Carne nuda
Un giorno non lontano ritroverò il mio corpo
e questa carne vilipesa che grida nella terra
rossa più del fuoco. Più rivivrò l’oltraggio
che sputa sangue in un fiume di parole.
Verrà quel tempo che filigrana lacerata
saprà trovare riscatto in mezzo al vento
e volerà violenza come dorata sabbia
che la tempesta consuma nel deserto.
Sarò farfalla allora, crisalide leggera
verso il cielo che cieco e muto
non salva i suoi figli dall’inferno,
in quell’Olimpo indifferente
senza risposta a domande senza senso.
E troverò tra mille la mia storia
vissuta come non fossi mai esistita
e questo corpo, come macigno in fondo al mare,
si librerà come veliero tra le acque
e la mia carne laverà l’offesa che tu, vile,
hai posto a nudo come marchio senza fine.
(da Carne nuda, Lucia Lo Bianco, Diritti d’Autore Riservati)
Il caso di Ciro Grillo, accusato di stupro insieme a tre suoi amici per un episodio di quasi due anni fa avvenuto in Costa Smeralda, ha riportato alla ribalta simili fatti di Cronaca degli ultimi decenni in cui la donna, la vera vittima, si trasformava improvvisamente in imputata in qualità di sola responsabile di quanto accaduto. In particolare la vicenda ha scatenato molte reazioni, specialmente tra le forze politiche, dopo che il noto comico ligure Beppe Grillo, genitore di uno tra gli accusati e leader storico del Movimento Cinque Stelle, si è recentemente espresso con toni forti sui social negando il coinvolgimento del figlio nel reato dato che a suo avviso la ragazza era consenziente. Le motivazioni addotte pare si riferiscano al ritardo di 8 giorni con cui il presunto stupro sarebbe stato denunciato e un video intimo trasmesso in cui la vittima sembrerebbe partecipe, mentre a detta dei genitori il corpo della figlia è stato fatto circolare come un trofeo, condividendolo tra amici: una farsa ripugnante per la quale i legali della famiglia agiranno in sede giudiziaria.
Silvia, ragazza italo svedese di 19 anni, si è trovata così al centro di una circostanza giudiziaria che si presenta secondo gli schemi di un reiterato dejà-vu e ci riporta al famoso “Un Processo per stupro” trasmesso come film dossier sulle reti nazionali e riferito ad un simile crimine per violenza carnale perpetrato su una diciottenne da parte di quattro uomini nel lontano 1978. Anche allora la vittima venne messa sotto accusa come unica responsabile e non mancarono certo le parole offensive da parte degli avvocati difensori degli stupratori e delle stesse famiglie pronte a condannare la giovane colpevole di non essere rimasta a casa dopo le nove di sera. L’avvocato di allora, la nota Tina Lagostena Basi, rimane nei nostri ricordi non solo come antesignana dei diritti della donna violentata ma anche in prima linea a difesa della dignità femminile il cui corpo non era da considerarsi come semplice “carne” oggetto di un vile desiderio maschile.
Quali le reazioni delle forze politiche, soprattutto degli esponenti del Movimento Cinque Stelle? Le opinioni e gli schieramenti sono abbastanza contrastanti tra chi sostiene Grillo e chi, al contrario, ha assunto posizioni più moderate affermando di attendere che la giustizia faccia il suo corso. Il ruolo istituzionale del famoso comico ligure certamente colloca il decorso giudiziario al centro di chiare beghe e contrasti tra i partiti, strumentalizzando una vicenda umana che vede una giovane donna e vittima diventare improvvisamente colpevole di aver lei stessa provocato dei giovani ragazzi che alla fine hanno scelto solo di divertirsi. Sorprende il linguaggio usato da Grillo nelle sue pubbliche dichiarazioni come ci sconvolgono ancora le parole adoperate nel famoso Processo del 1978: parole che ledono il naturale diritto di una donna di vivere e comportarsi liberamente senza per questo rischiare di “provocare” istinti che ci riportano a un passato barbaro che speravamo dimenticato.
Il fatto che l’avvocato di Silvia sia Giulia Bongiorno, senatrice della lega, ha finito con il rinforzare l’idea che Grillo sia solo l’oggetto di beceri giochi politici mirati a lederne la posizione come leader del movimento. Lo stesso Rocco Casalino, ex portavoce storico del gruppo 5 Stelle, sottolinea il coinvolgimento sospetto della Bongiorno nel caso giudiziario, pur criticando Grillo per le posizioni assunte contro l’autenticità delle accuse della ragazza. Anche il giornalista Paolo Mieli intervistato a “Carta Bianca” ha finito con l’evidenziare come il tutto sia esploso alla fine di un periodo in cui Grillo avrebbe potuto condizionare le scelte politiche della maggioranza mentre invece il suo ruolo era stato decisivo sia per il Conte bis che per il Governo Draghi.
La sensazione finale che rimane è comunque di sconcerto ed amarezza, in una fase storica tormentata da violenze domestiche e femminicidi mentre il Governo discute su leggi e normative atte a proteggere la donna da crimini che vengono perpetrati con triste e allucinante regolarità. E, quindi, se lo sfogo di un padre come di qualsiasi genitore è umano e comprensibile è d’altra parte inspiegabile e sconcertante la totale mancanza di considerazione e di rispetto nei confronti di una giovane donna il cui corpo continua ad essere considerato come merce di scambio, come carne in vendita su un bancone e la cui vita resterà segnata in futuro, indipendentemente dalla conclusione della vicenda.
Palermo, 2 maggio 2021
Lucia Lo Bianco