Il Natale, la festa più attesa dell'anno, è ormai alle porte e "La notte santa" di Guido Gozzano è una delle poesie di Natale più amate. Molti di noi, da bambini, l'hanno studiata a memoria e la poesia è perfetta in questi giorni di festività natalizie proprio per riassaporare l'atmosfera che respiravamo quando eravamo più piccoli e per farla rivivere ai figli e ai nipoti.
Nei versi di Gozzano parlano tanti personaggi. Parla Giuseppe, giunto a Betlemme con Maria, che sta per mettere al mondo Gesù. Parla Maria, che alle osterie chiede un posto, perché non cela fa più a continuare il viaggio. Parlano gli osti, che si rifiutano di accogliere Maria e Giuseppe, dicendo che le camere sono tutte occupate perché quella notte si attende un grande evento e gli osti stessi non immaginano che i protagonisti dell'evento tanto atteso sono proprio l'uomo e la donna che hanno davanti e il bambino che lei porta in grembo. Alla fine, Maria e Giuseppe trovano rifugio in una stalla, dove, a mezzanotte, nasce Gesù. E allora gli angeli esultano in coro.
Anche se questa poesia è stata scritta nel 1914, cioè più di un secolo fa, le sue parole si leggono con chiarezza anche oggi. Gozzano, infatti, la volle scrivere in un italiano semplice, per farsi capire dal pubblico al quale era destinata: i bambini.
Gozzano, grande poeta del primo '900, che morì di tubercolosi a soli trentadue anni, nel 1916, era diventato famoso scrivendo poesie per un pubblico adulto: aveva ironizzato il linguaggio poetico della tradizione e aveva creato un tono lirico colloquiale e malinconico nello stesso tempo. Infatti, insieme a Sergio Corazzini fu considerato l'iniziatore del Crepuscolarismo (corrente letteraria sviluppatasi in Italia all'inizio del XX secolo).
Verso la fine della sua breve vita, volle scrivere delle poesie anche per i bambini e lo fece meravigliosamente con "Dolci rime", "Prima delusione", "Natale", "Pasqua", "Oroscopo", "La canzone di Piccolino", "La Befana". E, naturalmente, con la più famosa, che è proprio "La Notte Santa".