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La poesia, anche quella in musica, ha una potente capacità di descrivere la realtà in modo sintetico e preciso. A volte capita che, inconsapevolmente, l'autore anticipi il futuro o, meglio, che crei un ambiente narrativo talmente forte che, pur non riferendosi al nostro presente, lo racconti in modo sorprendente a chi prova a leggervi il mondo che sta vivendo.

 

Un’opera poetica carica di lirismo e ricca di simbologie ispirate dall’esperienza umana

 

di Giuseppe Cinquegrana 

VIBO VALENTIA - Frammenti d’Anima è l’ultimo lavoro letterario del giornalista, scrittore e sociologo Michele Petullà, il quale si cimenta, dopo la narrativa e la saggistica, anche con la poesia, anche quì con ottimi risultati a giudicare dal successo che il libro (giunto già alla ristampa in poche settimane) sta riscuotendo presso il pubblico dei lettori e dal gradimento della critica.
Il volume è un’elegante raccolta di intense poesie – curata ed edita da Meligrana e inserita al numero 37 della Collana π –, i cui versi, ricchi di una piacevole musicalità, profumano di sentimenti, ispirati dall’esperienza umana, in cui convergono significati profondi della nostra esistenza, di cosa ci è appartenuto e di quanto ci appartiene. Come in “Canto d’amore”, in cui le rughe, come sigilli sacri, rievocano il nostro tempo di ieri e di oggi e i sensi vengono avvolti dalla nebbia misterica, interprete di un panteistico sentire.
Un’opera in cui la narrazione poetica mette a confronto felicità e sofferenza, libertà e sentimento, memoria e passione, che nell’insieme esaltano il valore della vita. Una poesia, quella di Frammenti d’Anima, che si sofferma tra albe e tramonti, tra amori cresciuti e divenuti passione, tra emozioni e sentimenti leggiadri, sulle ali del vento, che accarezza i sogni di un profondo sentire, in cui proprio l’amore viene narrato come la favola di un’eterna primavera: Con gli occhi / dell’amore / parlami /e che mi ami /saprò…
In Frammenti d’Anima si legge una coralità di significati, che esprimono le rivelazioni dell’animo umano dell’autore, un intellettuale raffinato, uomo di fede, che guarda alla bellezza, alla gioia della vita, con valori cristiani e come antidoto agli affanni della nostra quotidiana esistenza e, allo steso tempo, eleva a sinfonia poetica quel sentire holderliniano di colui che si aduna alla vita e nel sogno umano vi si adagia. Poesia come spirito, pertanto, letteratura trasognante alterità, anche se non manca una certa vena di velata malinconia, come in “Terra mia”.
Alcune poesie presenti nell’opera sono state premiate nei grandi appuntamenti culturali, dove i versi di Michele Petullà, calibrati sulla pura essenza delle vicende umane, si sono particolarmente distinte per sensibilità poetica, per contenuto e musicalità, per un poetare ricco di simbologie e di sinestesie. 

 

L'autore, Michele Petullà 

Nel leggere i Frammenti di Petullà, ci si accorge che si tratta di intensa poesia dell’ascolto del cuore, personificazione dell’amore alato in cui il verso è pregno di estetico lirismo. Momenti inquieti che non lasciano indenni l’animo dell’autore, il quale esorcizza il male, la morte, il terremoto, con l’invito al “silenzio”. Concetto, quello del silenzio , che l’autore riprende spesso nelle sue liriche, quasi a voler rimarcare la necessità di esorcizzare gli assordanti rumori dei nostri tempi, i quali esaltano il caos e allontanano dai veri valori dell’esistenza umana.
Così come diverse volte vengono ripresi i termini “cuore”, “anima” e ”amore”: termini e concetti forti di tutta la poetica di Petullà, usati in maniera significativa e allegorica all’interno del tempio di Frammenti d’Anima, sostenuti e rinforzati dalle colonne dorate fatte di “tempo”, “sogni”, “libertà”. Tutti concetti che rendono alla poetica elegiaca esaltazione della memoria, che diviene desiderio di ritrovare quello che è stato, di comprendere gli spazi attuali, spesso vuoti, che hanno perso la bellezza delle armonie della natura umana, della chiara ed esaltante voglia di amare.
E allora diventano manifesto dell’intera opera i versi della poesia “Poeta”: Scrivi poeta / il cuore fai cantare / la mente sognare / Sogna poeta / l’anima fai volare... Una sorta di invocazione alla musa di ogni tempo, che possa sostenere la passione di fuoco del giornalista, del saggista, dell’intellettuale, dell’economista, del sociologo.
Si, perché Michele Petullà è tutto questo, e i molteplici linguaggi culturali con i quali è abituato a cimentarsi e ad esprimersi con abilità e competenza, e fortemente presenti anche in questi Frammenti, diventano microcosmi incastonati nella torre d’avorio orientata a nuova quiete, al ritornare, dopo ogni affanno a cui la vita quotidiana ci sottopone, sempre e comunque, a scaldarsi il cuore. 

