di Giovanni Macrì
La storia di Custonaci è molto simile a quella di molti paesi siciliani. Nel 1241 il borgo fu governato da Federico II di Svevia che decise di suddividere il territorio in più contee. Le contee furono affidate alle famiglie più facoltose di Erice per gestirle. La costa di marmo comprendeva sette contee con 36 terre da coltivare. Intorno al territorio si formarono i cosiddetti bagli, strutture destinate alla gestione delle attività agricole e del relativo contado. Intorno al Baglio, era un villaggio abitato. Uno dei bagli più importanti è il Baglio Cofano sul monte omonimo, abbandonato alla fine della seconda guerra mondiale. Un baglio era come un grande cortile che circondava un terreno agricolo. Oggi si possono vedere i bagli attaccati alle case della campagna siciliana. Nei primi anni del secolo scorso Custonaci fu compreso nel comune di Erice, precisamente il comune di Monte San Giuliano. Grazie all'estrazione del marmo dalle sue cave rupestri, Custonaci ottenne l'indipendenza da Erice nel 1950. Oggi è considerato il più importante produttore di marmo d'Italia e d'Europa dopo Massa Carrara.
A Custonaci si può ammirare il Santuario di Maria Santissima che fu edificato nel 1500 e ristrutturato nel secolo scorso. Questo è il monumento più importante del villaggio. È anche un luogo religioso e meta di pellegrini. Testimonianza dei lavori di ristrutturazione è la facciata esterna con ingresso ad arco e il nuovo rosone gotico interno. Di grande effetto è la magnifica scalinata e il pavimento del sagrato pavimentato con ciottoli di pietra. In questo santuario si può ammirare un dipinto raffigurante la Vergine Maria seduta in trono con il figlio e incoronata da angeli. Dipinta nel 1460, la Vergine ha un mantello decorato con baccelli e spighe di grano. L'abside del santuario custodisce la pittura e il più fastoso arredo architettonico barocco trapanese: una grande volta marmorea circondata da una statua marmorea della Vergine e quattro statue lignee. Qui si può ammirare anche un coro ligneo scolpito.
Il culto della Madonna di Custonaci è antichissimo e tuttora resta immerso nel mistero, le prime testimonianze storiche risalgono ai primi del 1400.
Una leggenda, tramandata da diverse generazioni, narra di una nave francese proveniente da Alessandria d’Egitto, facente rotta verso il porto di Marsiglia, che durante la navigazione, in prossimità delle Isole Egadi, fu colta dal brutto tempo.
Una violenta tormenta che stava per far affondare la nave. Solo un miracolo avrebbe potuto salvare i marinai da morte sicura. Questi, affidarono quindi la loro vita alla Vergine Maria di cui avevano a bordo un quadro, promettendo di donare questo ai locali se fossero approdati incolumi. Le onde cominciarono a chetarsi e tra mille peripezie, la nave poté giungere illesa nei pressi di Cala Buguto alle pendici di Monte Cofano, odierna Baia Cornino. I marinai scampati alla tempesta sbarcarono sul litorale e per onorare il miracolo, scelsero quello come luogo per costruire una piccola chiesetta all’interno della quale custodire il quadro della Vergine. Di comune accordo con i locali accorsi per dare aiuto agli scampati, però, decisero di trasportare l’immagine nella vicina cappella rupestre dedicata all’Immacolata, ubicata in prossimità della collina di Custonaci, per essere meglio custodita e venerata, considerando che il litorale era frequentemente oggetto d’invasioni da parte dei Saraceni che facevano razzie di ogni genere lungo le coste. I marinai sentendo quelle valide motivazioni affidarono il quadro agli abitanti locali e ripresero il loro viaggio. Il quadro, oggi conosciuto come Santissima Maria di Custonaci, venne posto su di un carro trainato dai buoi per essere trasportato nella vicina collinetta. La leggenda narra anche che i buoi durante il trasporto si fermarono perché assetati e non vollero più partire. A quel punto iniziò a sgorgare, come per miracolo, dell’acqua dal terreno. Quel posto tutt’ora esistente è chiamato “Pozzo della Madonna”.
A Custonaci oltre il Santuario di Maria Santissima si possono ammirare: le grotte di Scurati, che durante le festività natalizie ospitano uno splendido presepe vivente, la baia di Cornino, il museo del marmo e la riserva naturale del Monte Cofano con la tonnara.
Per comprendere l’importanza turistica di queste grotte di Scurati, bisogna tuffarsi nelle pieghe segrete della storia. Da qui conoscere uno dei luoghi in cui si sono insediati gli esseri umani sin dal Paleolitico. In queste grotte sono stati ritrovati, infatti, molti strumenti antichi, graffiti e ossa di animali risalenti al Paleolitico Superiore. Uno dei ritrovamenti più suggestivi è rappresentato dalle lumache di mare, prova indiscutibile che le grotte erano immerse nelle acque del mar Mediterraneo. Queste grotte sono: “Grotta del Crocifisso”, oltre la piccola cappella religiosa sul monte Cofano, “Grotta Rumera”, usata come baluardo contro gli attacchi saraceni, “Grotta Cufuni” con le sue splendide pareti calcaree, stalattiti e stalagmiti, e “Grotta Mangiapane”. Quest’ultima non è solo una grotta, ma un villaggio in miniatura. Al suo interno, con una volta che arriva a sfiorare gli 80 metri, ospita abitazioni, cucine, stalle, magazzini. Insomma, questa grotta è uno scrigno di storia incastonato tra pareti rocciose. Per questa splendida caratteristica, essa viene utilizzata nel periodo natalizio per organizzare un toccante presepe vivente.
