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di Sergio Melchiorre

«Annalisa Tomasini, - come scrive Franco Migliaccio - si muove disinvoltamente fra i generi artistici creando vedute urbane, scenari naturalistici e un mondo popolato di figure umane. Le cui figure sono sottoposte ad un processo di mitizzazione, quasi mai colte nel gesto quotidiano ma sempre rivestite, al contrario, di un’aura metamorfica che oscilla tra l’allegoria e il simbolo. Figure, quindi che assumono significati più ampi, che vanno oltre il loro essere semplicemente figure per diventare presenze dotate di un’alta pregnanza contenutistica».

Il pennello di Annalisa Tomasini è più leggero di una piuma che volteggia nell’aria primaverile alla ricerca di un fiore selvatico dove adagiare la sua delicata morbidezza.

La tela, dove l’artista distribuisce sapientemente i suoi colori, diventa improvvisamente il piedistallo da dove spiccano il volo i personaggi più disperati che popolano i suoi quadri: Dama in blu, La donna rossa, La regina, Incantevole dama, La dama dal ventaglio, Ciacole, Dama di fiori, Clowns, Femme fatale… 

La poetessa-pittrice Loredana Vigani scrive che «nella pittura poetica di Annalisa Tomasini ritroviamo tutta la poesia floreale, ne percepiamo il soave profumo, grazie alla freschezza della pennellata.

L’occhio percepisce il colore, passandolo al chakra, centro di energia positiva che dimora in noi, ne passa l’emozione all’anima che è pronta a librarsi… ed è subito contemplazione.

Non a caso, nel Vangelo, si narra che nessun abito regale possa competere con i gigli del campo che immacolati irradiano luce.
Jane-Baptiste Camille Corot, artista francese, ispiratore della Scuola di Barbizon, considerato uno dei più interessanti e sensibili paesaggisti dell’Ottocento, dedicò molte opere a questi capolavori della natura.

Un fiore sboccia divinamente come una vita, chiude la propria corolla alla sera, dopo il tramonto, il girasole segue con amore il tragitto dei raggi solari, dove nasce un fiore è stupore, incanto.

Nelle opere della Tomasini sentiamo calore umano nei pensionati che giocano a carte; ne avvertiamo i loro pensieri, la consapevolezza dell’essere “giunti alla meta”. Tra le nevi ed il freddo polare russo, ecco i giocatori di scacchi, sul loro viso, nei loro gesti la tensione del gioco è palpabile. Le immagini di una vita scorrono in queste due opere dense di un’umanità, sofferta, vissuta con dignità grande.

L’eterno sognatore, il sensibile viaggiatore, sarà sicuramente attratto dalle opere che ritraggono persone e fatti in luoghi affascinanti. Siamo nati tutti sotto lo stesso cielo, e per questo motivo ci attraggono le barche dei “mercati galleggianti” dell’estremo Oriente, i venditori di spezie in Perù oppure in Marocco, il negozio di antiquariato a Gerusalemme. Solo chi possiede un amore a tuttotondo riesce a carpire i grandi segreti delle tradizioni diverse, che insieme formano quel mosaico prezioso che si chiama: cultura». 

(I giocatori di ghiaccio - olio su tela 100X70)

Il tavolo, dove sono seduti i giocatori di ghiaccio, sembra trasformarsi nel grembo materno sul quale si gioca il match più importante della vita: la sopravvivenza alle intemperie della natura. Gli altri tre uomini con il colbacco, che aspettano rassegnati il loro turno, non sembrano aver fretta di giocare, anzi sembrano essere una specie di location, creata volutamente dall’artista, che incornicia un incontro metafisico dove non ci saranno né vinti né vincitori.

Guardando attentamente il bellissimo dipinto della pittrice di Codroipo (UD) che vive a Milano da quarant’anni, mi viene in mente il capolavoro teatrale di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”.

I due giocatori, che partecipano alla partita a scacchi e gli altri tre, che sembrano essere i convitati di pietra, sono i protagonisti (quasi invisibili) di un evento che probabilmente non avrà mai luogo.

È come se i cinque giocatori stessero giocando una partita a perdere…

La bellezza artistica di tale capolavoro pittorico è proprio in questo dilemma indistricabile… 

L’artista friulana è stata allieva di Luciana Gallo, Sergio Giannini, Luigi Boriotti e Marco Cefis.
Annalisa Tomasini ha partecipato a numerosissime mostre personali e collettive e ha conseguito consensi, premi e riconoscimenti.

 

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Info Autore
Sergio Melchiorre
Author: Sergio Melchiorre
Biografia:
Sergio Melchiorre (poeta, sceneggiatore cinematografico, scrittore di racconti brevi e paroliere), ha scritto cinque sceneggiature cinematografiche. Ha pubblicato tre raccolte di poesie e «Uno di noi», «Rosso purpureo» e «Occhi autunnali». 2015, «Il cacciatore di mosche» vince il 1° posto al Premio Internazionale di Letteratura «Per troppa vita che ho nel sangue – Antonia pozzi», Arese, 2017. 15 ottobre 2017, la lirica «Non cercarmi» ottiene il 1° posto al XXVIII Premio Nazionale «Città di Pinerolo 2017». Il 18 luglio 2019, gli viene conferito dal Comune di Vernole il Premio alla Carriera. Il 06 ottobre 2019, il suo libro «Occhi autunnali» ottiene il 1° posto al Premio Letterario «Città di Pinerolo».
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