di Paolo Russo
Chissà cosa deve aver pensato lo spettatore a cui è squillato il telefonino, al teatro La Scala di Milano durante il momento di maggiore enfasi dell'esecuzione di Patria Oppressa, dal Macbeth, quando ha realizzato che l'intero teatro era piombato in un silenzio tombale d'improvviso.
Ha sperato forse che fosse solo una coincidenza o che magari spenta la suoneria tutto si sarebbe risolto in un lampo ma invece così non è stato!
«Risponda pure, noi riprendiamo dopo»: così il maestro Riccardo Chailly ha redarguito lo spettatore continuando: «vedete, amici, siamo in molti in questo grande viaggio verdiano con l’orchestra e il coro della Scala, ma non siamo soli, perché stiamo realizzando un’incisione per la Decca di Londra per cui saremo ancora molti di più. È una cosa importante. Patria oppressa con l’ostinato del telefonino non è possibile».
L'intervento del direttore principale della Filarmonica della Scala deve aver imbarazzato non poco il povero spettatore e colpito moltissimo l'intero pubblico della Scala che si è abbandonato a un applauso spontaneo liberatorio.
Il concerto è continuato mentre tutto il pubblico a ricontrollato i telefonini per evitare di interrompere un concerto straordinario ma soprattutto di fare arrabbiare di nuovo il maestro!