La grotta è chiamata Mangiapane perché apparteneva all’omonima famiglia. La famiglia si stabilì, infatti, proprio in questo sito nel 1819 costruendo un vero e proprio villaggio. Purtroppo, a causa dell’estrazione del marmo, la famiglia fu sfrattata alcuni anni dopo. Oggi le antiche case della grotta Mangiapane sono disabitate, ma tutto è rimasto come allora, circondate da una vasta vegetazione di macchia mediterranea.
Al loro interno, come in un enorme museo, si possono ammirare gli strumenti tradizionali di oltre 70 antichi mestieri siciliani, e l’ingresso della grotta si trova a circa 60 metri sul livello del mare, alle pendici del Monte Cofano.
All’ingresso, un’esperta guida vi racconterà la storia della grotta e con soli di tre euro si potrà sostenere l’associazione che si prende cura di questo luogo.
Poi, come non godersi la pace di questo luogo e viaggiare indietro nel tempo?
La visione è piuttosto suggestiva e abbastanza panoramica, si cammina tra botteghe di calzolai e falegnamerie, si trova una cucina con un antichissimo forno in pietra, camere da letto e stalle.
Ecco, il tempo si è fermato!
Dal 1983, ogni anno, diventa l’incantevole location di un presepe vivente organizzato durante le festività natalizie.
Il presepe vivente è soprattutto un evento pittoresco in quanto testimone della tradizione agricola siciliana. Protagonisti della scena 160 artisti, contadini e artigiani provenienti da tutta la Sicilia e gente del posto che, volontariamente, oltre a recitare la nascita di Gesù bambino nella grotta, recitano alcune scene di artigianato tradizionale, come in un film. Ad esempio, le massaie preparano la pasta e cuociono il pane, i pastori mungono le mucche e producono il formaggio siciliano. Questa è la Sicilia tradizionale e antica, che recita il ruolo di se stessa. Ecco come un intero villaggio prende parte al presepe sacro e diventa un museo vivente.
La comunità locale non avrebbe potuto fare di più per valorizzare questo ambiente naturale così prezioso e carico di valori simbolici, riunendo attorno a questo progetto anche artigiani e artisti provenienti da tutta la Sicilia. Il patrimonio culturale degli antichi mestieri e tradizioni della Sicilia si mostra così ai visitatori in maniera vivace e ricca di fascino; adulti e bambini lo ammireranno per sei giorni tra Natale e l’Epifania.
Scene di vita, antichi mestieri e attività oggi poco conosciute; un evento corale che emoziona e coinvolge.
La comunità di Custonaci è riuscita a far interessare a questo progetto anche l’Università degli Studi di Palermo, per ricreare fedelmente ambienti, mestieri e costumi ed evitare false ricostruzioni.
Tutto accade davvero davanti ai tuoi occhi, senti il profumo del pane appena sfornato, del formaggio appena preparato... quasi senti le voci e i suoni degli antichi mestieri. Si assiste, insomma, a scene familiari di altri tempi. Una location davvero suggestiva che affascina per la sua meravigliosa vista sul Golfo di Cofano.
Oltre al presepe vivente si può assistere anche a uno degli ultimi, purtroppo, spettacoli di "pupi siciliani".
Caratteristica ancora a Custonaci è la baia di Cornino ai piedi del Monte Cofano. Con uno splendido paesaggio rurale e con i suoi incantevoli scorci è una delle spiagge più belle della Sicilia occidentale. Il fondale e la costa sono sabbiosi e le acque sono cristalline e scintillanti. Dispone di una zona franca e di un’area attrezzata con stabilimento balneare. Piccole case rigorosamente bianche da dove anticamente i locali, che vivevano principalmente di pesca, partivano con le loro piccole barche avventurandosi in questo mare pescosissimo.
Infine come non citare il “Museo del marmo” augurato nel 2017, situato in piazza Europa, nel quartiere di Sperone. Una struttura museale che racchiude ampie sale interne comunicanti, dove poter ammirare campioni di marmo e strumenti di lavoro utilizzati nelle cave di marmo negli anni '50.
Meno frequentata della vicina Riserva Naturale dello Zingaro, la Riserva Naturale del Monte Cofano si trova tra le due frazioni di Custonaci e Castelluzzo. Colpisce per la bellezza delle sue coste, per le sue praterie e le grandi coltivazioni di palma nana. Pianta utilizzata per la realizzazione della tradizionale “coffa siciliana”, che nella storia nasce come semplice cesta impiegata per foraggiare i cavalli o per trasporto di masserizie. Oggi, da semplice oggetto di uso quotidiano rurale, la coffa ha pian piano cambiato uso e, sapientemente adornata, si è trasformata in un’elegante borsa.
La riserva naturale ha anche un’abbondante fauna, tra cui spicca il falco pellegrino. Una zona, oggi, scarsamente abitata, in cui domina la torre incastonata nel litorale roccioso, a pochi passi dal mare e accanto a case rurali disperse, tra fichi d'india, mandorli e frassini, tutti coltivati, in piccoli tratti. Una torre di avvistamento risalente al XVI secolo e costruita a guardia della tonnara. La riserva naturale inoltre offre uno dei paesaggi più rocciosi della Sicilia, con pareti alte, adatte agli amanti del trekking e dell’arrampicata. È altresì possibile percorrere i lunghi sentieri che portano alla grotta di marmo bianco.
Tutto ciò fa di Custonaci un luogo da visitare, un luogo di grande interesse storico e antropologico, una meta per una meravigliosa escursione, una vacanza estiva o natalizia!