La scuola poetica di Palmi: intervista a Gregorio Magazzù
Oggi parliamo un po’ con un poeta calabrese molto conosciuto negli ambienti e nei concorsi della sua regione e nel resto d’Italia, Gregorio Magazzù. Gregorio è di Palmi, bella e attiva cittadina situata in una splendida location sul mar Tirreno, di per sé già fonte di ispirazione poetica per i suoi scenari.
Il mare occupa certamente una funzione cardine nei versi del poeta palmese. Il movimento delle onde, la risacca, le conchiglie sapientemente descritti nei suoi versi accompagnano le vicende umane come il ritmo della vita stessa. Il mare è soprattutto amore per la sua terra e rappresenta la prospettiva privilegiata per osservare il mondo. Dalle acque cristalline assaporate da una panchina Gregorio si proietta in vicende di umana sofferenza per scoprire “Tragedie e speranze” di “poveri corpi, inermi ….risparmiati dal mare in tempesta…o…in balia dei pesci”.
In una versificazione scorrevole ma non priva di immagini forti e di un costante utilizzo del linguaggio sensoriale, Gregorio ci parla della sua vita, dei suoi amori e dei genitori scomparsi. Il ciclo delle sue vicende segue un ritmo regolare nei versi, quasi il poeta cercasse di imitare inconsapevolmente il movimento delle onde ed assaggiare il salmastro delle acque.
Il linguaggio denso di simboli lascia trasparire forti passioni che si caricano di luci e ombre e del supporto della notte che accompagna i desideri.
Non manca, infine, l’immagine femminile, figura ammaliatrice e simbolo della donna amata. Forte è comunque il rispetto per quella ninfa oggetto del desiderio, troppo spesso purtroppo “vittima dell’umana follia….quando il lupo cattivo delle favole s’incarna nell’uomo”.