Il libro è disponibile direttamente
sul sito dell’editore (www.meligranaeditore.com)
e sui principali store online:
(Amazon, www.amazon.it, Ibs, www.ibs.it
Mondadori www.mondadoristote.it
Libreriauniversitaria, www.libreriauniversitaria.it
Feltrinelli, www.lafeltrinelli.it

 

 

 

FIGLINE VEGLIATURO (Cosenza) - È possibile che Gioacchino Da Fiore, un abate calabrese influenzò il pensiero del Sommo poeta fiorentino Dante Alighieri? È quello che la Fidapa Valle del Savuto ha prospettato nel webinar che si è tenuto lo scorso 5 marzo alle ore 18:00. L’evento online dal titolo “Gioacchino Da Fiore illumina Dante Alighieri”, ideato dalla professoressa Alba Carbone, delegata alla cultura del Comune di Figline Vegliaturo, è stato incentrato sull’influenza che Gioacchino Da Fiore ha avuto sulla visione dantesca espressa dal Sommo poeta ne “La Divina Commedia” ed ha celebrato il settecentenario della morte di Dante Alighieri, avvenuta nel 1321.
Gioacchino Da Fiore, monaco cistercense, esegeta nato a Celico intorno al 1145, dopo un viaggio in Terrasanta, prese piena coscienza della sua vocazione monastica ed entrò nell'ordine cistercense, all'abbazia della Sambucina. Ritiratosi in meditazione sulla Sila, in vita eremitica, raccolse intorno a sé dei seguaci con i quali costruì l'eremo di S. Giovanni in Fiore e costituì l'ordine, poi detto florense, approvato da Celestino III con una bolla del 1196. Gioacchino Da Fiore esercitò grande influenza sui suoi contemporanei, che o lo avversarono fieramente o ne furono ardenti seguaci (gioachimiti), tra i quali senza dubbio il Sommo Poeta .
Il 2021. La sezione Fidapa Valle del Savuto. avendo particolarmente a cuore la divulgazione del messaggio di Gioacchino da Fiore, dato che in questo comprensorio, più precisamente a Marzi, Gioacchino da Fiore ha avuto una delle sue Domus, oggi viene ancora celebrato presso il Museo all’aperto "Progetto Paterno" con una maestosa opera ambientale di Vincenzo Maria Mattanò, curata dall’ing. Antonello Tucci.
La scultura ripropone proprio i cerchi trinitari che Dante descrive nel 33° canto del Paradiso, da lui visti nel "Liber Figurarum" di Gioacchino, mirabilmente illustrato e concepito dall’abate per spiegare la propria visione della vita, della chiesa e la collocazione dell’uomo nel mondo, alle persone semplici, svolgendo il ruolo di divulgatore culturale in pieno medioevo.
In un mondo messo in ginocchio da un nemico invisibile, il Covid- 19, che si sta cercando di combattere attraverso la scienza, che ha bisogno di speranza per rinascere dalle sue ceneri come la Fenice, il messaggio gioachimita che ha permeato la cultura occidentale, torna a dare forza e spingere alla resilienza. A tal proposito la Presidente Toman ha citato durante l’incontro una battuta del personaggio di Gioacchino della sua “Trilogia Gioachimita”: “La pace in terra è un progetto, non un sogno”. “Auspico che la figura di Gioacchino Da Fiore, - ha detto ancora la Toman - poco presente nei libri di storia ma molto importante nella cultura calabrese, poiché tra le altre cose ha fondato la città di San Giovanni in Fiore, possa essere attraverso uno sforzo conosciuto più diffusamente”.
L’iniziativa on line è stata moderata da Miriam Coccari ed ha coinvolto un gran numero di partecipanti collegati non solo dalla Calabria ma anche dalla Toscana. I saluti sono stati affidati ad Adriana Toman, presidente della Sezione Fidapa Valle del Savuto, regista e autrice drammaturgica della “Trilogia Gioachimita”, edita da Rubbettino; una raccolta di tre opere teatrali dedicate appunto all’esegeta calabrese vissuto nel 1100, nonché di un documentario dal titolo “Gioacchino da Fiore profeta della globalizzazione”.
L’evento on line ha registrato la partecipazione della Presidente Nazionale Cettina Oliveri, la Presidente Distrettuale Rossella del Prete, della Vice Presidente Distrettuale Patrizia Pelle, la segretaria distrettuale Pina Genua Rugiero, delle Presidenti Fidapa di Rende, Maria Pia Galasso, Katia Reda, Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, Elena Pistilli, Vice presidente della sez. di Rende, Anna Cerrigone past president della sezione di Cosenza, di Anna Maria Repice della sez di Tropea e ancora di Giusy Porchia, past president Distretto Sud Ovest, nonché delle presidenti della Toscana: Nela Munich, Sezione Fidapa Firenze Centro, e Beatrice Vannini, Massa Carrara; hanno partecipato, altresì, Fiammetta Galleni, della Versilia, e tanti esterni alla Fidapa, sostenitori del pensiero gioachimita come Francesca Mastrovito per Zonta International, lo psicologo Gaetano Marchese, l’ex Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, nonché altre importanti personalità. I relatori, tutti di alta caratura, hanno relazionato con passione e competenza l’incontro on line, molto interessante e ricco di cultura. Il Primo intervento è stato affidato a Fiorangela d’Ippolito, dirigente scolastica, che ha presentato con molta passione e preparazione le figure di Dante e Gioacchino da Fiore. Intervento di alta caratura è stato anche quello del Presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, Riccardo Succurro, che ha messo in evidenza il 12° canto del Paradiso in cui Dante colloca l’abate florense tra gli “Spiriti Sapienti”, i beati che appaiono a Dante nel IV Cielo del Paradiso con i famosi versi “e lucemi da lato il calavrese abate Gioacchino di spirito profetico dotato”. Alla professoressa Maria Cristina Parise Martirano, Presidente della Società Dante Alighieri di Cosenza, è stata affidata una interessante digressione sul romanzo di Coriolano Martirano, che vede Dante protagonista, rifugiato in Sila per sfuggire alla condanna del 1302 da parte del governo fiorentino, per le sue posizioni politiche.
"Nella nostra Sila il sommo poeta, racconta Martirano, avrebbe conosciuto l’abate Gioacchino attraverso il racconto di Luca Campano, ed è proprio qui che avrebbe avuto la visione di come sarebbe stato l’Inferno dantesco".
Ricordiamo che il prossimo 25 marzo si terrà, nei limiti delle restrizioni anticovid , il Dantedì, data che gli studiosi individuano come l'inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia.

