Colors: Blue Color

 

“Quando abbiamo avuto l’idea di mettere in pratica il nostro progetto– racconta Agnes - io e Patty, ci siamo guardate per un momento e abbiamo sgranato gli occhi: ci sembrava una cosa impossibile da realizzare.

Ma più il tempo passava e più prendeva forma questo desiderio, insieme a quello di condividerlo con chi ci vuole bene e con il mondo dei lettori. Queste poesie sono state scritte parecchi anni fa e sono rimaste in fondo a un cassetto, insieme ai sogni che da sempre le hanno accompagnate”.

di Arianna Di Presa

Marco Ambrosini vive e lavora a Padova. La sua formazione artistica proviene dall'Accademia delle Belle Arti di Venezia e con il passare del tempo diventa un tramite per narrare la parte più nascosta dell'Io che risuona in una fragilità disumana quasi sempre celata. L' espressionismo messo in atto da Ambrosini è dirompente, poiché trascina il fruitore, nel frastuono del dolore, avvinghiato tra i frammenti incurabili di una buia sofferenza.

Tra ombre e luci sorge spontaneo soffermarsi sulla marcatura dei volti delineati perfettamente in un pianto trattenuto , in un lutto ineliminabile, in una nascita soffiata tra le braccia del vento, dove le avversità della vita si mostrano eccessivamente tempestose. I volti messi appositamente in risalto da una tecnica pressoché incisoria, si profilano come intermezzi per imparare a soffermarsi su ciò che impedisce all'anima di evolvere senza trattenersi; in questo senso , l'atavico dolore funge da padrone necessario per non sfuggire a ciò che riserva la vita. L'Arte pertanto, diviene un connubio perfetto con la mente dove s'instaura un contatto psicodinamico insito nella parte più oscura dell'interiorità. Ciò che segna insegna è questa l'interpretazione più avvincente che Marco Ambrosini intende comunicare attraverso i suoi cromatismi. Vite spezzate e consumate che si ritrovano fugaci dentro mille sfumature incasellate tra i vizi e gli errori del destino.

 di Arianna Di Presa

Nel presente articolo intendo evidenziare l'artista poliedrica Sabrina Veronese. Nel corso della sua formazione sperimenta varie tecniche, tali da conferire in ogni opera un profondo dialogo con l'universo che si dipana tra tante esposizioni internazionali ed in numerosi cataloghi. Lo studio del Cosmo dunque, diventa l'oggetto di analisi delle tele che sembrano mutate in sublimate entità difficili da sfiorare. Veronese riesce egregiamente ad ipnotizzare i fruitori nel flusso dei colori, in particolare risalto diventano il blu e il giallo che attraverso apposite gradazioni rendono un notevole distacco tra corpo e anima.

L' anima diventa eternità e in questo senso la materia si profila come la spinta evocativa per esplorare la sospensione del mondo. Il Creato dunque, costituisce un'armonia di più universi che si disgregano in una momentanea collisione al fine di ritrovarsi in una densa completezza. La tonalità onirica di Sabrina Veronese approda verso un incipit che diverge lo sguardo oltre il Cosmo, al di sopra delle concrete vertigini, come se l'abbraccio del Cielo soffocasse l'approccio osservativo basilare, non sufficiente ad approdare lungo il brillio notturno delle nebule. Le stelle non si toccano con gli occhi, ma si sfiorano con il cuore.

 

di  Arianna Di Presa

Nel presente articolo intendo focalizzare l'attenzione sull'importanza dell'essenziale, scorrevole sotto al nostro sguardo. Qui si apre il percorso artistico di Rosanna Di Cecca implementato e riconosciuto a livello internazionale. Nasce a Calitri in provincia di Avellino, ma lavora a Reggio Emilia.

Le sue pennellate non intendono interrompere alcun millesimo esistenziale, come la sua anima che si rispecchia in continuazione tra flora e fauna, in un vivido respiro di morbidezza cromatica espressa su tela. Nessun altra ispirazione è più sublime della Natura. È tutto ciò che guida la De Cecca verso argini esploratori di incontaminate sorprese che permettono di avvertire la vita e l'universo in una medesima sensibilità che si accorpa repentina nel cuore del fruitore .

Vi è il desiderio non rivelato che l'artista tramite il veicolo non giudicante dei cromatismi, riesce ad esplicitare. Il sapore di libertà innocente sembra scontrarsi qualche volta con un dolore mai confidato prima, tale da rendere ogni sensazione una vetrata di emozioni da ammirare in lontananza, alla ricerca di una bellezza ammaliante che conduce persino a creare l'invisibilità dell'ultimo istante.