di Giovanni Macrì
Ancora una volta Caino uccide il fratello Abele! Ancora una volta siamo chiamati a capire qual è il senso della vita e perché in questi frangenti è l’inumano a vincere e causare morte e dolore!
È successo ieri a San Gregorio in provincia di Catania: una lite per questioni economiche è degenerata nel sangue.
Sono le tre di notte quando in via Masaccio del tranquillo, ora non tanto, paese Etneo si odono dei colpi di pistola. Tre, forse quattro!
Due di questi vanno a centro, colpendo testa e petto il 44enne Davide Vitale, nullafacente, pregiudicato e tossicodipendente, già oggetto in passato di TSO.
È stato il fratello Rosario, un 50enne di professione cuoco, anch’egli pregiudicato, a fare fuoco e uccidere Davide con una Beretta calibro 9x21, detenuta illegalmente e con matricola punzonata.
Secondo la ricostruzione fatta dai militari della Compagnia di Gravina e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, che indagano sul fatto, i due fratelli discutevano da anni per questioni economiche legate alla proprietà di una palazzina. Inoltre, pare che, continuando a non gradire la presenza nello stesso stabile dell’ex convivente del fratello, il Davide si sia presentato a notte fonda all’abitazione di Rosario, minacciandolo con un coltello.
E proprio durante quest’ultima ennesima lite, avvenuta anche davanti al figlio ventenne, che Rosario Vitale avrebbe premuto il grilletto della sua arma, centrando a morte il fratello.
Pistola e coltello sono stati sequestrati per gli accertamenti tecnici del Ris di Messina. Mentre l’omicida, che è andato a costituirsi dopo però aver spostato il cadavere nel cortile dell’abitazione, ora, espletate le formalità di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, si trova nel carcere Piazza Lanza di Catania con l’accusa di omicidio aggravato.
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