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Franco Brambilla è un vulcano, una macchina creativa che da decenni attraversa il mondo teatrale italiano (e non solo) producendo azioni, spesso sperimentali e di ricerca, che aprono la strada a nuovi ragionamenti, donano impulsi di approfondimento, coinvolgono gli attori e lo spettatore in dinamiche di confronto con linguaggi, pensieri, stili, filosofie che hanno come filo conduttore il "fuori dal comune".

 

“Quando abbiamo avuto l’idea di mettere in pratica il nostro progetto– racconta Agnes - io e Patty, ci siamo guardate per un momento e abbiamo sgranato gli occhi: ci sembrava una cosa impossibile da realizzare.

Ma più il tempo passava e più prendeva forma questo desiderio, insieme a quello di condividerlo con chi ci vuole bene e con il mondo dei lettori. Queste poesie sono state scritte parecchi anni fa e sono rimaste in fondo a un cassetto, insieme ai sogni che da sempre le hanno accompagnate”.

di Arianna Di Presa

Marco Ambrosini vive e lavora a Padova. La sua formazione artistica proviene dall'Accademia delle Belle Arti di Venezia e con il passare del tempo diventa un tramite per narrare la parte più nascosta dell'Io che risuona in una fragilità disumana quasi sempre celata. L' espressionismo messo in atto da Ambrosini è dirompente, poiché trascina il fruitore, nel frastuono del dolore, avvinghiato tra i frammenti incurabili di una buia sofferenza.

Tra ombre e luci sorge spontaneo soffermarsi sulla marcatura dei volti delineati perfettamente in un pianto trattenuto , in un lutto ineliminabile, in una nascita soffiata tra le braccia del vento, dove le avversità della vita si mostrano eccessivamente tempestose. I volti messi appositamente in risalto da una tecnica pressoché incisoria, si profilano come intermezzi per imparare a soffermarsi su ciò che impedisce all'anima di evolvere senza trattenersi; in questo senso , l'atavico dolore funge da padrone necessario per non sfuggire a ciò che riserva la vita. L'Arte pertanto, diviene un connubio perfetto con la mente dove s'instaura un contatto psicodinamico insito nella parte più oscura dell'interiorità. Ciò che segna insegna è questa l'interpretazione più avvincente che Marco Ambrosini intende comunicare attraverso i suoi cromatismi. Vite spezzate e consumate che si ritrovano fugaci dentro mille sfumature incasellate tra i vizi e gli errori del destino.

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