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Il paziente affetto da adenoma della prostata vede talvolta come unica soluzione terapeutica l’intervento chirurgico.

Uno degli effetti indesiderati di tale intervento è la retro eiaculazione legata all’eliminazione dello sfintere interno.

Ma negli ultimi tempi due interventi mininvasivi della durata di pochi minuti che utilizzano il potere del getto dell’acqua (AquaBeam) e del vapore (Rezum) stanno aprendo un panorama sino a poco fa inimmaginabile.

 

Sono numeri che devono far riflettere, gli incidenti automobilistici, piaga del nostro secolo.
Le probabilità di essere coinvolti in un incidente è più elevata nei giovanissimi, mentre decresce, a partire dai 25 anni.
La domanda è sempre la stessa: perché tutto questo?
Perché questi numeri?
È difficile dare delle risposte certe, anche se secondo l'Aci la distrazione, il mancato rispetto della precedenza o del semaforo, la velocità troppo elevata, sono la conferma delle prime cause di incidenti.
I numeri ci dicono che, tra le cause più rilevanti ci sono la distanza di sicurezza (20.443), la manovra irregolare (15.192), il comportamento scorretto verso il pedone (7.243) o del pedone (7.021), la presenza delle buche o gli ostacoli accidentali (6.753).
C'è stato negli ultimi anni, a partire dal 2018, un aumento esponenziale di vittime fra i 15 e i 19 anni del 25,4% ma non solo, anche quello degli anziani dai 70-74 anni.
L'obiettivo Ue 2020 sarà sicuramente mancato dall'Italia: dovevamo arrivare a circa 2000 vittime e invece siamo ben oltre i 3000 lenzuoli bianchi stesi sull'asfalto.
In Veneto, nel 2019, si sono verificati 13.857 incidenti stradali, causando la morte di 336 persone e il ferimento di oltre 18.822.
Si stima che gli incidenti più rilevanti e spesso mortali si verificano nelle ore notturne e alle prime luci dell'alba dei fine settimana, è un fenomeno sociale definito anche come “Le stragi del sabato sera” fatte in maggioranza per eccesso di velocità, non rispetto delle precedenze, ebrezza, stravaganti bravate.
Molto spesso le vittime sono i più giovani, quelli che frequentano le discoteche o i locali notturni e alcuni, per emulazione o per non restare fuori dal branco, fanno uso sconsiderato di Alcool e stupefacenti.

Altri, semplicemente, per essersi trovati sul posto sbagliato nel momento sbagliato, come i 5 ragazzi di Musile di Piave, tutti tra i 21 e i 22 anni, bravi ragazzi che avevo visto crescere, puliti nello sguardo e nell'anima, che il 15 Luglio del 2019 rimasero coinvolti in un incidente mortale, sulla strada di Jesolo a causa della guida sconsiderata di un cittadino rumeno. Si salvò solo un passeggero grazie a quattro ragazzi extracomunitari che lo soccorsero e che, successivamente, ricevettero la cittadinanza onoraria dal nostro Sindaco Silvia Susanna.
Nella seconda metà del 2019, a pochissimi chilometri di distanza, gli uni dagli altri, ci lasciarono in incidenti mortali ben 19 ragazzi, tutti giovanissimi.
Secondo le stime preliminari, nel periodo tra gennaio e settembre 2020, quindi nel periodo del LOCK DOWN, si registrano numeri notevolmente inferiori, di incidenti stradali e mortali.
Cosa che ci dovrebbe far riflettere.
La Pandemia da COVID-19 ha radicalmente modificato le abitudini di tutti e la mobilità ha avuto una battuta d'arresto, come mai si era verificato prima.
Pur nell'emergenza, un effetto positivo è la diminuzione quindi degli incidenti stradali, dovuta alla minore esposizione al rischio.
I primi dati forniti dalla Polizia Stradale e dall'Arma dei Carabinieri per gli incidenti stradali con lesioni alle persone, circa un terzo degli incidenti totali registrati, mostrano in modo evidente, gli effetti dell'entrata in vigore dei Decreti che hanno istituito prima le zone rosse, in alcune zone del Nord Italia, tra cui il Veneto.
Cosa dobbiamo augurarci per il 202?
Lascio a tutti voi questa riflessione.
Un aiuto per i nostri giovani? L'obbligo di avere in macchina un alcool test usa e getta per il guidatore?

 

Con questo articolo voglio parlarvi di una malattia poco conosciuta la fibromialgia: detta fibromialgia reumatica o sindrome fibromialgica.
Mi è stata diagnostica nel 2016, non sapevo della sua esistenza; però ripensando alle varie patologie credo proprio di averla avuta fin dall’ età di vent’ anni e nel tempo, ahimè, è peggiorata.
I giorni con fibry (amichevolmente la chiamo così) non sono mai tutti uguali, è una perenne incognita tutte le mattine, viverci è come fare sempre un percorso ad ostacoli.

