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di Giovanni Teresi

Trainato da un cavallo, da un mulo, da un asino il carretto, nel 1778, inizia il trasporto di legna e di prodotti agricoli come grano, legumi, agrumi, mandorle, vino. A volte nelle feste o nelle poche giornate libere diventa mezzo di trasporto per l’intera famiglia per una sorta di gita fuori porta. Nella seconda metà del XX secolo con la diffusione dei veicoli a motore “u carrettu” perde la sua funzione originaria. Ma di certo oggi il carretto siciliano è un simbolo della Sicilia ma anche un mezzo di educazione e di salvaguardia delle tante tradizioni e credenze isolane.

Ancora oggi dà la piacevole sensazione di stupore con gli intagli e le pitture; vere e proprie opere d’arte affidate alle mani esperte di pittori che lo decorano con storie di matrice religiosa, popolare e con le opere dei paladini. 

Creare un carretto non è un lavoro da poco e soprattutto necessita di artigiani con specializzazioni diverse: l’intagliatore per tutte le parti in legno, il fabbro per gli elementi in ferro, il carradore per assemblare tutte le parti. Fatto questo, diventa essenziale l’arte del pittore per dipingere praticamente tutto il possibile e il bardatore per creare gli addobbi che vestono il cavallo con i colori e i soggetti del carretto. Spesso non c’è centimetro che non illustri momenti della storia dell’isola, dell’epica o della religiosità il che rende i carretti preziose costruzioni, vere opere d’arte itineranti. Nel XX secolo, oltre a essere una sorta di amuleti, le pitture sono un mezzo pubblicitario che attira gli sguardi e quindi l’interesse dei possibili acquirenti delle merci trasportate. Insomma più bello il carro più ricco il carrettiere, quindi, il carretto diviene un vero e proprio status symbol dell’epoca.

Ma anche le forme cambiano più o meno in tutte le varie province dell’Isola; nel palermitano, ad esempio, il carretto ha sponde trapezoidali, una tinta gialla e decorazioni prevalentemente geometriche. I personaggi di tema cavalleresco e religioso hanno sfumature ridotte all’essenziale e prospettiva bidimensionale. Nel catanese invece le sponde sono rettangolari, la tinta di fondo rossa e le decorazioni molto complesse e rifinite. I personaggi nei quadri hanno tridimensionalità e i chiaroscuri sono marcati. Molti affermano che per i tanti episodi storici, letterari, religiosi o cavallereschi che lo rivestono, il carretto siciliano è in realtà una sorta di libro illustrato.

Così di paesino in paesino, via via che si inoltrava nelle terre siciliane, esso veniva osservato da vecchi e bambini tramandando storie e miti.

Il carretto siciliano è indissolubilmente collegato alla figura mitica del carrettiere che viaggiava da solo per ore e ore nelle giornate torride e nelle notti fredde e cantava.

I canti discendono direttamente dai plan cioè lamenti dei trovatori provenzali. Spesso i carrettieri si incontravano nei fondaci, luoghi per riposare e bere, dove nascevano vere e proprie competizioni. I più gettonati erano i canti sulle fidanzate o su problemi di cuore ed innamoramenti.

Il carretto siciliano simboleggia la Sicilia anche in molte opere letterarie di successo, dalle novelle di “Vita dei Campi” di Giovanni Verga alla “Cavalleria Rusticana” fino ai numerosi richiami presenti ne ” Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Le storie a cui i pittori si ispiravano erano soprattutto basate sui poemi medievali e rinascimentali con Crociati e Mori. 

Nel 2001 l’UNESCO ha inserito il carretto siciliano tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità assieme al teatro dei burattini “Opera dei pupi”.

Musei dei carretti siciliani stanno via via nascendo come il Museo del carretto siciliano Gullotti a Bronte in provincia di Catania; il Museo Regionale di Terrasini in provincia di Palermo.

Oggi non circolano abitualmente per le vie ma li si può ammirare in eventi quali sfilate, esposizioni, feste pubbliche e cerimonie folcloristiche. 

 

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Info Autore
Giovanni Teresi
Author: Giovanni Teresi
Biografia:
Giovanni Teresi (03/11/1951, Marsala) è docente in pensione, poeta e scrittore contemporaneo. Ha pubblicato testi di poesia e racconti in riviste nazionali e internazionali. È scrittore benemerito dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli per le sue liriche in “Nuove Lettere”. Dal 2011 è Membro d’Onore dell’Association Rencontres Européennes Europoésie con sede a Parigi e Presidente della Delegazione francofona in Sicilia Marius Scalési. Ha collaborato con la Rivista Latinitas in Civitate Vaticana. È’ Presidente del Punto Centrum Latinitatis Europae di Marsala, Associazione Culturale con sede ad Aquileia. Dal 12 Novembre 2017 è Accademico di Sicilia per la Letteratura. È membro dell’Ottagono Letterario di Palermo. Il 23 Luglio 2018 gli è stato conferito il Premio Nazionale Liolà – Tributo a Luigi Pirandello.
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