di Imma Pontecorvo
Situato nel cuore della città partenopea, l’Orto Botanico di Napoli rappresenta uno dei giardini botanici più importanti e antichi d’Italia, si sviluppa su una superficie di quasi 12 ettari e conta circa 25mila esemplari di 10mila specie diverse vegetali, provenienti da ogni parte del mondo.
Fondato nel XIX secolo, questo straordinario complesso è un luogo dove natura, scienza e cultura si intrecciano armoniosamente.
Attraverso le sue collezioni botaniche, le serre storiche, il museo e il suggestivo Castello, l’Orto Botanico non è solo un luogo di conservazione e ricerca scientifica, ma anche un simbolo della straordinaria ricchezza culturale della città di Napoli.
Fu istituito nel 1807 per volontà di Giuseppe Bonaparte, all’epoca re di Napoli. La sua fondazione faceva parte di un ambizioso progetto di modernizzazione e sviluppo culturale promosso durante il periodo napoleonico.
L’obiettivo principale era quello di creare un centro per lo studio delle piante utili all’agricoltura, alla medicina e all’industria, che potesse essere anche un luogo di formazione per gli studenti dell’Università di Napoli.
La progettazione del giardino fu affidata a Stefano Gasse, un architetto noto per la sua abilità nella pianificazione di spazi pubblici. Il lavoro di Gasse, insieme al botanico Michele Tenore, rese l’Orto Botanico una delle istituzioni più avanzate del suo tempo.
L’orto fu concepito come un laboratorio a cielo aperto, con aree dedicate alla coltivazione di piante medicinali, agrarie e ornamentali. Nel corso dei secoli, l’Orto Botanico ha subito diverse trasformazioni, ampliandosi e adattandosi ai progressi scientifici e alle nuove esigenze della ricerca.
Oggi è parte integrante del Dipartimento di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università Federico II di Napoli e rappresenta un punto di riferimento per gli studiosi.
All’interno del complesso dell’Orto Botanico si trova un edificio storico di grande fascino: il cosiddetto Castello. Questo edificio, che prende il nome dalla sua struttura imponente e dalle torrette che ne caratterizzano l’aspetto, è una testimonianza della lunga storia dell’orto.
Castello dell'Orto Botanico
Il Castello è sede delle attività amministrative e tecniche, oltre che del Museo di paleobotanica ed etnobotanica.
Al secondo piano di questo edificio è ubicato , infatti, la sezione di Paleobotanica con sale che espongono fossili vegetali, diorami ed un albero filogenetico tridimensionale realizzato in metallo e resine..
La sezione di Etnobotanica ,invece, è allestita con vetrine che conservano manufatti realizzati utilizzando materiali vegetali, raccolti presso società indigene.
Un altro elemento di grande interesse che arricchisce l’esperienza dei visitatori è uno spazio espositivo che raccoglie una vasta collezione di campioni botanici, strumenti scientifici e documenti storici che raccontano l’evoluzione della botanica nel corso dei secoli.
Gli antichi erbari sono tra gli oggetti più rilevanti che possiamo osservare i quali custodiscono campioni di piante raccolte dai primi esploratori botanici. Questi erbari rappresentano una fonte inestimabile di informazioni, non solo per la botanica, ma anche per la storia della scienza e dell’esplorazione.
Campioni di erbari
Accanto al Castello, poi, troviamo rose di ogni tipo e colore e percorsi diversi da poter seguire, quelli per i non vedenti dove è possibile individuare piante che stimolano l’olfatto e il tatto, percorsi dedicati alle piante medicinali e alle piante citate nella Bibbia.
E’ possibile ammirare anche alcune tra le piante che rappresentano l’orgoglio del giardino botanico per la loro bellezza e rarità come la Parrotia persica, una specie originaria dell’Iran, soprannominato anche “albero pagoda” per l’andamento dei suoi rami; la Camellia japonica che si trova di fronte all’ingresso del Castello; i lecci e l’esemplare di Cycas revoluta donato nel 1813 all’Orto da Maria Carolina Bonaparte moglie di Gioacchino Murat.
Parrotia persica
Un’altra attrazione fondamentale dell’Orto Botanico sono le sue serre, autentici gioielli architettonici e scientifici.
Le serre sono organizzate in sezioni tematiche, ciascuna delle quali rappresenta un particolare ambiente climatico. Possiamo osservare la serra “tropicale” dove vengono coltivate piante provenienti dalle regioni tropicali, come orchidee, felci e palme.
Serra Tropicale
La serra delle “succulente” dedicato alle piante xerofite, come cactus e agavi, originarie di ambienti aridi come deserti e savane e la serra delle “piante acquatiche” dove si trovano specie che vivono in ambienti acquatici o paludosi, come ninfee, loto e giacinti d’acqua.
Serra delle succulente
Serra delle piante acquatiche
Le serre non sono solo un luogo di esposizione, ma anche un laboratorio vivente per la ricerca scientifica. Gli studiosi utilizzano queste strutture per condurre esperimenti, monitorare la crescita delle piante e studiare strategie di conservazione.
L’Orto Botanico di Napoli, quindi, non è solo un luogo di bellezza naturale, ma anche un centro di eccellenza scientifica e culturale. Le sue attività di ricerca si concentrano su temi cruciali come la conservazione della biodiversità, l’adattamento delle piante ai cambiamenti climatici e l’utilizzo sostenibile delle risorse vegetali.
Inoltre, è un punto di riferimento per la divulgazione scientifica. Attraverso visite guidate, laboratori didattici e mostre temporanee, l’orto si impegna a sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle piante per la vita sul nostro pianeta.
Le attività educative sono rivolte a persone di tutte le età, dalle scuole alle famiglie, passando per i turisti e gli appassionati di botanica.
Giorni e orari di apertura
Lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 14:00, martedì e giovedì dalle ore 9:00 alle ore 16:00.
Ingresso gratuito.