 

Anno 2020, molti dicono..."da dimenrticare" – ma questo, se ben pensiamo, sarà impossibile farlo o, comunque, difficile. Le parole più ricorrenti, che abbiamo ascoltato o letto, in tutti i giorni del decorso anno sono state: pandemia, emergenza, covid, vaccini. Ogni sera, poi, i bollettini legati al caos pandemico ci stampavano sulla pelle come un numero di matricola tatuato, la sofferenza della morte altrui. I pensieri del mondo, del nostro paese e/o del nostro comune, si sono avvolti attorno alle stesse parole.
Molti di noi, avendo nella vita appreso circostanze legate alla morte come conseguenza di innumerevoli tragedie, hanno pensato di essere pronti alle "emergenze". Abbiamo vissuto indirettamente terremoti, calamità, tragedie sociali che, però, coinvolgevano altri ed in tutti i casi riguardavano persone a noi sconosciute e, pertanto, non ci è stato consentito di "soffrire" poiché dopo avere acquisito le varie informazioni, è bastato un piccolo gesto sul telecomando per evadere da quei difficili momenti.
Ma oggi è toccato a noi e se non direttamente sono state coinvolte persone a noi vicine, parenti, amici o soggetti che avevamo incontrato anche solo un volta. Da ciò ne sono scaturiti dolori e sofferenze eclettiche che hanno trovato rivoli in ciascuno di noi, che ci ha colpito con effetto domino, che ci ha fatto percepire la metamorfosi della configurazione della terra, che ci ha fatto respirare la fisionomia del dolore, che ci ha fatto prendere coscienza di una "emergenza" globale presente tutti i giorni, tutte le ore, non valutabile, imponderabile, indefinibile e imprevedibile nelle conseguenze.
E' impossibile non pensare al lacerante patimento e afflizione di tutti coloro che non hanno potuto regalare la loro affettuosa presenza, l'amore, il saluto "finale" ai loro cari ricoverati in nosocomi o in case di riposo; impossibilità che lasceranno nel nostro futuro lacere ferite, incancellabili mancanze per i baci non dati, per le carezze non fatte, per i mancati saluti, per le lacrime non fluite.

Tutto questo certamente rimarrà alle nostre spalle ma ci saranno momenti per ricordare: di non avere a volte riconosciuto persone perchè indossavano la mascherina, l'impegno dei medici e degli infermieri, le regole, i ripensamenti politici, i mezzi militari in fila, con i fari che bucavano la nebbia e con i carichi di morte, le persone in fila fuori ai supermercati, alle farmacie, ai negozi (quando erano aperti), le persone in fila per prelevare un sacchetto con pochi necessari viveri, le lamentele di chi era stato costretto a chiudere l'attività senza ricevere aiuti da parte di uno Stato già in difficoltà, le ipotesi (a volte contrastanti) di quei virologi che – invece - avrebbero dovuto rassicurarci, alle condizioni di solitudine e di isolamento, la didattica a distanza dei nostri figli, la paura intrisa di disperazione di chi ha perso il lavoro e di coloro che sono stati messi ai margini.
Per ricordare i dolori e le sofferenze per la vita e per la morte.
Per ricordare l'immagine più forte, si, la più forte, quella del Santo Padre la sera del 27 marzo 2020, quando sotto il pianto del cielo, le pietre antiche contarono i suoi passi stanchi, che guidarono il candore di seta marezzata tra il bene e il male; quei passi che, giunti al bagnato Cristo, s'unirono al silenzioe all'irreale oblio del mondo. Vite nel buio perse stettero impietrite al fischio, al lampeggìo inibite, mentre, un sacro bronzo il Lete rallegrò. Il Santo Padre, inerme, al centro dello spazio vuoto, disegnò una croce e, sussurrando al vento l'urbi et orbi, ogn'uomo assolse. E Scorsero lacrime dentro le case.

 

 

Ieri un altro bambino ucciso per dispetto, ma passato nel più assoluto silenzio!
Neanche le belve ammazzano la prole.
Non basta più il virus che miete con la falce tante vittime ogni giorno! Ora ci si mettono di mezzo anche i padri che, armati dicoltello e di pistola, uccidono i figli per far dispetto alle mogli o compagne !
Io mi chiedo "Ma come fai, è tuo figlio, l'hai tenuto in braccio, quando è nato te lo sei stretto al cuore? Ora l'hai trasformato in arma di ricatto e tu sei diventato la più feroce delle belve!".
Per far dispetto all'altro tu lo uccidi, diventando carnefice e assassino ti macchi le mani del sangue di un bambino, tuo figlio! Ma che belva sei diventato?
Belva?
No.... le belve non ammazzano la prole!

