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 di Giovanni Macrì

Castoreale dose concentrata di meraviglia, distillato di semplice bellezza nella sua forma più pura, scrigno di gioielli rari racchiuso tra i monti Peloritani, incastonata sulla distesa del mare e sulle catene montuose circostanti, dal 1854, celebra la festa della SS. Crocifisso, “ 'a festa dû Cristu Longu” (il Cristo lungo), così affettuosamente chiamata dai suoi circa 2000 abitanti. 

 

di Maria Pellino

Leonardo da Vinci visse due periodi della sua vita a Milano, nel 1482- 1500 e nel 1506- 1512. In questi anni, Leonardo frequentò spesso la casa di Girolamo Melzi, conte palatino, capitano della milizia milanese il cui figlio, Francesco Melzi, divenuto suo allievo e pupillo, lo seguì in Francia e gli stette vicino fino alla morte e fu il beneficiario dei cosiddetti codici leonardiani.

La ricca famiglia Melzi possedeva una residenza di campagna a Vaprio d'Adda e qui, più volte ospitato, Leonardo passò molto tempo in questi luoghi abduani dove sperimentò molte delle sue tecniche e osservazioni. In uno dei codici leonardiani conservato nel Castello di Winsor in Inghilterra, si trova il disegno del traghetto progettato da Leonardo.

Al mondo rimangono pochi esemplari del traghetto di Leonardo, uno di questi, anche se non vi è certezza della paternità, è quello che naviga il tratto dell'Adda che collega Imbersago a Villa d'Adda. Si tratta di una riproduzione del 1678, un traghetto a fune, trascinato dalla corrente e senza motore che riesce a trasportare persone e automobili, tutt'ora funzionante. Il traghetto è immerso in una delle tappe importanti dell'ecomuseo di Leonardo che segue il corso del fiume Adda attraverso un percorso pedonale e ciclistico di 21 km. Lo scopo di questo ecomuseo è quello di valorizzare il territorio a 360 gradi ponendo particolare attenzione alle sperimentazioni e agli studi in vari campi, soprattutto idraulico, di Leonardo.

 Foto Wikipedia 

 

 

di Teresa Colacino

Si dice di Milano: una Città fredda e frettolosa, dove la gente non ha il tempo neanche per un saluto.
Cammina a passo lesto per andare a lavorare e non c’è nemmeno il tempo per pranzare.
Oggi che siamo in piena pandemia, a causa di un virus che semina morte, siamo chiusi in casa per via dell’alto numero di contagi.
Ora che i contagi sono in lieve diminuzione, e con cautela si può circolare, voglio fare un giro per ammirare le bellezze della città che amo.
Ci sono città di spicco, come: Roma, Firenze , Venezia, amate per la loro bellezza, ma tanti amamo Milano per la sua classe.
Milano è stata nel cuore di tanti personaggi illustri come Stendhal ( Marie - Henri Beyle),
noto scrittore che visse in Italia ai tempi di Napoleone e che sulla sua tomba volle scrivere un epitaffio manifestando il grande amore che provava per questa città.
Tanti giovani, durante i loro viaggi, s’innamoravano delle città che visitavano tanto da essere colpiti dalla sindrome di Stendhal, così chiamata, perché ne era affetto: amava questa città e le sue bellezze nascoste, come la donna bella che si scopre a poco a poco e s’assapora come frutto prelibato.
Molti altri hanno amato Milano: Carlo Emilio Gadda “amava e odiava la sua Milano”; Giovanni Verga ammirava "la città più città d’Italia”; Elio Vittorini, Eugenio Montale , Alda Merini e tanti altri ancora.


PIAZZA DUOMO

Era un’abitudine andare in Piazza Duomo ogni domenica mattina, e per me, che amo la fotografia, era inconcepibile una mia immagine senza dietro il Duomo.
Nella Piazza un’infinità di turisti ripresi con il granoturco in mano per attirare i colombi , abitanti della Piazza da sempre per la gioia dei piccini.

 

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