di Maria Pellino
Cari lettori, vorrei proporvi un fantastico itinerario per le vostre gite culturali. Un sito archeologico industriale, un luogo dal fascino ineguagliabile, ovvero la centrale idroelettrica Taccani nel comune di Trezzo sull'Adda (Mi).
La centrale idroelettrica, tutt'oggi funzionante, è proprietà dell'ENEL. È costituita da 6 turbine che generano una potenza di 10,5 MW. Questa centrale sorge lungo la sponda dell'Adda e fu costruita tra il 1903 e il 1906 su richiesta dell'industriale Cristoforo Benigno Crespi, fondatore del villaggio, patrimonio dell'Unesco, Crespi d'Adda, lì vicino. Il Crespi ebbe in progetto di ideare una centrale sfruttando le acque dell'Adda per fornire energia alle attività del suo opificio. Si assicurò poi che non vi fosse impatto sull'ambiente circostante ma che fosse conservata ogni armonia con il paesaggio preesistente soprattutto in relazione ai resti del castello visconteo.
La realizzazione fu affidata all'architetto Gaetano Moretti, sotto la guida tecnica di Adolfo Covi, Alessandro Taccani e Oreste Simonatti. L'edificio venne realizzato in stile liberty attraverso forme di tipo medievali e si integrò perfettamente con il carattere fluviale del territorio. Venne utilizzata, per la costruzione, un tipo di pietra del luogo il cosiddetto ceppo dell'Adda. Il ceppo ha i caratteri litologici di un conglomerato che risale ad una sedimentazione del Pleistocene inferiore ed è tipico della valle dell'Adda. Già all'epoca Romana risalgono le prime escavazioni di questo materiale.
Per la sostenibilità della fauna ittica, fu creata una scala sulla parte sinistra della diga per permettere ai pesci di risalire con vasche comunicanti anziché dei gradini. L'impianto esternamente possiede dei rulli con delle griglie che permettono il trattenimento dei detriti filtrando l'acqua. Energia pulita e sostenibilità del territorio sono l'etichetta che fa della centrale Taccani uno dei luoghi del fondo FAI.
*Non tutti sanno che Il Volo, il trio di tenori, ha girato il video della canzone con cui partecipò al Festival di Sanremo 2019 tra lo sfondo della centrale Taccani e lo scenario abduano.