Tanto c'è Netflix: il mito del precariato felice secondo Repubblica
di Massimo Reina
Ah, i bei tempi andati, quando il precariato era ancora sinonimo di disagio, sfruttamento e sogni spezzati. Oggi, grazie all’illuminata visione di certi media, scopriamo che, a pagare 1.400 euro al mese per un letto e un bagno in comune con altre 26 anime, si può vivere un’esperienza multiculturale unica. Questo ci racconta, con la solita enfasi da fiction americana, l'articolo di Repubblica, che si spinge a dipingere la vita dei giovani precari come una festa continua, dove ogni difficoltà viene archiviata sotto la voce "esperienza".