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Sequestrate 14 tonnellate di cibi e chiuse 23 aziende. Il comando Carabinieri per la Tutela della Salute, di concerto con il ministero della Salute, a seguito dei recenti episodi di intossicazione da Listeria connessi con il consumo di alimenti crudi o a ridotta cottura (es. würstel), ha realizzato una campagna di controlli su tutto il territorio nazionale, finalizzato a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale.

Sono state ispezionate, secondo quanto  1.095 aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da batterio Listeria (würstel, insaccati con stagionatura breve e prodotti similari), di prodotti caseari a limitata maturazione, nonché di gastronomia con farcitura fresca (tramezzini, panini, ecc.), confezionati in atmosfera controllata per la fornitura alla Grande Distribuzione Organizzata e alle ditte di gestione dei distributori automatici.

Ad esito della campagna di controlli, i Carabinieri Nas hanno accertato irregolarità in 335 strutture (pari al 30% circa degli obiettivi controllati), a seguito delle quali sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria e Sanitaria 310 operatori di settore, contestando 541 violazioni penali e amministrative, per un valore di oltre 365 mila euro.

Tra le criticità riscontrate è stato rilevato l’uso di materie prime scadute di validità e in cattivo stato di conservazione e, con particolare frequenza, la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti, elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi.

Complessivamente gli interventi hanno consentito di rinvenire e sequestrare 14 tonnellate di alimenti irregolari, per un valore commerciale di circa 327.000 euro, nonché eseguire provvedimenti di chiusura / sospensione nei confronti di 23 imprese produttive e commerciali, il cui valore economico ammonta ad oltre 7 milioni di euro.

 

di Giovanni Macrì

Dopo oltre 170 ore di camera di consiglio, il Presidente Ugo Scavuzzo ed i giudici a latere, Andrea La Spada ed Eleonora Vona, del tribunale di Patti (ME), nel Maxiprocesso sulla mafia dei Nebrodi (erano entrati il 24 ottobre scorso), ieri sera, hanno deliberato accettando quasi del tutto le richieste del PM di Messina. Dei 970 anni richiesti hanno emesso condanne per complessivi 600 anni e  confische di 17 aziende e 4 milioni di euro, nel processo che vedeva alla sbarra 101 imputati tutti appartenenti a quella ormai definita la “Mafia tortoriciana dei pascoli”, gruppo mafioso appartenente alla famiglia d Batanesi e dei Bontempo Scavo. Un’organizzazione che traeva benefici raggirando il sistema per garantirsi ingenti somme di denaro. Dal 2010 al 2017 aveva, infatti, drenato contributi pubblici dall'Unione Europea per 5 milioni e mezzo di euro destinati ai terreni agricoli.

di Giovanni Macrì

 

Un’operazione compiuta centinaia di volte, o anche più, dal velivolo che svolgeva il servizio antincendio. Ma l’infida signora delle tenebre in questa occasione era in agguato!

Ieri pomeriggio, il Canadair 28 dei vigili del fuoco partito da Lamezia Terme (Catanzaro) ed effettuato un rifornimento di acqua nello specchio del mare Ionio antistante Giarre (CT) era sul luogo, cui si sarebbe consumata la tragedia, per fronteggiare un grosso incendio boschivo alle pendici dell'Etna.

Un’ala, forse per il vento o chissà per quale oscuro motivo (saranno le indagine a svelarlo), ha impattato con la montagna, il costone di Monte Calcinera, diventando ingovernabile e quindi schiantandosi al suolo dove è esploso. Al momento i due piloti risultano dispersi, ma sicuramente sono rimasti vittime dell’impatto con la montagna.

Un videoamatore ha ripreso l’intera scena e non pare ci possano essere, purtroppo, superstiti.

