Pin It

 

di Giovanni Macrì

Arrestato il cinquantasettenne chef Mario Di Ferro, gestore del ristorante di Villa Zito di Palermo.

Il gip del capoluogo siciliano, dott.ssa Antonella Consiglio, in seno all’inchiesta della Squadra mobile e della nuova “Sisco”, coordinata dal procuratore del capoluogo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, ha firmato le ordinanze nei suoi confronti e in quella di altre cinque persone.

Quindi... arresti domiciliari per il Di Ferro.

I pusher, Gioacchino e Salvatore Salamone, già condannati in passato per spaccio, vanno in carcere, mentre obbligo di firma per tre dipendenti del ristoratore.

I sei sono accusati a vario titolo di diversi episodi di cessione di droga a clienti della cosiddetta “Palermo bene”.

Già il 4 aprile, i poliziotti della Squadra mobile palermitana avevano fermato lo chef in centro città mentre cedeva una dose di cocaina, tre grammi, a un burocrate a contratto, Giancarlo Migliorisi, che allora operava nella segreteria tecnica del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Era stato lo stesso burocrate che, dopo essere stato bloccato dalle parti di via Petrarca, messo alle strette, aveva confermato di aver acquistato la cocaina da Di Ferro. Alla luce di tale gravissimo episodio il Migliorisi veniva immediatamente licenziato.

Nel mese di  maggio il Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dell’avvocato del Di Ferro, aveva revocato l’obbligo di dimora a Palermo, mantenendogli tuttavia quello di presentazione alla polizia giudiziaria.

Da subito, comunque, si era capito che quel blitz era solo la punta emergente di un grande iceberg. Insomma, di un giro di droga molto più vasto!

Lo chef prendeva, infatti, le cosiddette “ordinazioni” nel suo ristorante e, dopo aver contattato i suoi  referenti pusher, i due Salomone, che materialmente gli portavano la cocaina a Villa Zito, riceveva gli amici e clienti per, tra una prelibatezza o un piatto gourmet e l’altro, ceder loro la droga.

Oggi, la conferma: Mario Di Ferro è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di essere lo spacciatore di tanti vip. Tra questi ci sarebbe anche l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che però non risulta comunque indagato. Anche se nelle intercettazioni condotte dagli agenti del “Sisco” emerge che il senatore di Forza Italia, in parecchie occasioni, tra novembre scorso e l’aprile di quest’anno, avrebbe acquistato una quarantina di dosi. E in alcuni casi, a dispetto delle sue smentite, sarebbe arrivato a bordo dell’auto blu con il lampeggiante acceso. Nelle intercettazioni si copriva la parola “cocaina” con il termine “neve”, mentre si faceva riferimento al "numero di viaggi”. Un gergo criptico, questo, che, secondo gli inquirenti, stava a indicare le dosi che l’ex presidente dell’Ars avrebbe dovuto acquistare.

Sono in tutto almeno 68 i contatti tra l’ex presidente dell’Ars e il gestore di Villa Zito nei mesi dell’indagine che ha portato all’ordinanza del gip.

Questo il commento a caldo del Miccichè che respinge interamente ogni possibile accusa: “Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con il lampeggiante acceso. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono!”. Poi, interpellato dall’Ansa, Miccichè ha dichiarato che: “Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro. È un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga!”.

Proseguono le indagini!

 

Foto Web

 

Pin It
Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
I Miei Articoli

Notizie