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Arroccato sul colle Cidneo, oggi rappresenta uno dei tanti polmoni verdi della città e un grande richiamo turistico

 

di Lorenzo Ugolini

È tra i più importanti complessi fortificati d’Italia, dove ancora oggi si possono leggere i segni delle diverse dominazioni che ha visto nei secoli. Il Castello è sempre stato una fortezza militare, il protagonista indiscusso della storia bresciana, ha visto nei secoli avvicendarsi al proprio interno guarnigioni e truppe di terre e dominazioni differenti, da quelle veneziane a quelle francesi, sino a quelle asburgiche dell’Ottocento.

 

di Maria Parise

GRIMALDI (Cs) - Tra le foto ingiallite dal tempo come in un libro antico impolverato e custodito in biblioteca, è possibile ritrovare vecchi ricordi che a volte infondono gioia o rigano di lacrime il viso dell’osservatore, suscitando in esso emozioni che riportano alla memoria avvenimenti o luoghi cullati dall’oblio. Le vecchie foto sono oggetti delicati che contengono scatti di vita di chi ci ha preceduto e che ci permettono di tuffarci nel passato, facendoci rivivere come attraverso una macchina del tempo che ci riporta indietro all’epoca degli scatti, quei momenti che hanno caratterizzato la quotidianità o eventi particolari.

 

di Adelaide Baldi

“Le contadine nell'estate vestono una camicia, corpetto, sottana, grembiule e fazzoletto sul collo, nudi i piedi e la testa. D'inverno sul corpetto aggiungono un giubbone a lunghe maniche e sulla testa portano un panno bianco o vario colore che chiamano 'tovaglia', piegato artisticamente a mo' di cappuccio che copre anche le guance e il collo, come le ciociare romane, e calzano delle scarpe”.  Appunti di storia del Cilento - A.La Greca

L’abbigliamento nei giorni di festa non era molto diverso: via il grembiule, gonna lunga fino ai piedi, la camicia e il copricapo di colore bianco.

 

 

di Grazia Greco

Vi appassionano i fantasmi? Io ne sono affascinata, nonostante la mia indole non troppo coraggiosa. Sin da bambina mi affascinavano le storie dei così detti spiriti, perché allora così venivano chiamati dalle nostre mamme e nonne, al punto che era l’unico modo per riuscire a tenermi un po’ ferma, essendo una bambina alquanto vivace. Tuttora mi affascinano le storie soprannaturali, i luoghi incantati con strane presenze. I castelli sono da sempre stata la mia attrazione preferita e avendo il privilegio di vivere in una regione che ne è ricca, il Piemonte, ne ho visitati diversi, attratta dal particolare fascino che ognuno di loro esercita su di me. In questo mio modesto scritto, voglio omaggiare i lettori della storia di un bellissimo maniero, che solo di recente ha avuto la meritata resurrezione, e che ho avuto la fortuna di conoscere grazie all’amicizia che mi lega ai suoi straordinari proprietari, i Tamietto che nel 1999 hanno acquistato il maniero, in evidente stato di degrado e di devastazione. Ma perché proprio il castello di Piea? Per poter proseguire nel racconto, ritengo opportuno fare una piccola digressione sulla misteriosa storia che si cela dentro le sue mura. Piea è un incantevole borgo di seicento abitanti, circondato dalle verdi colline del basso Monferrato astigiano, ed è proprio da qui, dalla piazza principale del borgo, che, varcato un possente cancello, il maniero appare in tutta la sua imponenza, circondato da un parco di rara bellezza.

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