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di Maria Parise

GRIMALDI (Cs) - Tra le foto ingiallite dal tempo come in un libro antico impolverato e custodito in biblioteca, è possibile ritrovare vecchi ricordi che a volte infondono gioia o rigano di lacrime il viso dell’osservatore, suscitando in esso emozioni che riportano alla memoria avvenimenti o luoghi cullati dall’oblio. Le vecchie foto sono oggetti delicati che contengono scatti di vita di chi ci ha preceduto e che ci permettono di tuffarci nel passato, facendoci rivivere come attraverso una macchina del tempo che ci riporta indietro all’epoca degli scatti, quei momenti che hanno caratterizzato la quotidianità o eventi particolari.

Le porte del palazzo Amantea Mannelli, oggi Casale della scenografia, si sono chiuse sabato 14 agosto archiviando la mostra fotografica documentaria “Grimaldi, i giorni, la gente”.

 L’esposizione, dopo quella dello scorso anno, ha rappresentato con i pannelli a tema, soprattutto un ritorno al passato ed è stata arricchita con dieci pannelli in più rispetto a quelli della precedente. 

“Quanti ricordi affiorano guardando queste foto: quello che era, e che abbiamo lasciato, è impresso nei nostri cuori”. Questa la frase ricorrente pronunciata da persone con gli occhi lucidi ferme a guardare foto di propri familiari, luoghi di ritrovo ma anche scampagnate o feste religiose. Rivedere le tracce degli antichi mulini, dei frantoi, delle fontane, dei negozi con i proprietari dietro i banconi sempre sorridenti è stato emozionante. Una mostra che ha racchiuso foto dall’Ottocento, con abiti d’epoca, matrimoni, auto degli anni Trenta, squadre di calcio anche con le formazioni delle sezioni dei partiti; e una serie di documenti soprattutto del Ventennio. Su sei dei trenta pannelli, inoltre, sono state affiancate alle foto poesie scritte da autori grimaldesi.

Le dolorose partenze dei capi famiglia, salutati da mogli e figli in attesa della corriera che li avrebbe portati a prendere la nave per l’America e, con altri mezzi diversi, paesi europei.

Centinaia i visitatori, ai quali i curatori della rassegna, Piero Carbone, Mario Cuglietta, Claudio Posteraro e Franco Virzo, rivolgono un sentito ringraziamento, così come riconoscenza va alle persone che hanno messo a disposizione le foto degli archivi di famiglia, custodite in cassetti “veri e propri scrigni preziosissimi”. 

 

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