Carne nuda
Un giorno non lontano ritroverò il mio corpo
e questa carne vilipesa che grida nella terra
rossa più del fuoco. Più rivivrò l’oltraggio
che sputa sangue in un fiume di parole.
Verrà quel tempo che filigrana lacerata
saprà trovare riscatto in mezzo al vento
e volerà violenza come dorata sabbia
che la tempesta consuma nel deserto.
Sarò farfalla allora, crisalide leggera
verso il cielo che cieco e muto
non salva i suoi figli dall’inferno,
in quell’Olimpo indifferente
senza risposta a domande senza senso.
E troverò tra mille la mia storia
vissuta come non fossi mai esistita
e questo corpo, come macigno in fondo al mare,
si librerà come veliero tra le acque
e la mia carne laverà l’offesa che tu, vile,
hai posto a nudo come marchio senza fine.
(da Carne nuda, Lucia Lo Bianco, Diritti d’Autore Riservati)