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Triplicato il numero dei migranti inghiottiti dal Mediterraneo. “Vite umane ”! Spesso considerate di serie “B” 

 

di Ornella Gatti

Mentre il mondo concentra le sue forze per sconfiggere la pandemia, e lentamente riesce, con le dovute cautele, a intensificare mezzi e sforzi per riuscirvi, di là dal mare, il mostro da sconfiggere resta sempre lo stesso: la fame. Una fame, in senso stretto, per mancanza di risorse, povertà assolute, scenari drammatici di guerre e carestie; ma anche una fame di evoluzione, di progresso, di desideri, nella speranza di una realtà più fortunata. Sono oltre 500 i migranti morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2021. Un’ecatombe silenziosa di vite umane, che ripetutamente leggiamo in cronaca, senza che ciò susciti, forse neanche più, riflessioni e sussulti nell’animo. Un altro naufragio, visibile o invisibile, che si schianta contro un incrollabile muro d’indifferenza. Non è tollerabile che vite perse in mare, non suscitino reazioni e risposte umanitarie, a livello internazionale. La democrazia, le istituzioni, la politica dovrebbero garantire un’esistenza degna e libera ad ogni essere umano sulla terra. Sono vite umane! Non maledette esistenze di serie “B”. 

 

di Ivana Orlando 

È giusto, ancora oggi, esultare, dar rilevanza ad una carica più per genere che per capacità e competenza? 
Sono passati 800 anni prima che l'Università di Padova eleggesse la sua prima rettrice donna.  
Daniela Mapelli, 55 anni, neuropsicologa e madre di due figli, sarà al timone dell’ateneo veneto per sei anni, dal 2021 al 2027. Alle sue prime dichiarazioni esordisce così:  
«Dal prossimo ottobre potremo - finalmente! - dire "uomini e donne che hanno guidato l’Università di Padova"... ». 

Ma i tempi stanno veramente cambiando?  
Ribadire, sottolineare e puntualizzare per l’ennesima volta che la donna non è un valore aggiunto, un’eccezione o un festeggiamento da ricorrenza per cui imbandire diritti e rifocillarsi di mimose, non è forse, implicitamente, ammettere di affermarci come eventi e non come regolarità?  
Daniela Mapelli, non menziona una rivoluzione femminile, ma una sedizione conoscitiva e tecnica.

Tra i suoi obbiettivi: focalizzare  la persona, rimetterla al centro, ritornare alle lezioni in presenza, privilegiando il dialogo e, grazie al ridimensionamento dell’emergenza sanitaria dovuta al COVID, ritornare  ad una normalità fra gli studenti. 
Una normalità, a mio avviso, pregna  di differenze ma che darà vita ad una nuova normalità.

Buon lavoro, Magnifica Rettrice.

 

 

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