia, stupore e allegria la mattina del 13, il giorno dedicato a Santa Lucia.
Si, perché da noi, nella Bassa, tra Verona, Brescia e Cremona, per un anno intero i bambini aspettano trepidanti che si compia la magia.
I più grandicelli aiutano i piccoli a scrivere la letterina alla Santa dove chiedono, o meglio ci provano: doni, giocattoli e dolciumi. Se sono stati buoni durante l’anno, Santa Lucia passerà da loro e lascerà il tanto desiderato dono, nel caso contrario, troveranno solo del carbone. 


La sera del 12 dicembre, dopo cena, fuori dalla porta di casa, i bambini preparano del fieno e delle carote per sfamare l’asinello ed un bicchiere di latte e dei biscotti per Santa Lucia.
Poi, di corsa, a nanna: occhi ben chiusi, perché se la Santa li trova svegli getta loro cenere negli occhi e non lascia doni.
È ancora buio fuori quando, la mattina del 13 dicembre, mamma e papà svegliano i bambini per gioire con loro della rinnovata magia del passaggio di Santa Lucia. 

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