 

 

Sono tre giorni che sento rimbombare nella mia testa le urla di una donna, che, dalla televisione, grida: "Non so neanche dov'è!" Chi? Di cosa parla?
Mi documento e capisco che in una RSA sono morte in modo atroce, asfissiate da monossido, delle ospiti, nel sonno. Alcune sono state portate nei vari ospedali di zona, altre sono morte, sole, senza un affetto, senza una parola, senza un familiare che le tenesse loro la mano!
Allora, io dico che è proprio vero il detto degli antichi: "Una mamma cresce 100 figli, ma 100 figli non possono avere cura di una mamma!". Anzi la chiudono in un ricovero!
E non mi si dica che è per impegni lavorativi, perché questi luoghi deposito di anziani sono anche molto cari!
Con la stessa spesa, e anche meno, si può incaricare una persona e lasciare il proprio caro o la propria cara a casa sua fra le cose che l'hanno accompagnato per una vita; allora anche l'altro detto risulta vero: "Occhio non vede, cuore non duole ! ". Quindi si prende la persona anziana e la si strappa dal suo ambiente, come quando si trapianta una piantina in un altro vaso, si raccolgono armi e bagagli e via al ricovero! Se poi lì non è curata e le condizioni di vita non sono ottimali, non interessa a nessuno: solo se il soggetto muore, poi si urla e si piange! Io dico, a che pro?

 

 

Fervono i preparativi per la settantunesima edizione del Festival di Sanremo.
Anche quest’anno la kermesse, che si svolgerà dal 2 al 6 marzo 2021 presso il teatro Ariston di Sanremo, sarà condotta da Amadeus, che ricoprirà anche il ruolo di direttore artistico. Riconfermati Fiorello, che affiancherà il presentatore come nell’edizione precedente, Achille Lauro (rapper e cantautore) e Zlatan Ibrahimovic (calciatore) che saranno ospiti fissi, e la cantante romana Elodie, che rivestirà il ruolo di co-conduttrice per una sola serata. La competizione, esattamente come l’edizione trascorsa, avrà due categorie principali: una categoria Campioni, composta da 26 cantanti, e una categoria Nuove proposte, composta da 8 cantanti. Gareggeranno anche i sei artisti vincitori di "Sanremo Giovani 2020" e i due vincitori di "Area Sanremo" che hanno acquisito il diritto di partecipare al Festival.
La vera novità di questa kermesse potrebbe essere rappresentata, però, dal pubblico: la Rai ha in progetto di mettere in quarantena, su una nave da crociera, sia gli spettatori che tutta l’organizzazione dell’evento. Lo stesso Amadeus, qualche giorno fa, durante un’ intervista a RTL102.5 aveva dichiarato: «Sarà un Festival con regole sanitarie certe e ci stiamo lavorando assieme affinché siano tutti in sicurezza, ma deve essere il più normale possibile e, quindi, con il pubblico. Fare Sanremo e rispettare i tempi è fondamentale, sempre con tutte le precauzioni». Il direttore artistico aveva, inoltre, specificato: «L’idea è quella di tenere 500 persone in una bolla, su di una nave da crociera attaccata al porto di Sanremo. Non è detto che tra queste ci saranno persone già vaccinate. Trascorreranno una bellissima settimana di vacanza a bordo e ogni sera saranno riportati in pullman da massimo 20 persone, così da tenere gruppi distinti e isolati in caso di improvvise positività».

Le ultime notizie, però, non sono confortanti: Walter Ricciardi, il consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha ritenuto rischiosa l'idea, affermando: «Se non si è davvero ligi alle regole, un luogo del genere può diventare velocemente un focolaio». Le nuove regole del Dpcm, inoltre, imposte dal governo Conte per contrastare la pandemia, ed in vigore per tutto il mese di marzo, hanno spinto i vertici della Rai a fissare una riunione urgente con le parti interessate – Comune di Sanremo, Rai, Amadeus, sponsor – per decidere quali decisioni prendere. Non si esclude che l’evento possa slittare ad aprile, subito dopo Pasqua, o che si svolga senza pubblico. Insomma, la situazione è davvero complicata, i malumori si respirano da più parti: i pubblicitari spingerebbero per realizzare un Festival senza spettatori, a differenza di Amadeus che è totalmente contrario a questa ipotesi. Lo scontento serpeggia anche tra i discografici che hanno fissato l’uscita dei progetti discografici, dei cantanti in gara, per l’inizio di marzo. Lo stesso Vicki Gitto, presidente dell'Adci (Art Directors Club Italiano, associazione di categoria), ha dichiarato: «Ipotizzare un Festival aperto al pubblico, peraltro in maniera molto forzata, tra bolle, navi da crociera e tamponi a gogò, ci suona - per utilizzare un garbato eufemismo - come una nota stonata. Il Festival è uno show televisivo, non teatrale, cui certamente la presenza in platea di qualche centinaio di privilegiati non aggiunge nulla».
Come dice il proverbio: “Chi vivrà, vedrà”. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi della situazione, certi del fatto che sarà sicuramente un festival anomalo.

 

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