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di Lucia De Cicco

In data 31 maggio 2022 si è costituito il Comitato "Madonna Addolorata" già formato da 15 membri per la tutela antropologica della chiesetta dedicata alla Pietà di via figurella in Mendicino, Cs.

l'Idea è nata al termine della celebrazione eucaristica di chiusura al mese di Maggio, presieduta, con invito di alcune devote, da don Rodolfo Antonio Bruschi della diocesi cosentina e viceparroco di Mendicino, dove presiede il parroco vicario don Enzo Gabrieli, postulatore,  direttore di Parola di Vita e responsabile delle comunicazioni sociali e della catechesi della diocesi cosentina. 

La Addolorata, così come è conosciuta in Mendicino, dovrebbe essere soggetta a molti restauri conservativi, da svolgersi privatamente, dalle icone all'edicola e a questo fine il comitato si è costituito per salvaguardare il valore antropologico, nonché di devozione dell'edicola, che è stata voluta a seguito di voto e grazia ricevuta da Giuseppe Castriota e sua moglie Maria Caputo, ormai più di un secolo fa. La grazia ottenuta fu quella di far tornare i figli salvi e sani dalla guerra. Oggi acquista un valore antropologico maggiore alla luce di una guerra che scuote nuovamente l'Europa e i confini dell'UE e massacra tutti i figli da ambo le parti in conflitto.

Si fa presente che il comitato è aperto a tutti coloro che vogliono farne parte e che hanno interesse non solo verso la fede ma verso la conservazione del territorio e del valore antropologico delle cose in ivi contenute. Per info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

di Rita Scelfo

“Pupi dispersi, Pupi ritrovati” è la mostra che possiamo ammirare nel laboratorio della famiglia Cuticchio in via Bara all’Olivella dopo che i pupi siciliani erano rimasti per quasi cinquanta anni a Parigi.

I Pupi siciliani rappresentano la perla della Sicilia e l’Opera dei pupi è un tipo di teatro che nasce in Sicilia nel 19° secolo e racconta, ancora oggi, le gesta cavalleresche tratte dalla letteratura medioevale, la vita dei santi e le prodezze dei briganti. Dapprima le rappresentazioni teatrali erano mirate ad un pubblico locale con grande successo ma negli anni Cinquanta questa meravigliosa arte risente del boom economico. Giacomo Cuticchio, così, accettò l’invito a Parigi per uno spettacolo teatrale all’ambasciata italiana e, insieme al figlio Mimmo vi si recò; qui, conobbero Enrico Panunzio, direttore della biblioteca italiana, che li convinse a vendergli i pupi e di continuare a fare a Parigi delle rappresentazioni. E così, nel 1967, Giacomo lasciò i suoi pupi a Parigi ma il figlio Mimmo, ritornando a Palermo, pensava sempre ai suoi pupi lontani; dopo cinquanta anni ritornò in Francia a riprenderli e i pupi ritornarono nella loro terra natìa grazie ai figli di Panunzio che ritennero giusto così. Durante gli anni della pandemia, furono restaurati ritornando in vita. «La speranza che i pupi potessero ritornare nel nostro teatrino non mi ha mai abbandonato - dice Mimmo Cuticchio - e così due anni fa i miei pupi, rimasti inanimati per troppo tempo e che avevano bisogno di mani esperte e amorevoli, sono tornati a Palermo perché potessero rivivere nel loro luogo naturale: il palcoscenico del teatrino dei pupi. Oggi li guardo - conclude - e non riesco a nascondere la felicità di riaverli con me e anche loro mi sembrano molto contenti di essere a Palermo».

Le storie narrate dai pupari attingono alla realtà e raccontano le avventure di Carlo Magno e dei suoi paladini.

Nelle storie messe in scena viene descritto l’uomo in tutta la sua essenza con i pregi e i difetti e i pupi parlano per bocca dei pupari che fanno muovere i pupi egregiamente dipinti e realizzati da maestri artigiani.

La caratteristica dei pupari è che recitano senza seguire il copione ed improvvisano anche su suggerimento del pubblico.

Le più importanti scuole dei pupari sono a Palermo e a Catania; i pupi della scuola palermitana non superano i 90 centimetri e non pesano più di 15 Kg mentre i pupi della scuola catanese misurano oltre un metro e pesano circa 30 kg.

Dal 2008, il Teatro dell’Opera dei Pupi é tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità.

 

 

Quanto vorrei rimanere ore e ore immerso nella vegetazione selvaggia! Quanto vorrei visitare un luogo dove ascoltare il canto degli uccellini e i profumi della terra incontaminata! Quasi quasi mi prenoto un biglietto per una località esotica, così mi rilasso davvero e do un taglio alla vita frenetica di tutti i giorni! Quante volte abbiamo pensato queste frasi? Abbiamo veramente bisogno di andare all'estero? O, come si dice in Sardegna, di andare continente?

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