 

 

La letteratura torna protagonista nella vita culturale della città di Viterbo e lancia una chiamata a tutte le penne d’Italia e non solo.
Quest’anno, infatti, il Premio Letterario TUSCIA LIBRIS diventa internazionale con la sezione D “Io scrivo: lo straniero che è in me”.
L’obiettivo principe di questa competizione è l’incentivazione dell’arte dello scrivere, che anche e soprattutto in questo periodo di pandemia può aiutare a tirare fuori emozioni.
Il contest, riservato ai racconti inediti, non pone limiti di età per la partecipazione: vi sono infatti sezioni aperte agli adulti (che potranno partecipare singolarmente o con racconti scritti da più autori, in collettivo) e una sezione interamente dedicata ai più piccoli, i quali potranno inviare un testo scritto singolarmente oppure insieme a tutta la propria classe.
Il premio è organizzato con il partenariato e il sostegno dell’associazione culturale ProMETEUS, con la collaborazione di Biblioteca Comunale Romolo Bellatreccia di Ronciglione (VT), Archeoares, University, Shockwave Magazine, Il Fascino del Passato e con il patrocinio del Comune di Viterbo, Provincia di Viterbo, BPW ITALY – FIDAPA Sezione di Viterbo, Camera di Commercio di Viterbo, Centro Studi e Ricerca Il Leone, Tusciaup, Radio Tuscia Events e Parole a Km 0.
Il Premio arrivato alla sua seconda edizione si pone l’obiettivo di salvare le storie della cultura della Tuscia e non sono considerato che quest’anno è prevista anche una sezione a tema libero. Con la scrittura, la quantità di informazioni conservabile e il patrimonio di conoscenze non viene disperso, ma è tramandato da una generazione all'altra.
E per fare questo gli organizzatori del Tuscia Libris daranno alle stampe una antologia con i racconti premiati e una selezione di racconti meritevoli, che come è successo nella scorsa edizione è diventato il testo di letture per molte scuole italiane.
Scadenza presentazione elaborati ore 23,59 del giorno 1 maggio 2021.
Quindi Penne d’Italia, avanti tutta!!

Da qui è possibile scaricare il bando e la domanda di partecipazione:
https://www.concorsiletterari.net/bandi/premio-letterario-internazionale-citta-di-viterbo-tuscia-libris-2-ediz/