Sul posto sono immediatamente intervenute le squadre “Urban search and rescue” (Usar) dei vigili del fuoco con altro personale di terra, una squadra degli esperti Speleo alpino fluviale (Saf) e un elicottero AW 139 “Drago 146” in servizio al Reparto volo di Catania, i Carabinieri e i soccorritori della Protezione civile insieme al personale del 118 sia per portare soccorso agli eventuali superstiti che per continuare le operazioni di spegnimento dell’incendio.

Salvatore Cocina, direttore della Protezione civile regionale, intervistato, afferma: “Ci sono state diverse esplosioni dopo che il canadair è caduto. L’aereo è distrutto e i vigili del fuoco stanno cercando i due piloti. Abbiamo subito avvisato il presidente della Regione Renato Schifani per quanto successo. Il presidente sta seguendo da vicino quanto successo alle pendici dell’Etna I due piloti sono della società Babcock che fornisce il servizio dei canadair in Italia.”

Lo stesso Presidente Schifani, informato sulla tragedia occorsa, afferma: “Esprimo profondo cordoglio per la morte dei due piloti impegnati insieme ai nostri uomini e donne del Corpo forestale della Regione e della Protezione civile in attività di prevenzione e spegnimento incendi sull’Etna. Sono vicino alle famiglie e ai colleghi di lavoro colpiti da questa tragedia”.

Giovanni Salerno direttore del Corpo Forestale della Regione Sicilia: “I piloti non sono stati trovati. Io sono qui e la zona è impervia e completamente al buio. Domani all’alba riprenderemo le ricerche. Saranno impegnati anche i forestali”.

Fattosi buio le ricerche si sono interrotte per iniziare nuovamente all’albeggiare di oggi. Sul luogo della disgrazia, a presidio dell’area, è comunque rimasto un picchetto di volontari della Protezione civile e dei soccorritori.

La “Babcock Italia”, società proprietaria del Canadair precipitato, che sta anche assistendo le autorità locali nelle operazioni di soccorso, in una nota assicura: “La nostra prima priorità è fornire supporto alle persone coinvolte nell’incidente e alle loro famiglie. Sulle cause dell’incidente sarà effettuata un’indagine approfondita”.

La Redazione tutta si unisce al dolore delle famiglie dei due piloti.

 

foto Web

di Paolo Russo

"Il green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare ad esercitare le proprie attività, a divertirsi, ad andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all'aperto e al chiuso con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose..." così Mario Draghi, Presidente del Consiglio, disse il 22 luglio 2021 in conferenza stampa.

Apparve subito ai più un discorso di buon senso o perlomeno un ragionamento che poteva in qualche modo giustificare misure coatte che hanno portato a una spaccatura della società dividendola letteralmente in due: da un lato gli ossequiosi del buon senso del governo e dall'altro i critici che prima di iniettarsi un farmaco sperimentale volevano capirci qualcosa.

I primi sono stati premiati da spazi di libertà ai secondi invece è stato levato in qualche caso tutto. Dal lavoro, agli asili, ai cari nelle case di riposo perfino la possibilità di accedere in banca o in posta. Gli ospedali sono stati privati di personale sanitario punendo indirettamente quelli con il green pass e facendo ricadere la responsabilità del disservizio totalmente sui non vaccinati.  Famose sono le parole di Enrico Letta che ebbe il coraggio di dire che il vaccino è libertà rinforzando una idea politica discriminatoria e per certi versi fanatica.

Oggi sappiamo che il green pass non aveva senso, è stata una misura atta a aumentare le vaccinazioni e pertanto gli incassi lauti delle case farmaceutiche. Non siamo noi della voce agli italiani ad affermare ciò ma Janine Small, responsabile per i mercati internazionali della Pfizer, durante una audizione del 10 ottobre al Parlamento europeo.

Alla domanda dell'europarlamentare Ross: "Il vaccino Pfizer è stato testato per fermare la trasmissione del virus prima che fosse immesso sul mercato?" La  dirigente di Pfizer ha risposto tranquillamente con un no!

 

 

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