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di  Massimo Reina 

 

Il presepe è una delle tradizioni più affascinanti e significative del periodo natalizio, un simbolo che unisce fede, arte e cultura popolare. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando San Francesco d'Assisi, desideroso di rendere più viva e tangibile la nascita di Gesù, organizzò una rappresentazione vivente a Greccio, in provincia di Rieti. Era il 1223, e quella che inizialmente fu una scena semplice e spirituale, con personaggi in carne e ossa, si trasformò nel corso dei secoli in una forma d'arte che ha attraversato epoche e confini.

 

 

In Italia, il presepe raggiunse una particolare raffinatezza durante il Rinascimento e il Barocco, con la creazione di statue in terracotta, legno o cartapesta. Napoli divenne uno dei centri più importanti per la produzione di presepi, con i celebri "pastori" napoletani che rappresentano non solo i personaggi della Natività, ma anche scene di vita quotidiana, ricche di dettagli e di significato simbolico. Altri esempi degni di nota si trovano in Sicilia, con i presepi di cera o corallo, e in Trentino-Alto Adige, dove il legno scolpito è il protagonista assoluto.

Melilli città dei Presepi

Oggi, il presepe continua a essere un elemento centrale delle celebrazioni natalizie, e molte comunità si impegnano per preservare questa tradizione, realizzando presepi monumentali o artistici che attirano visitatori da ogni dove. Come a Melilli, antico borgo collinare in provincia di Siracusa. Qui, i presepi non sono semplici rappresentazioni della Natività, ma vere e proprie opere d’arte che raccontano la storia, la cultura e la spiritualità di una comunità siciliana che conserva gelosamente tradizioni antiche.

Un viaggio nei presepi di Melilli è come un tuffo in un mondo che mescola fede e bellezza, un’esperienza che ti coinvolge e ti emoziona, senza mai stancarti. Tra questi spicca il presepe rurale della Basilica di San Sebastiano, un allestimento che cattura l’essenza della vita nei Monti Iblei. Qui, la scena della Natività è incastonata in un paesaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro di storia locale, con una rappresentazione unica e suggestiva che unisce tradizione religiosa e riferimenti alla cultura contadina del territorio.

 

 

Questo presepe, allestito ogni anno in un grande spazio adiacente alla basilica, si distingue per la sua forma “a ferro di cavallo” e per l’uso di materiali naturali come legno, pietra locale e muschio, riproduce fedelmente come detto il paesaggio tipico della zona, con i muretti a secco, i fichi d'india e le abitazioni contadine. Ogni dettaglio è curato con attenzione, dai costumi dei pastori, che richiamano l'abbigliamento tradizionale siciliano, agli attrezzi agricoli in miniatura, simbolo della laboriosità delle genti locali.

Altri elementi caratteristici di questo presepe sono le “scenette” visibili in ogni angolo, dalle abitazioni ai pascoli alle taverne, ricostruite pazientemente dai giovani parrocchiani che ogni anno impiegano settimane di lavoro per realizzare l’opera, alla presenza di congegni meccanici che alternano i cicli del giorno attraverso luci, movimenti e suoni. Al mattino, quando tutto si risveglia, si possono udire il suono degli animali, le voci dei pastori che portano il gregge al pascolo e persino il pianto del Bambin Gesù, accompagnato dal canto della Madonna che tenta di consolarlo. Questi dettagli donano vita alla rappresentazione, immergendo i visitatori in un mondo che si risveglia con la sua quotidianità.

 

 

 

Altrettanto suggestivo è il Grande Presepe Monumentale offerto dalla Chiesa Madre dedicata a San Nicolò Vescovo, la più antica del borgo. Danneggiata da diversi terremoti durante il secolo scorso, è stata ricostruita sempre nello stesso sito con la facciata rivolta a oriente, da manodopera locale e maestranze provenienti da Catania, come i fratelli Girolamo e Giuseppe Palazzotto, entrambi fra i più abili architetti siciliani del XVIII secolo. La chiesa ospita la Mostra dei Presepi dal Mondo, mentre all’interno dell'adiacente edificio denominato "Collegio di Maria", il sopra citato Presepe Monumentale che oggi conta oltre 300 statuine di 20 - 25 cm in terracotta dell’artista calatino Vincenzo Velardita.

