di Monica Vendrame
L’opera scultorea “Il Colosso dell'Appennino”, situata all’interno della raffinata Villa Demidoff a circa 15 km da Firenze, è in parte uomo e in parte montagna. Questa straordinaria statua, progettata alla fine del 1500 dallo scultore fiammingo Jean de Boulogne, meglio conosciuto come Giambologna, è alta 10,67 metri.
Gli intricati dettagli della scultura, inclusa la barba fluente e la struttura ruvida della sua pelle, testimoniano la straordinaria abilità e dedizione dell'artista. L'opera è realizzata in pietra e l'intonaco, parzialmente ricoperto da muschi e licheni, le conferisce una sembianza mistica. Il Colosso dell'Appennino raffigura un gigante di pietra accovacciato sulla riva di un lago che, con la sua folta barba e i capelli lunghi, si fonde perfettamente con la roccia e la natura circostante di vegetazione acquatica. La sua mano sinistra preme su un mostro marino dalla cui bocca sgorga l'acqua che finisce nello stagno.
Costruito come simbolo delle aspre montagne dell'Appennino toscano, l’opera artistica non è solo una scultura, ma è anche un edificio che ospita una rete di grotte con affreschi, di uomini muscolosi e minerali preziosi, oltre a conchiglie, coralli, perle e cristalli che adornano le pareti. All'interno del Colosso dell'Appennino si trova anche un vano segreto situato nella parte superiore del corpo e nella testa, ed una serie di ambienti abbelliti da dipinti e fontane mosse da meccanismi idraulici. Delle fenditure abilmente prodotte sulla statua consentono alla luce di penetrarvi, creando una gradevole illuminazione naturale. In passato, quando si accendeva il fuoco in una “sorta” di camino, il fumo soffiava dalle narici del gigante dando vita ad un effetto visivo veramente particolare.