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di Arianna Di Presa

Il presente articolo è incentrato sulla voce del Cielo, una personificazione cosmica che contiene una delicata sfumatura letteraria. Il sommo Poeta Dante, Leopardi e Ungaretti si ispirano al cielo e alle nebule, motori fondamentali per consentire all’inchiostro di fluire ai vertici dell’orizzonte, come se venisse appena sfiorato dall’incommensurabile. La lirica e il cielo si incrociano in un legame indissolubile, dove i grandi quesiti esistenziali sembrano essere lo sfondo primordiale e sovraumano. Il cielo che narra e consola la desolazione, la speranza perduta, il mistero criptico dell’Aldilà, invisibile ad occhio nudo, ma in cui è possibile entrare attraverso lo stato meditativo del buio e i dolci pensieri che vagano come sogni inesplorati e divengono le culle per assimilarsi con la potenza del Creato. 

 

di Gianfranco Bonofiglio

La Storia delle "Navi dei Veleni" ha fatto discutere molto negli anni, decine di libri, decine di reportage ed inchieste giornalistiche, inchieste aperte da alcune Procure, ingenti spese sostenute per verificare se quanto dichiarato da alcuni pentiti fosse attendibile e fosse rispondente alla realtà.

 

Diciamoci la verità. In Calabria non è mai nata una vera stagione dell'antimafia, non è mai decollata una "Primavera" della "Società civile", non è mai nato dal basso un desiderio di costruire un modello sociale basato sulla normalità, basato sul rispetto delle leggi, sui diritti e sui doveri, non è mai nato un concetto reale di "cittadinanza". Come non è mai decollato un "vero e concreto" movimento antimafia.

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