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di  Massimo Reina

C’è un’Italia che scompare ogni giorno, silenziosamente, tra una breaking news inutile e l’ennesimo “contenuto virale” che evapora in sei ore. Un’Italia fatta di pensiero, forma, e sostanza. Un’Italia che creava prima ancora che consumare diventasse verbo dominante.
E in quell’Italia c’era Pino Valenti.

Nato 95 anni fa a Melilli, un paese arroccato come una parola antica tra le colline e il cielo degli Iblei, Pino Valenti non era solo un artista: era un architetto della meraviglia. Un regista che sapeva far danzare la luce, un pittore che piegava il colore al racconto, uno scenografo che prendeva la materia e la faceva vibrare. Ma soprattutto era un visionario con le mani sporche di lavoro. Di quelli che oggi farebbero paura in televisione, perché pensavano prima di parlare, e agivano senza gridare.

 

1982 - Studio Rai Di Palermo di Via Cerda - L' uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello. Con Ivano Staccioli, Pippo Anzalone. Riduzione televisiva, scene, costumi e regia Pino Valenti. Grazie a Fondazione Museo Pino Valenti da Melilli

 

Quando la RAI non era ancora una slot machine di opinionisti a gettone, ma un laboratorio culturale, Valenti mise le mani nella creta grezza del mezzo televisivo e la trasformò in arte pubblica. Napoli, Palermo, Roma: i suoi set non erano quinte, ma universi narrativi. La scenografia non era sfondo, era contenuto.
Ogni programma era un’opera. Ogni luce, un’intenzione. E lui, come amava definirsi, era l’Architetto dell’immaginario: plasmava la realtà con la stessa delicatezza con cui un poeta modella i silenzi tra le parole.

Eppure, come spesso accade in questo Paese che ama più i santi del giorno che i maestri della vita, Valenti non è diventato un'icona da santino, ma un faro per chi sa vedere. Non per tutti, certo. Ma per chi non si accontenta della superficie delle cose.

A Melilli, il suo paese, la memoria non è nostalgia, è fondazione. La Fondazione Museo Pino Valenti, custodisce non solo opere e bozzetti, ma un’idea di cultura che oggi suona rivoluzionaria: la bellezza come atto collettivo, la scenografia come grammatica della meraviglia, l'arte come sovversione gentile del reale.

 

1982 - Studio Rai Di Palermo di Via Cerda - L' uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello. Grazie a Fondazione Museo Pino Valenti da Melilli

 

Perché Pino Valenti non creava per sé, ma per tutti. Per lo spettatore che non sapeva di essere assetato d’incanto. Per il Paese che aveva ancora sete di cultura anche mentre masticava il boom economico. Per una Sicilia che voleva farsi sentire non con le urla, ma con la forma, il colore, l’intelligenza scenica.

Oggi, a 95 anni dalla sua nascita, ci chiediamo: che ne sarebbe oggi di un artista così? Gli darebbero uno spazio, una rubrica, una prima serata?
O sarebbe liquidato come “non abbastanza virale”?

Poco importa, perché la sua lezione rimane. Resta negli occhi di chi ha visto le sue scenografie trasformare uno studio in visione. Resta nei tratti dei suoi disegni, nelle pennellate che non volevano stupire, ma toccare.
Resta, soprattutto, nel gesto silenzioso di chi ancora oggi, a Melilli, decide di ricordare. Non con la retorica dei post strappalike, ma con una presenza culturale attiva, una fiamma accesa che arde nella Fondazione a lui dedicata, e continua a parlare ai ragazzi, alle scuole, ai viaggiatori dell’anima.

Perché un artista non muore finché qualcuno lo guarda davvero.
E noi, oggi, guardiamo Pino Valenti negli occhi della memoria, per ricordare non solo chi è stato, ma chi possiamo ancora essere.

 

 

NOTA D’AUTORE

Con mio padre, tra le quinte del mondo: un’eredità d’amore - il ricordo di Violante Valenti

“Ho avuto la grazia di vivere con mio padre un’epoca aurea per la cultura e per l’arte scenica e televisiva.Tutto cominciò in Inghilterra, in una lontana primavera del 1968, sul set de “Le avventure di Sherlock Holmes”.  All’epoca la televisione era una porta aperta per il Teatro. Ero solo una bambina, che sperimentava la vita del set con occhi disincantati, ma fu lì che iniziai ad amare la scrittura filmica e teatrale, la narrazione della vita sulla scena. Con il tempo, tutto questo divenne parte della mia vocazione e fu allora che mi guidò a incanalare il talento in una rigida disciplina, quasi artigianale. Mi educò a vivere questa formazione con profondo  rigore e poi, quando iniziò per me l’attività artistica di musicista, autrice e regista teatrale, mi insegnò il valore della libertà, il disprezzo per i compromessi, il coraggio di rimanere sempre sulle proprie gambe.

Eravamo molto più che un padre e una figlia, eravamo complici nell’avventura straniante e solenne dell’Arte e della Cultura”.

Violante Valenti, scrittrice, autrice di opere e saggi teatrali, regista teatrale, pianista e docente italiana

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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