Il fascino millenario della raccolta del sale
di Giovanni Teresi
La storia dell’estrazione, del commercio e dell’uso del sale è antichissima: una delle primissime città europee, Solnitsata, fiorita in Bulgaria tra il 4.700 e il 4.200 a.C., fu edificata come insediamento di supporto all’estrazione del sale e munita di cinta muraria per proteggere questa preziosissima materia prima.
Intorno al terzo millennio a.C., gli Egizi iniziarono a conservare sotto sale uccelli e pesci e a commerciarli nel Mediterraneo in cambio di cedri del Libano, vetro e porpora.
Il sale diventò un cristallo dall’alto valore economico per moltissime culture, dalla Cina preistorica fino a Roma: l’antica Via Salaria romana, ad esempio, era nata con il preciso scopo di trasportare a Roma il sale estratto dalle saline dell’Adriatico.
In molte regioni dell’Africa, il sale costituiva una vera e propria moneta: piccoli blocchi di sale equivalevano a monete in Etiopia e i mercanti berberi hanno scambiato oro per sale almeno fino al Medioevo. Il sale giocò un ruolo di spicco nella nascita e nella distruzione di molte civiltà, ad esempio Venezia condusse diverse campagne militari contro Genova per ottenere il controllo del commercio del sale. Il sale è contenuto in due fonti principali: l’acqua di mare e la salgemma, un minerale che si presenta generalmente sotto forma di cristalli cubici che compongono banchi estesi formati dall’evaporazione dell’acqua salata (evaporiti).
Nei climi più caldi il sale può essere facilmente estratto dall’acqua salata tramite l’evaporazione: la soluzione salina viene fatta evaporare in pozze d’acqua esposte alla luce del sole fino ad ottenere una distesa di cristalli. Infatti, la più antica forma di estrazione del sale marino era possibile grazie alla salina, un sistema di vasche in cui l’acqua, solitamente prelevata dal mare per questioni di praticità, veniva fatta evaporare per irraggiamento solare.
La strada che da Trapani conduce a Marsala, costeggiando la laguna che accoglie Mozia, è fiancheggiata da saline che offrono una vista bellissima: gli specchi d'acqua suddivisi da sottili strisce di terra formano una scacchiera irregolare e multicolore.
A tratti compare nel mezzo la sagoma di un mulino a vento, memoria del tempo in cui esso era uno degli strumenti principali per pompare acqua e macinare il sale.
Lo spettacolo è ancora più suggestivo in estate, al momento della raccolta, quando le tinte rosate dell'acqua nelle varie vasche si intensificano e le vasche più interne, ormai prosciugate. brillano al sole.
Lo sfruttamento della zona costiera tra Trapani e Marsala risale al tempo dei Fenici che, accortisi delle condizioni estremamente favorevoli, vi impiantarono delle vasche per ricavare il sale, poi esportato in tutto il bacino del Mediterraneo. Da qui ha inizio il sistematico sfruttamento di questa porzione di terra, bagnata da acque basse e caratterizzata da temperature spesso elevate e da condizioni climatiche particolarmente adatte all'estrazione di questo prezioso elemento, indispensabile alla vita dell'uomo.
Dai Fenici si deve però poi giungere ai Normanni per avere notizie certe delle saline trapanesi.
Ed è Federico II stesso che le cita nelle Costituzioni di Menfi, rendendole monopolio della corona.
Alti e bassi si alternarono nella storia economica delle saline a seconda degli eventi che colpirono il territorio: le guerre, le epidemie, il passaggio da un dominio all'altro che influirono sulla produzione e sul commercio del sale come in qualsiasi altro campo.
Il sale continua ad essere estratto, anche se le modalità sono cambiate ed il processo si è meccanizzato. Non si utilizzano più i mulini così caratteristici del paesaggio ed anche il lavoro degli uomini è meno duro.
Ad oggi gli specchi d'acqua suddivisi da sottili strisce di terra formano una scacchiera irregolare e multicolore. A tratti compare nel mezzo la sagoma di un mulino a vento, memoria del tempo in cui esso era uno degli strumenti principali per pompare acqua e macinare il sale.
Lo spettacolo è ancora più suggestivo in estate, al momento della raccolta, quando le tinte rosate dell'acqua nelle varie vasche si intensificano e le vasche più interne, ormai prosciugate. brillano al sole.
Saline Ettore Infersa di Marsala
Nella foto di copertina, la raccolta del sale alle Saline di Marsala