di Monica Vendrame
Antonietta Malito, scrittrice e giornalista cosentina, ci regala un viaggio emozionale attraverso le pagine della sua nuova raccolta poetica, “Fino all’alba” (Bertoni editore), un tributo commovente alla madre, scomparsa nel 2022. Con una delicatezza che sa di carezze e nostalgia, Antonietta ci guida tra i versi che celebrano un amore senza tempo, quello tra una figlia e la sua guida più preziosa. In questa intervista, ci immergiamo nel suo mondo, esplorando la passione che alimenta la sua scrittura, il legame indissolubile con la figura materna e come la natura, con i suoi silenzi e i suoi ritmi, diventi complice della sua arte. Un dialogo intimo, che tocca l’anima e risveglia emozioni sopite.
- Antonietta, la tua passione per la scrittura è nata fin da piccola. Cosa ti ha spinto a intraprendere questo cammino, e come ha trasformato il tuo modo di vivere e sentire le emozioni più profonde?
«Sin da bambina, la scrittura è stata il mio rifugio, un porto sicuro dove trovare conforto. Ho cominciato intorno agli 11 anni, scrivendo favole e creando mondi alternativi in cui potevo nascondermi e sognare. Era più di un gioco: era un modo per esplorare la mia immaginazione e dare voce a pensieri ed emozioni che altrimenti sarebbero rimasti inascoltati. La scrittura è diventata il mio linguaggio segreto, un ponte per connettermi con gli altri e, soprattutto, uno strumento per esprimere ciò che sentivo dentro, anche quando le parole sembravano troppo difficili da dire».
- “Fino all’alba” è un libro profondamente personale. Cosa lo rende diverso dalla tua prima raccolta, “Trasparente”?
«”Trasparente” è un’esplorazione dei miei stati d’animo e dei luoghi che abitano la mia anima. Una raccolta in cui la natura emerge come rifugio, un balsamo per il cuore. Con “Fino all’alba”, invece, ho scavato più a fondo: è un libro molto più personale, in cui il tema del dolore e della rinascita è centrale, profondamente legato alla perdita di mia madre. Se “Trasparente” si muoveva tra sentimenti e paesaggi interiori, “Fino all’alba” è un viaggio che trasforma il lutto in luce e speranza. Tuttavia, entrambe le raccolte condividono un filo conduttore: la natura come fonte di ispirazione e come luogo di disintossicazione dal quotidiano, un faro che guida il mio cammino interiore».
- In che modo la figura di tua madre ha influenzato il tuo processo creativo e, in particolare, la scrittura di “Fino all’alba”? Come ha guidato il tuo cuore a trasformare il dolore in versi?
«Mia madre è stata una fonte inesauribile di amore e luce, una presenza che risplende in ogni verso di “Fino all’alba”. Non è solo una figura da ricordare, ma una guida silenziosa che mi ha accompagnato in questo percorso di scrittura. Ogni poesia è un modo per tenerla viva, per onorare la sua memoria e celebrare il nostro legame indissolubile. La sua capacità di amare, di affrontare la vita con dignità e coraggio, mi ha insegnato a non temere il dolore, ma a trasformarlo in energia creativa, in parole che possano risuonare nel cuore di chi legge».
- La perdita di tua madre ha segnato un prima e un dopo nella tua vita. Come hai vissuto il dolore di questa assenza, e in che modo hai trovato la forza di trasformarlo in parole?
«Il dolore, all’inizio, è stato un’onda travolgente, un vuoto che sembrava impossibile da colmare. Ma, man mano che scrivevo, ho scoperto che poteva trasformarsi in una fiamma creativa, capace di illuminare anche gli angoli più bui. Ogni poesia è diventata un passo verso l’accettazione, un filo che tesseva insieme il dolore e la speranza. Ho imparato a conviverci, a riconoscerlo come parte di me, e questo mi ha permesso di trovare una nuova luce, una forza che non sapevo di avere. Scrivere è diventato un atto di resilienza, ma anche una forma di celebrazione: della vita, di mia madre, e di tutto ciò che ci unisce, oltre il tempo e lo spazio».
- La tua sensibilità si riflette anche nel tuo amore per gli animali e nella fotografia. In che modo queste passioni si intrecciano con la tua scrittura e arricchiscono il tuo sguardo sul mondo?
«La mia sensibilità verso gli animali, in particolare cani e gatti, è un riflesso della mia ricerca di empatia e connessione. Gli animali rappresentano una forma pura di amore incondizionato, e spesso diventano fonte di ispirazione per le mie parole, portandomi a scrivere con il cuore aperto. La fotografia, invece, è il mio modo di catturare la bellezza della vita e della natura, con una speciale attenzione agli insetti e al loro micromondo, un universo spesso invisibile agli occhi distratti. Entrambe queste passioni arricchiscono la mia scrittura, portando una nuova prospettiva e profondità. Quando fotografo, cerco di immortalare emozioni che poi trasformo in versi. Ogni scatto è una poesia visiva, un frammento di bellezza che nutre il mio mondo interiore e mi spinge a creare con autenticità e passione».
- Che ruolo ha la fede nella tua vita, e in che modo ti ha sostenuta nel superare il dolore della perdita di tua madre?
«La fede è un punto fermo nella mia vita, una luce che ha illuminato il mio percorso di elaborazione del lutto. Sin dal momento della perdita, il mio credo in Dio e nell’esistenza di una vita eterna mi ha offerto un sostegno inestimabile. Anche nei momenti più bui, quando mi sentivo spezzata e l’idea di non poter superare il dolore sembrava insormontabile, la mia fede è stata un faro di speranza. In molte occasioni, ho avvertito la presenza di mia madre accanto a me, e queste esperienze sono state fonte di un conforto profondo. Sentire che continua a vegliare su di me ha reso il dolore un po’ più sopportabile e mi ha donato la forza di andare avanti, sapendo che il nostro legame va oltre il tempo e lo spazio».
- Quale messaggio speri di trasmettere ai lettori attraverso “Fino all’alba”?
«Desidero che i lettori comprendano che il dolore, sebbene possa sembrare opprimente, può anche diventare un’opportunità di crescita e di rinascita. Ogni pagina è un invito a riconoscere la vulnerabilità come una forza, a non temere il lutto, ma a usarlo come un trampolino per riscoprire la bellezza della vita. Spero che le mie parole possano accompagnarli in un viaggio di riflessione, di accettazione e, soprattutto, di speranza. Ogni alba porta con sé la promessa di un nuovo inizio, e invito tutti a non smettere mai di cercare quella luce, anche quando il buio sembra farsi più fitto»
Con la sua scrittura profonda e toccante, Antonietta Malito riesce a creare un legame speciale con i lettori, un’eco silenziosa che risuona tra cuori e anime attraverso le sue parole. “Fino all’alba” non è solo un libro di poesie, ma un viaggio intimo attraverso il dolore e la rinascita, una celebrazione della vita, della resilienza e della continua ricerca di bellezza, anche quando l’oscurità sembra non avere fine.