di Giovanni Macrì
Il Natale è la festa della famiglia per eccellenza. E queste rappresentazioni ci portano inevitabilmente alla memoria momenti della nostra infanzia.
È il viaggio dentro i nostri ricordi vissuti da bambini, adolescenti o anche, perché no, da giovani adulti. Un viaggio per cui non si fa la valigia. È lui che puntualmente ogni anno, da 2021 anni, arriva da noi, risvegliando i ricordi che non ci potranno mai abbandonare.
Ebbene, a Santa Lucia del Mela, paesino arroccato sulle colline dell’entroterra tirrenico, dominante la città di Milazzo, torna il tradizionale presepe vivente lucese, una rappresentazione molto suggestiva della Natività.
I suoi vicoli prendono vita grazie alla messa in scena degli antichi mestieri, magistralmente rappresentati dai figuranti dell’Associazione “Regia medievalis” e dall’Associazione “Antiche Torri”.
Ecco la bottega del vino con i giochi che si facevano a quel tempo, la bottega della pasta, gli artigiani del ferro, delle candele, la massaia, lo scriba. Poi, ancora la rappresentazione del palazzo di Erode, e la capanna della Natività.
Una festa, di certo, cui non poteva assolutamente mancare lo “zampognaro”. Figura simbolo, quasi mistica che con le sue musiche tradizionali ci indica e rafforza spirito natalizio.
Nella visita del presepe vivente, tra una rappresentazione e l’altra, si possono fare degustazioni di
piatti e prodotti tipici della tradizione locale. Pietanze a base di carne e di tutti quei prodotti che la terra offriva un tempo e continua ad offrire anche oggi.
Un evento, insomma, che bene amalgama la componente religiosa con quella culturale.
Una tradizione che serve a trasmetter un patrimonio territoriale ai visitatori e soprattutto alle nuove generazioni. Una festa della condivisione che racconta momenti passati di un tempo, acquisendo in tal modo un’identità collettiva. Facendoci così
vivere il Natale di una volta, giorno indimenticabile, amabile, divertente. Giorno in cui un calore ti prendeva dappertutto, ti pervadeva il cuore e l’anima.
(Foto gentilmente concesse dall’Associazione “Regia medievalis”)