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di Rita Scelfo

Il 30 Luglio si ricorda a Palermo il processo e la condanna per veneficio e stregoneria di Giovanna Bonanno, conosciuta come La vecchia dell’aceto. Era il 30 Luglio del 1789 e i nobili cercavano di avere i primi posti a Piazza degli Ottangoli (oggi Quattro canti), dove si sistemavano le forche più alte della città e dove fu impiccata “La vecchia di l’acitu” (La vecchia dell’aceto). Studi sull’esoterismo affermano che l’anima della persona morta per cause innaturali vaghi di luogo in luogo per trovare la pace; il fantasma di questa donna, infatti, si racconta che giri per le strade della città nella notte del 30 Luglio.

 

di Giovanni Macrì

Ad “Alcara Li Fusi”, paese dei grifoni, antichissimo centro dei Nebrodi, in provincia di Messina, il 24 giugno di ogni anno, per la festività di San Giovanni, al rito cristiano si sovrappone quello pagano “dû muzzuni”. Un vaso di terracotta con dentro steli di grano arricchito con drappi e gioielli.

 

di Lorenzo Ugolini

Oggi vi voglio parlare di un personaggio esistito nelle mie zone d’origine, nella seconda metà del 1500.

Nato a Gargnano del Garda (anno 1574) Giovanni Beatrice, detto Zanzanù, è vissuto nella zona dell’alto Garda di Tignale, oggi uno dei comuni bresciani confinanti con il Trentino.

 

di Adelaide Baldi

Oggi a Pioppi, come in altri paesi del Cilento e non solo, si festeggia la Madonna del Carmine.

Il culto della Madonna del Carmine (o meglio del Monte Carmelo) trae origine dalla visione del profeta Elia che contemplò la Vergine sopra la figura di una piccola nube che saliva dalla terra verso il Monte Carmelo.

 

di Giovanni Teresi

Il canto, in una trascrizione aggiornata e fedele alla situazione linguistica orale dei nostri giorni del dialetto di Corigliano Calabro, eseguita dal glottobiologo Rinaldo Longo (1), fu rinvenuto nel 1919 da Francesco Grillo (2), che ne ha curato la pubblicazione, con il titolo San Francesco di Paola, sul bisettimanale Cronaca di Calabria (anno XLIII, n. 40, Cosenza 10-06-1937). Francesco Grillo sentiva canticchiare il canto da sua nonna e da altre donne del popolo della sua città, Corigliano Calabro sul mare Jonio. Così, egli lo attinse da fonte orale. Lo ripubblicò con lo stesso titolo in appendice ai suoi Canti Barbari (ed. S. F. Vanni, New York, 1944).

 

di Giovanni Macrì

“Mons albus” (monte bianco) è il nome che diedero i latini all’odierna Montalbano per via del fatto che di inverno si tinge di un bianco splendente. Mentre Elicona probabilmente deriva da “Helikon”, risalente alla colonizzazione greca nel VII - VIII secolo a.C., per la tortuosità del torrente limitrofo. 

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