di Michele Petullà
Ciak, si gira! Hanno preso il via a Monterosso Calabro, in provincia di Vibo Valentia, le riprese del cortometraggio dal titolo “Il Sentiero”, nell’ambito del Festival cinematografico “L’Arte del Corto”, giunto alla V edizione, un evento culturale che è ormai diventato importante punto di riferimento in Calabria per gli addetti ai lavori e per tutti gli amanti del cinema.
Il cortometraggio, diretto dal regista cosentino Gianfranco Confessore, è promosso dall’Amministrazione Comunale di Monterosso Calabro, con l’intento di sostenere e valorizzare il territorio locale, le sue bellezze ed i suoi talenti. La produzione esecutiva del cortometraggio è interamente curata da Pasquale Arnone. Il cast presenta attori del calibro di Daniela Fazzolari, Antonio Tallura, Marcello Arnone, Antonello Lombardo, Federica Montanelli. Il cortometraggio sarà proiettato quest’estate proprio a Monterosso.
La storia è interamente ambientata a Monterosso Calabro, un ridente e vivace paesino dell’entroterra vibonese, situato in collina, tra il lago Angitola e l’altopiano delle Serre, che presenta tutte le caratteristiche tipiche dei centri medioevali, con stradine strette e tortuose, saliscendi e passaggi a cunicoli. Un paese, Monterosso, che sembra avere imboccato, nel corso degli ultimi anni, la via di un virtuoso e corposo processo di rinascita e sviluppo sociale e culturale, e sta vivendo una grande riscoperta soprattutto da parte di turisti americani e russi, grazie alle caratteristiche del suo territorio, alla salubrità del suo clima, al senso di accoglienza e di ospitalità dei suoi cittadini.
“Il Sentiero” racconta – come ha dichiarato l’attore Antonio Tallura, che nel corto interpreta la parte del Sindaco del paese – “uno spaccato della Calabria, dove esiste leggenda, storia e superstizione, e anche quella fragilità del territorio che si manifesta attraverso gli eventi sismici, ricorrenti nella sua storia".
La storia narra di un paese che è da qualche giorno interessato da un continuo, sia pur leggero, movimento tellurico. Le scosse non sono violente, fortunatamente, ma gli abitanti sono comunque molto preoccupati, perché nei secoli passati il paese è stato completamente distrutto da un fortissimo terremoto. Una popolazione, dunque, che torna a fare i conti, dopo tanti anni, con le paure di un passato che si credeva ormai lontano. Nonostante la leggera intensità e forza delle scosse telluriche, su alcuni edifici si formano delle strane crepe, non particolarmente profonde ma con una forma piuttosto insolita: sembrano infatti degli indecifrabili simboli, caratterizzati da strani caratteri, che scompaiono dopo poco tempo, la qual cosa appare ancora più singolare e curiosa.
Questa situazione, di tacita preoccupazione e continua allerta, si fa particolarmente pesante quando alcune bambine di Monterosso cominciano ad avere uno strano e ricorrente sogno: una figura misteriosa ed indefinita si aggira per le stradine del paese; al suo passaggio, si formano delle orme luminescenti che somigliano in maniera inequivocabile a quelle strane crepe provocate dal terremoto sulle pareti degli edifici.
La preoccupazione è tanta e tale da indurre il sindaco ed il parroco del paese ad avviare delle indagini sulla vicenda, che presenta degli elementi indubbiamente inquietanti. Ad indagare su questi strani accadimenti, viene chiamata, pertanto, una brava ed affermata scienziata, Giulia Issel, pro nipote del famoso geologo di origine ebraica Arturo Issel. Giulia, oltre ad essere una grande geologa, è anche una donna molto eclettica, da sempre appassionata di storia antica e delle religioni, con particolare rifermento alla cultura ebraica.
Dopo aver analizzato una serie di fotografie relative alle crepe prodotte dalle scosse telluriche sulle pareti degli edifici, connotate da simboli e caratteri sconosciuti ed apparentemente indecifrabili, Gulia Issel, mentre è intenta a cercare di decifra tali caratteri, pronuncia una parola sottovoce.
Tale parola conduce in località Condolima, presso gli antichi ruderi della chiesa dell’Addolorata. Cosa nasconde il suo antico portale? Quali mondi potrebbe svelare? Ma, soprattutto, chi o cosa ha deciso di aprire un “cancello” verso l’infinito? Sono tutti interrogativi che saranno svelati solo a conclusione del cortometraggio, avvincente nella sua trama e bello da vedere, anche grazie alla bellezza del paesaggio che ne fa da sfondo.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici della produzione, verranno utilizzati metodi e procedure realizzative all’avanguardia: dalla modellazione tridimensionale, agli effetti particellari; dal girato su green screen, alle tecniche di rotoscoping, una tecnica che richiede molta pazienza e precisione ma che consente un intervento molto profondo sulla resa di effetti speciali di grande impatto sui video.
Particolarmente soddisfatto si è dichiarato il sindaco di Monterosso Calabro, Antonio Giacomo Lampasi, il quale ha manifestato tutto il suo orgoglio per un importante evento che “Rappresenta una vera e propria invenzione dell’Amministrazione: da diversi anni il festival ‘L’arte del corto’ – ha precisato – è l’evento più importante delle Preserre Vibonesi. Per buona parte si svolge nel circondario di Monterosso Calabro e dei paesi limitrofi e coinvolge molte componenti sociali e ottiene risultati eccellenti in termini di presenze di turisti, visitatori e appassionati di cinema”. La manifestazione “L’Arte del Corto” è patrocinata dalla Regione Calabria per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria.
L’idea innovativa e vincente del festival è stata quella di offrire agli autori, come sfondo delle storie da loro raccontate attraverso le immagini, i luoghi caratteristici dal punto di vista storico e paesaggistico del paese e dei dintorni. Ad ogni edizione, grazie ai fondi provenienti da bandi regionali, tre registi si sfidano, ambientando le loro storie nei luoghi di Monterosso Calabro e dintorni al fine di valorizzare gli incantevoli scorci che questi angoli di Calabria sanno offrire. I registi partecipanti si impegnano a girare un cortometraggio a tema libero la cui opera dovrà valorizzare le bellezze paesaggistiche e culturali. Nella serata finale, una giuria di esperti premia la migliore opera in gara, nell’incantevole scenario offerto da Monterosso, questo incantevole borgo da Oscar.
Dunque, una vera e propria grande opportunità per Monterosso, per mettere in mostra le sue bellezze e le sue attrattive caratteristiche, e farsi conoscere ancor di più, attraverso questo cortometraggio, nel resto dell’Italia e del Mondo.