 

 

Allestita in una grande sala di circa 80 metri quadrati, la rappresentazione della Natività non è solo un'iconografia religiosa, ma un’affascinante ricostruzione in scala di una Melilli rurale, con le sue chiese, i suoi palazzi e le sue vie storiche che prendono vita in miniatura, mentre congegni meccanici animano luci e  suoni che riproducono il rumore della pioggia, il ciclo della giornata e le voci della strada, trasformando il presepe in un racconto multisensoriale che coinvolge tutti i sensi, anche l’olfatto. In questo angolo di Melilli, la magia del Natale si fonde con la bellezza di una tradizione che non smette di stupire.

 

 

La Chiesa di Sant'Antonio Abate a Melilli, con annesso il convento dei Frati Minori Osservanti, rappresenta uno degli edifici più suggestivi del borgo ibleo. Eretta all'inizio del XVI secolo nel quartiere Torre della città, la chiesa si distingue per la sua facciata, ornata da un portale in bronzo decorato con sei grandi pannelli. Questi ultimi, realizzati dallo scultore catanese Domenico Girbino, presentano scene in bassorilievo che raffigurano Sant'Antonio Abate. Adiacente all'edificio sacro, si erge una maestosa torre campanaria dotata di un orologio ben visibile da ogni angolo del paese e di due campane, tra cui la più antica risale al 1526.

 

 

All'interno del salone della chiesa spicca invece “U Presepi i Sant’Antonio”. Questo presepe si distingue per la sua originalità,ed è frutto della creatività e del talento di tre melillesi: Michele Milardo, Salvatore Zimmitti (rinomato artigiano e produttore di saponi all’olio d’oliva con il tradizionale metodo a caldo), e l’artista-pittore Federico Nocera. L’allestimento offre una visione insolita della Natività, ambientata non nel cuore del borgo, ma in un paesaggio che richiama l’esterno del paese. Lo scenario abbraccia quindi alcuni luoghi caratteristici fuori dal centro urbano, dalla scalinata delle "Cento Scale" alla Pirrera di Sant'Antonio, qui trasformata in una suggestiva grotta della Natività, con Melilli a fare da sfondo. Questa prospettiva inusuale dona al presepe un fascino particolare. Nulla è poi lasciato al caso: i personaggi principali, realizzati in terracotta da artigiani catanesi, sono animati con incredibile realismo.

 

 

I dettagli sono minuziosi e affascinanti: il volto della Madonna esprime una delicatezza unica, mentre il bue sembra masticare l’erba con una naturalezza che sorprende. Ogni elemento, dai costumi rifiniti a mano ai piccoli dettagli scenici, racconta la passione e la maestria di chi ha creato quest’opera, che appare viva e pulsante come se stesse respirando insieme a chi la guarda. Ma non è tutto: il salone ospita anche un presepe interamente realizzato in sapone che celebra l’abilità artigianale del suo autore, il già citato Salvatore Zimmitti, e promuove la valorizzazione dei residui dell’olio di oliva, utilizzati per creare saponi pregiati con il tradizionale metodo a caldo, apprezzati per il loro effetto benefico sulla pelle. Il tutto trasformando una tradizione antica di famiglia in un’opera che educa le nuove generazioni, sensibilizzando sul legame tra arte, tradizione e benessere.

I presepi di Melilli sono più di una semplice tradizione natalizia: sono un viaggio emozionante nella cultura e nell’arte siciliana, un’esperienza che ti avvolge e ti resta nel cuore. Ogni presepe offre una prospettiva diversa, ma tutte raccontano una storia di fede, bellezza e tradizione che rende unico questo borgo nel periodo più magico dell’anno. Se cerchi un luogo dove il Natale non sia solo una festa, ma un’esperienza che ti tocchi profondamente, Melilli è la meta perfetta per un ricordo indimenticabile.

 

 

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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