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Franco Brambilla è un vulcano, una macchina creativa che da decenni attraversa il mondo teatrale italiano (e non solo) producendo azioni, spesso sperimentali e di ricerca, che aprono la strada a nuovi ragionamenti, donano impulsi di approfondimento, coinvolgono gli attori e lo spettatore in dinamiche di confronto con linguaggi, pensieri, stili, filosofie che hanno come filo conduttore il "fuori dal comune".
Regista e drammaturgo, docente alla Scuola Paolo Grassi di Milano partecipa alla formazione, accademica e non, di una miriade di professionisti grazie al suo non celato amore con il concetto di gruppo creativo.
 
Osservando il suo percorso produttivo, infatti, è evidente che per Brambilla l'atto creativo sia il frutto di un continuo dialogo operativo: con le fonti, con i finanziatori, con gli attori, con i tecnici, con le difficoltà, con il pubblico. Il suo lavoro non è la messa in scena "ditt-autorale" di un'idea preconfezionata a tavolino nei minimi dettagli ma il continuo generarsi di infinite variazioni prodotte dall'incontro, dalla dinamica, dall'ibridazione intellettuale, artistica e di vita. Eppure, nonostante il continuo mutare di "quantistica" interazione, l'opera ha sempre una paternità certa, indiscutibile, tanto forte è l'idea originaria da poter attraversare le ibridazioni senza perdersi, ma anzi amplificandosi.
 
Ho raggiunto Franco Brambilla per la mia rubrica I Sogni degli Altri e questi sono i video della nostra chiacchierata su esperienze, prospettive, significati nel teatro (e più in generale, nella produzione artistica) di oggi.
 
Buona visione.
 
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