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di  Monica Isabella Bonaventura *

Venezia magia pura, città incantevole di fascino e mistero, una città dove si viene rapiti dalla sua straordinaria bellezza e magnificenza; Venezia è un insieme di culture, arti, filosofie, di mercanti e di antiquari, di letterati e di poeti, viandanti e pellegrini, scrittori e seduttori, conosciuta per la sua architettura unica, formata da 118 isole unite e da oltre 400 ponti, separata dai canali che fungono da strade, famosa anche come città dell’amore e per il suo maestoso Carnevale.

 

di  Monica Vendrame 

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra la giornata in ricordo della Shoah e del sacrificio di oltre un milione di persone, vittime innocenti di uno dei genocidi più grandi e terribili della storia.

Si può soltanto lontanamente  immaginare l’immane sofferenza  che ha dovuto subire il popolo ebraico.

Lily Rickman, sopravvissuto al campo di sterminio, racconta: “Esistevano tre modi per morire: c’era la morte naturale che ci dava il Padre Eterno;  quella di fare una rincorsa sui fili spinati e farla finita, tanto era inutile continuare a vivere; oppure quella di presentarti all’ambulatorio. Non esisteva una cura per un malato ebreo. Un solo foglio di via: le camere a gas”.

Tutti coloro che venivano deportati dentro il campo di concentramento erano per  la maggior parte ebrei. I  nazisti li percepivano come  una razza “pidocchio”, un cancro della società che doveva essere sterminato. Il loro destino, all’interno di Auschwitz, era la morte, tranne per quelli che erano abili al lavoro.  Quest’ultimi erano selezionati per fare dei lavori pesantissimi anche se, poi,  andavano comunque incontro al trapasso, sia per la fatica che per la malnutrizione. Come se non bastasse, ulteriori decessi erano provocati dalle numerose epidemie e pestilenze che scoppiavano spesso all’interno dell’area, provocate dallo sporco e dal fatto che i prigionieri potevano farsi la doccia solo una volta al mese.

Ancora oggi, all’interno del blocco 4, c’è una stanza che contiene ben 32 tonnellate di capelli umani che venivano tagliati dai nazisti alle persone che morivano dentro le camere a gas. E’ impressionante vedere anche  le montagne di scarpe  e di oggetti  accatastati, tutti effetti personali che sembrano raccontare tante storie di un’innocenza perduta, una tragica testimonianza dell’irreparabile (occhiali, valigie, stampelle, protesi, pentole ecc.).

Parlare della Shoah provoca sempre un senso di oppressione molto forte, una tristezza infinita da descrivere  E’ un viaggio intimo straziante ma necessario affinchè non si dimentichino mai le atrocità commesse, impossibili da accettare e da capire.

 

 

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