di Massimo Reina
È sempre lui, il Donald: l’uomo del “faccio come voglio” che stavolta punta il dito contro i laboratori, quei templi della scienza dove il confine tra progresso e follia è sottile come il filo di un rasoio. L’ultima trovata? Un ordine esecutivo per sospendere i finanziamenti federali alla ricerca “gain-of-function”. Tradotto: niente più soldi pubblici per manipolare virus e renderli più potenti, almeno finché lui è al timone.
Gain-of-Function: il frankenstein dei virus
Per chi non mastica virologia, il termine “gain-of-function” potrebbe suonare innocuo, persino affascinante. In realtà, parliamo di esperimenti che modificano geneticamente i virus per renderli più infettivi o letali. L’idea è studiare come potrebbero evolversi naturalmente e anticipare eventuali pandemie. La pratica, però, è una roulette russa con la salute pubblica.
Non è un caso che questa ricerca sia finita sotto i riflettori durante la pandemia di Covid-19, con sospetti (mai provati del tutto, ma neanche smentiti con certezza) che il virus potesse essere uscito da un laboratorio di Wuhan. Non importa quanto i governi e le istituzioni scientifiche abbiano cercato di minimizzare: l’opinione pubblica ha cominciato a chiedersi se giocare a fare Dio con i virus sia davvero una buona idea.
Trump: il bastian contrario per eccellenza
Ecco che entra in scena The Donald, il re del “politically incorrect”. Secondo fonti vicine al suo entourage, Trump starebbe lavorando a un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente i finanziamenti federali a questo tipo di ricerca. Non che sia un fulmine a ciel sereno: già durante il suo primo mandato, Trump aveva criticato duramente il National Institutes of Health (NIH) e il Dr. Anthony Fauci per aver autorizzato finanziamenti alla ricerca gain-of-function, anche su progetti in Cina.
Se il provvedimento andrà in porto, sarà un terremoto per il mondo scientifico. Gli USA sono tra i principali finanziatori globali della ricerca biomedica, e una sospensione dei fondi potrebbe paralizzare numerosi progetti in corso. Per non parlare del messaggio politico: Trump sta dicendo chiaramente che non si fida degli scienziati.
Cosa c’è in gioco?
La questione, però, non è solo politica. È etica. Da un lato, i sostenitori della ricerca gain-of-function sostengono che sia essenziale per prepararsi a future pandemie. Dall’altro, i critici avvertono che il rischio di un incidente è troppo alto. Secondo il virologo Simon Wain-Hobson, uno dei principali oppositori di questa ricerca, “non c’è nessuna giustificazione per mettere in pericolo milioni di vite umane in nome di ipotetici benefici”.
E i numeri non sono dalla parte dei sostenitori. Uno studio pubblicato nel 2018 stimava che il rischio di un incidente di laboratorio che coinvolga un patogeno pericoloso sia di circa 0,3% all’anno per struttura. Un dato apparentemente basso, ma che diventa inquietante quando moltiplicato per il numero di laboratori attivi nel mondo.
Il silenzio imbarazzato della scienza
Naturalmente, l’idea di Trump non ha mancato di suscitare reazioni. I suoi avversari politici lo accusano di cavalcare la paranoia per ottenere consenso, mentre molti scienziati temono che una decisione simile possa compromettere anni di lavoro. Ma c’è un dato interessante: il mondo accademico non sembra troppo entusiasta di difendere la ricerca gain-of-function. Perché? Perché sa benissimo che il pubblico non è dalla sua parte.
Dopo tre anni di pandemia, la fiducia nella scienza non è più quella di una volta. Le contraddizioni, le reticenze e i conflitti di interesse emersi durante la crisi sanitaria hanno lasciato il segno. E se Trump riesce a sfruttare questo clima di sfiducia, potrebbe trasformare la questione gain-of-function in un cavallo di battaglia elettorale.
In un mondo ideale, i leader politici e gli scienziati lavorerebbero insieme per trovare un equilibrio tra innovazione e sicurezza. Ma questo non è un mondo ideale. È il mondo di Trump, dove le decisioni vengono prese a colpi di tweet e ordini esecutivi, e dove ogni scelta è un calcolo politico.
Che la ricerca gain-of-function sia un bene o un male, è una questione complessa. Ma una cosa è certa: finché Trump sarà in campo, la scienza non avrà mai vita facile. E forse, in questo caso, è meglio così.