QUATTRO NOTE SULL’AMORE
Quando un soffio di eternità sfiora la tua vita è solo per offrirti il suo dono più bello: l’Amore.
L’Amore è la quintessenza della nostra vita, il nucleo intorno al quale ruota e si completa il divenire, quel flusso di materia che muove e domina l’universo e le nostre stesse esistenze.
Sì, perché l’amore non è solo l’incontro di due anime come siamo portati a credere ma è qualcosa di più grande che investe e determina ogni nostra azione, l’Amore è“immanente” nella vita dell’uomo e dell’universo, così come è stato da sempre.
Lo stesso Dante, nella sua grande opera afferma: ” L’amore che muove il sole e le altre stelle...” (Paradiso, canto XXXIII, 145).
In questo verso, infatti, è racchiuso il significato dell’intera opera di Dio, l’Amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita.
E ancora: “Amore, ecco la sola cosa che possa occupare e riempire l’Eternità: all’Infinito occorre l’inesauribile” (Victor Hugo) e non per ultimo: “L’amore è la più’ grande scienza del mondo, in cielo ed in terra” (Madre Teresa di Calcutta).
L’Amore quindi è un sentimento universale che muove ogni nostra azione ed assume forme e significati diversi.
Cos’è infatti la nascita di una nuova vita se non un atto d’amore? Ma amore è anche salvare un cucciolo abbandonato, dare un qualcosa ad una mano tesa sul sagrato di una chiesa, l’amore è lenire una sofferenza, l’amore è quella carezza dolce della mamma che ha il potere di asciugare le lacrime del suo bambino. La stessa creazione del mondo per i credenti, è stato solo un atto d’amore di Dio, così come la Crocifissione di Cristo non è stato altro che l’atto sublime dell’amore divino per l’Uomo.
Tutto si richiama all’amore perché questo, come affermato prima, racchiude un’ampia varietà di sentimenti che possono spaziare da una forma universale ed immanente ad una più’ intima ed appassionata tra persone oppure nei confronti di qualcosa di spirituale. Anche per gli antichi Greci, infatti, esistevano quattro forme primarie di amore: quello familiare/parentale, l’amicizia, il desiderio erotico/romantico (eros) e quello più’ strettamente spirituale.
Per quanto riguarda l’amore familiare, tutti sappiamo quale profondo sentimento ci lega ai nostri genitori, ai fratelli, anche se a volte le storie familiari sono complesse, vissute spesso in modo devastante, proprio perché chiuse nella sfera intima.
Rifacendoci al grande libro dei miti e della storia riportiamo un esempio di questo amore attraverso la storia di Antigone, creatura affettuosa e nobile protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle. Antigone, figlia di Edipo e della madre di questi, Giocasta, nonostante il padre si fosse macchiato dell’orrendo delitto che tutti conosciamo, lo assiste amorevolmente e non lo abbandona mai fino alla sua morte. Il suo amore familiare però non si esaurisce con la morte del padre, la fanciulla, appreso che il fratello Eteocle, morto per mano di un altro fratello giace insepolto per ordine del re e per veto di legge, incurante delle conseguenze che avrà il suo gesto, seppellisce il fratello ed affronta la morte.
E come dimenticare l’amore di Alcesti che si offre di morire al posto del marito, il re Admeto? Un gesto che neanche i genitori di Admeto avevano voluto fare (Alcesti-Euripide). Altro emblematico esempio, dell’amicizia, questa volta, lo troviamo nell’Eneide di Virgilio, che nel Libro IX parla di Eurialo e Niso due giovani guerrieri Troiani.
“… Apprentossi in prima/Eurialo e Niso. Un giovinetto/di singolar bellezza Eurialo era, e Niso di lui fido e casto amico...” (Eneide Libro IX versi 425-428).
Quando Eurialo muore per mano dei nemici, Niso che si era messo in salvo, torna indietro pur sapendo che per lui sarà la fine e vendica la morte dell’amico e quando viene ucciso, morente, si getta sull’amico dandosi pace.
Per quanto riguarda l’amore romantico per eccellenza quello dell’apostrofo rosa che continua a fare strage di cuori e mietere “vittime” ben felici di esserlo, il panorama è molto vasto, anche se questo amore assume tinte diverse. Sempre passeggiando tra storia e letteratura, ricordiamo alcuni aspetti di questo amore.
Tra gli amori impossibili ricordiamo quello di Anna Karenina per Alekssej Vronskij (omonimo romanzo di L. Tolstoj), quello di Catherine e Heathcliff di Cime Tempestose e anche quello, a noi piu’ vicino di Alice e Mattia due ragazzi profondamente segnati da un’infanzia infelice che si sentiranno uniti eppure invincibilmente divisi, come i numeri primi che i matematici chiamano gemelli ma che sono entità chiuse, distanti (La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano).
