di Grazia Greco
Vi appassionano i fantasmi? Io ne sono affascinata, nonostante la mia indole non troppo coraggiosa. Sin da bambina mi affascinavano le storie dei così detti spiriti, perché allora così venivano chiamati dalle nostre mamme e nonne, al punto che era l’unico modo per riuscire a tenermi un po’ ferma, essendo una bambina alquanto vivace. Tuttora mi affascinano le storie soprannaturali, i luoghi incantati con strane presenze. I castelli sono da sempre stata la mia attrazione preferita e avendo il privilegio di vivere in una regione che ne è ricca, il Piemonte, ne ho visitati diversi, attratta dal particolare fascino che ognuno di loro esercita su di me. In questo mio modesto scritto, voglio omaggiare i lettori della storia di un bellissimo maniero, che solo di recente ha avuto la meritata resurrezione, e che ho avuto la fortuna di conoscere grazie all’amicizia che mi lega ai suoi straordinari proprietari, i Tamietto che nel 1999 hanno acquistato il maniero, in evidente stato di degrado e di devastazione. Ma perché proprio il castello di Piea? Per poter proseguire nel racconto, ritengo opportuno fare una piccola digressione sulla misteriosa storia che si cela dentro le sue mura. Piea è un incantevole borgo di seicento abitanti, circondato dalle verdi colline del basso Monferrato astigiano, ed è proprio da qui, dalla piazza principale del borgo, che, varcato un possente cancello, il maniero appare in tutta la sua imponenza, circondato da un parco di rara bellezza.
Il castello risale al secolo XI, prima come fortificazione, successivamente come palazzo gentilizio, infatti nel secolo XVIII, dopo imponenti lavori di restauro, divenne dimora dei conti di Roero. Nel corso dell’800 il maniero diverrà proprietà della famiglia della Croce di Dojola, per poi essere venduto a privati, che ne fecero un centro musicale. Nel 1999 fu acquistato dai Tamietto, attuali proprietari, che dopo un’attenta e minuziosa opera di bonifica del meraviglioso parco e di restauri dell’edificio, devastato dai rovi, ha restituito al castello il suo antico splendore, trasformandolo in loro residenza privata. Qui si respira un’atmosfera da fiaba e le leggende che aleggiano intorno alle sue remote mura fanno del castello un luogo ricco di mistero e fascino, legati alla leggenda del fantasma della Dama bianca, ispirato a una storia vera, che risale alla fine del ‘700, quando l’ultima discendente dei Roero, la contessina Orsola, data in sposa al marchese di Clavesana, contro la sua volontà, morì nel 1796 a soli 24 anni, mentre dava alla luce la sua bambina, vissuta solo pochi minuti. Sembra proprio che il fantasma della contessina triste, soprannominata appunto Dama bianca, da allora si aggiri tra le sontuose e innumerevoli stanze del castello, nella disperata ricerca del suo triste destino, per far sentire la sua presenza insieme alla sua bambina.
Sembra che i Tamietto ne avvertano da sempre la presenza, nelle notti illuminate dalla luna, come essi stessi affermano in un’intervista appara su La Stampa di Torino qualche anno fa (https://www.lastampa.it/asti/2017/05/28/news/piea-strane-presenze-nelle-stanze-del-castello-1.34607791). Nell’intervista i Tamietto raccontano che da tempo sentono la presenza della Dama, che nelle notti di luna piena, continua a vagare, di bianco vestita, tra le stanze del castello, indugiando nella stanza azzurra, dove probabilmente, aveva trascorso i pochi momenti felici della sua triste e breve esistenza. I proprietari del castello raccontano di averla fotografata in diverse occasioni, durante le quali, la bimba di circa 7 anni è stata immortalata sul balcone della facciata.
Tale misteriosa presenza è così viva che, di recente, sull’esistenza del fantasma della Dama bianca e della sua bambina, ha indagato lo staff “Legends Investigations” di Pavia e Novara, che in più occasioni si è recato al castello nelle notti di luna piena, esplorando più ambienti, dalle sale azzurre e blu, al corridoio con balcone, cantina e sotterranei, sulle tracce del fantasma (https://www.lastampa.it/asti/2017/11/11/news/nel-castello-di-piea-legends-investigation-a-caccia-del-fantasma-di-orsola-la-dama-bianca-1.34383279). In effetti, lo staff di investigazione ha scoperto strane presenze con la Siram, una scatola nera, che rileva i cambiamenti ambientali, la temperatura, i campi elettromagnetici e le vibrazioni. «A Piea – spiegano i Legends Investigations – siamo stati testimoni di una vicenda particolare. A maggio avevamo confermato la presenza di due fantasmi: Orsola e la figlia? Ora nella galleria al primo piano le presenze si sono manifestate con un rumore. Si sono spostate alcune sedie nel piano superiore disabitato e chiuso con il lucchetto». «La Dama Bianca e la sua bimba – chiudono i Tamietto – sono tra noi ,ma come presenza positiva ,sebbene dai contorni offuscati e pieni di interrogativi. A breve il team di investigatori avrà maggiori dettagli». Di tutto ciò posso personalmente dare conferma, poiché sono stata invitata ad uno di questi incontri investigativi nel maggio del 2017, esperienza alquanto interessante e ricca di suspence e posso dire che quella notte è stata da brivido nel borgo del Monferrato, nel maniero medievale della famiglia Tamietto, in quanto devo confessare che in quell’occasione, un po’ per suggestione, un po’ per paura, un po’ non so spiegare il perché, io avvertii la presenza di qualcuno alla mia sinistra.
Presenza che in effetti viene rilevata dallo staff, che dalle riprese dimostra la mia vicinanza al fantasma. Tutto ciò chiaramente resta avvolto nel mistero. Oggi il castello di Piea non è solo famoso per il suo fantasma, ma grazie ai Tamietto, nella rappresentazione della dottoressa Silvia, il maniero è diventato un importante centro culturale e artistico, una location per matrimoni da favola, meetings e manifestazioni varie, caratteristiche queste che fanno del castello un’importante meta turistica da tutte le parti del mondo. Oggi il castello si presenta come costruzione massiccia in cotto, senza particolari strutture e abbellimenti tipici della fantasia barocca, ma la sua bellezza è rappresentata soprattutto dagli interni sontuosamente arredati con mobili di alta epoca e imponenti lampadari di Murano di alto pregio e opere d’arte. Tutto ciò fa del castello un luogo di rara bellezza e unicità.