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di Giovanni Teresi

La commemorazione dei defunti del 2 novembre, ha un’origine antica.

La Festa dei Morti in Sicilia è un appuntamento molto sentito e legato alla tradizione.

Si tratta, anzitutto, di un modo per ricordare le persone care, ma anche un mezzo per mantenere vivo il legame con loro. È, inoltre, una festività che aiuta a esorcizzare la paura della morte. Ogni famiglia ha le sue usanze, così come ha i suoi piatti speciali, ricette che proprio non possono mancare, come il macco di fave, tipica preparazione siciliana a base di fave; la zuppa di ceci; frutta secca e le muffulette, tipico pane morbido. Alcune consuetudini, in generale, accomunano tutta la Sicilia. I più piccoli ricevono in regalo giocattoli e dolci (come frutta di martorana, pupi di zucchero o biscotti di vario tipo), che rendono il ricordo anche una celebrazione. Gli stessi adulti vivono questo momento in modo speciale, preparando i regali per i bimbi e ricordando storie relative ai defunti.

Il 2 novembre, infatti, l’idea della morte, solitamente temuta e allontanata, si carica di un’atmosfera allegra e, tra giocattoli, dolci e leccornie, la si esorcizza e la si rende un’occasione per rendere omaggio ai cari defunti. 

Sebbene negli ultimi decenni la tradizione di Halloween sia sempre di più diventata parte anche del folclore locale, la Festa dei Morti continua a essere comunque una celebrazione partecipata e apprezzata dai siciliani. Inoltre, se si vanno a ricercare le radici della Commemorazione dei Defunti del 2 novembre, si scopre subito che le due tradizioni, per quanto geograficamente distanti, non sono, tuttavia, del tutto scollegate e che, al contrario, potrebbero condividere la stessa genesi.

Forse non tutti sanno, in effetti, che Ognissanti e la Festa dei Morti affondano le radici in un tempo antichissimo e in una terra ben lontana dall’Isola del sole e del mare.

L’origine della festa di Ognissanti va ricercata lontano nel tempo e nello spazio e, anticamente, nulla aveva a che vedere con la sua attuale natura cattolica e religiosa. Sembrerebbe, in effetti, che questa ricorrenza avrebbe luce dagli antichi popoli celtici, i quali avevano la consuetudine di dividere l’anno solare in due fasi, quella della rinascita della natura e quella dell’inizio del suo letargo. Se la prima ricorrenza cadeva a maggio, la seconda era invece celebrata all’inizio del mese di novembre, il periodo dell’anno in cui la terra veniva messa a riposo. Questa celebrazione prendeva il nome di Samhain ed era considerato il giorno in cui, più di tutti, si assottigliava il velo che divideva il mondo dei vivi da quello dei defunti. 

Con l’avvento del Cattolicesimo, ovviamente, questa festività perse via via la sua funzione di rituale agricolo per caricarsi di significati religiosi.

Nel VII secolo, non potendo sradicare il culto pagano del Samhain dal tessuto sociale, papa Bonifacio IV decise di integrare le due tradizioni, dando vita alla festa di Tutti i Santi, collocata, però, il 16 maggio. Solo due secoli dopo, nell’835 d.C, papa Gregorio IV spostò la celebrazione al primo novembre. Nel X secolo, infine, la Chiesa Cattolica istituì un’ulteriore ricorrenza dedicata al culto dei defunti, fissata appunto nel giorno del 2 novembre

In Sicilia la Commemorazione dei Defunti del 2 novembre non si veste affatto di panni solenni e ossequiosi e, anzi, sembra quasi un carnevale di balocchi specialmente per i più piccini.

In quest’occasione, infatti, la morte smette, almeno per un momento, di fare paura.

Chiaramente, tuttavia, il 2 novembre resta un giorno dedicato alla memoria delle persone care che non ci sono più e, per questa ragione, vi è la consuetudine di recarsi al cimitero a far visita ai defunti, portando loro un omaggio floreale.

In questo giorno i bambini possono gustare dolci di ogni tipo e ricevere doni.

Folclore vuole, infatti, che nella notte tra l’1 e il 2 novembre, considerata la più lunga dell’anno, le anime dei defunti ritornino a camminare tra i vivi. Durante questa notte, si fa intendere che essi lasciano in dono ai bambini giocattoli e pensierini, che i piccoli troveranno la mattina seguente.

Usanza comune, specialmente in passato, era quella di organizzare una vera e propria caccia al tesoro per divertire i bambini, nascondendo i regali in giro per la casa o, addirittura, per l’intero paese.

Infine, vi era un tempo l’abitudine di lasciare appese in casa le scarpe consumate, che il giorno seguente i bambini ritrovavano piene di dolci o sostituite da calzature nuove. 

 

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Info Autore
Giovanni Teresi
Author: Giovanni Teresi
Biografia:
Giovanni Teresi (03/11/1951, Marsala) è docente in pensione, poeta e scrittore contemporaneo. Ha pubblicato testi di poesia e racconti in riviste nazionali e internazionali. È scrittore benemerito dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli per le sue liriche in “Nuove Lettere”. Dal 2011 è Membro d’Onore dell’Association Rencontres Européennes Europoésie con sede a Parigi e Presidente della Delegazione francofona in Sicilia Marius Scalési. Ha collaborato con la Rivista Latinitas in Civitate Vaticana. È’ Presidente del Punto Centrum Latinitatis Europae di Marsala, Associazione Culturale con sede ad Aquileia. Dal 12 Novembre 2017 è Accademico di Sicilia per la Letteratura. È membro dell’Ottagono Letterario di Palermo. Il 23 Luglio 2018 gli è stato conferito il Premio Nazionale Liolà – Tributo a Luigi Pirandello.
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