Tra gli amori teneri, vale la pena ricordare quello di Ettore e Andromaca (Iliade – Omero). L’addio di Ettore ad Andromaca alle porte Scee è una delle più’ belle dichiarazioni d’amore della storia, e non per ultimo, il tenero e appassionato amore del Gobbo ‘Quasimodo’ per la bella zingara ‘Esmeralda’. Quando Esmeralda muore Quasimodo, si lascia morire al suo fianco (Victor Hugo- Notre Dame de Paris). Tra gli amori intensi, passionali, che molti sognano di avere ma che restano tra le pagine dei libri ricordiamo quello di Paolo e Francesca: “Amor ch’a nullo amato amar perdona”… (Dante, Inferno, Canto V, verso 103), Giulietta e Romeo, Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, Abelardo ed Eloisa…
Vale la pena soffermarsi, solo un attimo, sull’amore assoluto, intenso, distruttivo di Medea per Giasone (Medea – Euripide). Medea, dopo aver aiutato Giasone nella conquista del vello d’oro, ucciso il proprio fratello, tradita la sua gente, segue Giasone a Corinto e lo sposa.
Giasone, però, dopo alcuni anni di convivenza, ripudia la moglie per sposare la figlia del re Creonte che gli avrebbe dato l’opportunità di diventare re. Il dolore di Medea è grande, devastante.
Pur comprendendo di aver sposato non un eroe ma un cinico opportunista, la donna è dilaniata da opposti sentimenti e lacerata tra razionalità e passione. La sua vendetta sarà spietata, crudele, uccide i propri figli solo per procurare a Giasone uno strazio infinito. Un amore distruttivo il suo ma attenzione, purtroppo questi gesti di amore estremo, forse malato, non sono confinati e racchiusi solo nelle pagine dei libri, i recenti fatti di cronaca purtroppo ce lo confermano.
La forma di amore più alta, comunque, resta quella spirituale, universale, quell’amore a tutto tondo che non è solo ascesi, ma è amore infinito per tutte le creature viventi. Un nome fra tanti: Madre Teresa di Calcutta. Questa piccola, grande, fragile ma forte donna ha speso tutta la sua vita al servizio dei poveri, degli oppressi, degli emarginati, dei bambini uccisi e abbandonati con una tenacia ed una grande, incrollabile fede. Ricordiamo, tra le sue tante, celebri frasi:“non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare” e “ la fame d’amore è molto più difficile da rimuovere che la fame di pane”.
L’amore, quindi, come detto all’inizio, è tutto non una parte, l’amore non sarà mai singolare perché l’amore “… non guarda con gli occhi ma con l’anima…” (Shakespeare – Amleto) perché …. “la vita è il fiore per il quale l’amore è il miele” (Victor Hugo). Quando due cuori si uniscono, quando due persone si amano con l’anima, nessuna tempesta oscurerà mai il loro cielo. E questo l’amore, questa unione permetterà al mondo di sopravvivere conservando parte di noi perché noi siamo parte dei nostri genitori, come saremo parte dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.
Certo non ci sono amori facili o amori da favola con principi e carrozze (almeno non per tutti) il vero amore spesso è complesso perché non consiste solo nello scegliersi ma soprattutto nell’accettarsi. Non basta sfogliare una margherita per scoprire quanto si è amati, quello è solo il momento dell’innamoramento, delle farfalle nello stomaco, l’amore è scoprirsi giorno dopo giorno, accettare tutto dell’altro per poi correggersi, mediare, in modo che l’uno compensi le mancanze dell’altro. L’amore è tenerezza, dialogo, fedeltà e, quando necessario, sacrificio. Le più belle storie d’amore, infatti, sono quelle che si vivono nel rispetto, nella libertà e soprattutto nella fiducia reciproca, nell’essere pronti ad affrontare qualsiasi ostacolo o sacrificio che la vita a due comporta.
Non dimentichiamo però che l’amore va anche “coltivato”, nutrito giorno per giorno, va riempito di emozioni, tenerezza e di quel pizzico di follia senza la quale non cresce l’ebbrezza e non si ravviva la passione, sentimenti che rinsaldano e rinnovano l’unione negli anni.
L’amore non è facile, spesso percorre strade tortuose e mette continuamente alla prova chi ama ma quando lo trovi, è la tua ragione di vita, è il cerchio che si chiude, il numero perfetto e, per dirla come Alphonse De Lamartine “Amare per essere amati è umano ma amare per amare è quasi angelico”.
Amiamo dunque, amiamoci perché il mondo ha bisogno d’amore per ritrovare la strada dell’armonia e della pace, la strada che illumina il cammino dell’uomo, quella strada che inizia col “TU ED IO” per diventare poi “NOI” ripetuto all’infinito “UBI TU GAIUS, IBI EGO GAIA”.